Trump bombarda la Siria e l’F.B.I. bombarda Trump

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Negli stessi minuti, il numero uno da l’ordine di attaccare la Siria e il dipartimento di giustizia annuncia che l’avvocato Michael Cohen, consigliere strettissimo del presidente Trump in delicatissime questioni di figa e di soldi, è sotto indagine.

L’attacco sembrerebbe un pretesto per distogliere l’attenzione dai guai interni eppure la nostra ragione si rifiuta di crederci, ma forse i pazzi siamo noi che cerchiamo di leggere sofisticate architetture geopolitiche nel Vicino Oriente quando la questione è tutt’altra.

È la complessità, in realtà, a determinare gli eventi, laddove ciascun attore segue il proprio disegno, lo adatta, lo modifica, lo ridisegna a seconda delle botte che da e che riceve. Ciò che ha in testa un miliardario senza arte né parte non è certo quello che ha in mente un capobanda come Putin o un ayatollah o Netanyahu o il turco sanguinario o Assad e la sua bellissima consorte, cosa abbia in mente la UE non lo capiamo, laddove, si badi bene, ho fatto solo i nomi della superficie del problema, altrimenti dovrei inserirvi una lista sterminata di banche, fondi d’investimento, fabbriche d’armi, petrolieri ecc ecc. Che banalità!

Pensare che sia un problema di pagamenti a signore che di mestiere la danno in cambio di soldi e che ascoltando tra un gemito e l’altro segreti di stato poi se li rivendano o li consegnino ai propri direttori addolora immensamente all’idea della sofferenza e del sangue che scorre a fianco di questi miserabili eventi, frutto della più insondabile stupidità.

Se questa è la classe politica che governa il mondo, vi prego tuttavia di considerare che a breve Trump finirà nella spazzatura della storia e che a rammazzarne i cocci lasciati sul terreno e a comporre i morti nelle bare ci troveremo i su citati noti becchini.

Dionisia

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la Redazione