Pratiche sessuali perverse per Donald Trump?

escort-roma-1

Pratiche sessuali perverse? Voi che intendete? Alla Marazzo? Non credo: le due prostitute russe (quando si tratta di ragazze russe non mi fiderei del fatto che fossero “solo” prostitute) di cui si parla nel libro (uno dei tanti) appena uscito che si dice abbiano sollazzato Donald Trump, risultano essere due super bellocce. Pratiche sessuali perverse, non essendo presente un maschio, come le dobbiamo immaginare? Date libero sfogo alla fantasia. A noi rimane il fatto che un uomo di Stato, fissato con il sesso (tipo Berlusconi), non è una persona affidabile, soprattutto se finisce a letto in sandwich con due gnocche russe. Come minimo è un ingenuo e, in quanto tale, poco adatto a fare il Capo Supremo dell’Esercito più potente del mondo.

Come si è visto in queste ore. Dico questo perché i percorsi investigativi dell’FBI da una parte e dell’acuirsi della tensione sulla Siria, si puntellano nelle loro contestualità (non affermo semplicisticamente che sono sceneggiate artatamente messe in piedi) e, forse, recondita motivazione.

russia

La dinamica dell’attacco (preavvertimento sostanziale, obiettivi colpiti, logistica impegnata) descrivono una forma (quello che vedete) e una sostanza che è quanto noi sosteniamo da tempo: Donald Trump, quasi fosse un Berlusconi qualunque, è nei guai giudiziari e l’FBI (struttura serissima e molto “morale” nel suo approccio istituzionale) lo ha arpionato mettendo, poche ore addietro, sotto “formale indagine” (negli USA è una condizione giuridica che ti limita molto, perfino nella tua mobilità, tanto che ci era raggiunta la notizia di un vero e proprio arresto), il suo avvocato Michael Cohen.

Hana Koecher2

Karl e Hana Koecher

Direi di non farsi distrarre troppo dalla gravissima situazione creatasi nello scacchiere siriano/iraniano/irakeno/israeliano che ora lieviterà ulteriormente (che quindi è cosa gravissima ma a prescindere e da troppi anni) ma che potrebbe non essere il vero movente del biricchino Trump che sa che, se perderà le elezioni di novembre (come abbiamo anticipato il 19 febbraio 2018) sarà spacciato. Le intercettazioni ed altro materiale recuperato, investigando Cohen, potrebbero essere determinanti per espellere Trump dalla vita politica americana. Tenete conto che ad oggi nessuno sa chi possa sostituirlo alla guida degli USA. Donna o uomo che sia.  Terzo sesso, per ora, non è dato. Almeno da quelle parti.

Oreste Grani/Leo Rugens

Alcuni ci stanno aiutando, altri rimangono indifferenti.

Per scelte personali (la condizione economica in cui vivo), culturali, politiche e di natura organizzativa, ho deciso di ricorrere all’aiuto del mercato chiedendo ai lettori di Leo Rugens un contributo (cifre semplici) per assicurare la sopravvivenza e l’indipendenza del blog.

Mi sono affidato a PayPal ma ho anche la possibilità, se me lo chiedete, di indicarvi un IBAN relativo ad un normale conto corrente.

Trovate quindi – a piede dei post – una novità rappresentata dalla richiesta, sistematicamente ripetuta, di sostegno con il possibile l’invio di piccole cifre.

Ci sarà tempo per chiedervi altro. Fuori dagli scherzi, grazie anticipatamente.

Per le piccole cifre abbiamo deciso di prendere soldi da chiunque con le ormai semplici modalità del versamento sul circuito PayPal usando il nostro indirizzo e-mail:  leorugens2013@gmail.com

la Redazione

 


DONALD TRUMP ORMAI È CERTO, DOPO LA LAUREA (?), NON HA MAI LETTO UN LIBRO PER INTERO

trump5

Donald Trump, ormai è certo, non ha mai letto, da quando si è laureato, un libro per intero.  Questo sostenevamo, intuitivamente, sentendolo parlare e vedendolo agire, ma non potevamo credere che fossimo nel vero. E invece, ieri sera, in visita in Italia in occasione dell’uscita in libreria del suo “Fuoco e Furia“, l’autoreMichael Wolff, con la massima pacatezza, ha affermato questa verità sconcertante. Aggiungendo che non legge neanche i report che gli vengono preparati dagli organismi preposti alla sicurezza degli Stati Uniti. La notizia non dovrebbe colpirmi, soprattutto se penso a perché il Presidente piaccia tanto a Matteo Salvini.

Michael Wolff

Trump e Putin, in una nuova equilibrata Yalta salviniana. Oggi si capiscono tante attrazioni fatali (a novembre di quest’anno Trump perderà le elezioni e la nuova maggioranza democratica, deciderà di muovere dandogli scacco matto) tra il confuso presidente USA e gli ignorantoni che vanno per la maggiore in scia al ritorno di Silvio Berlusconi, nonno altrettanto bollito. I simili si attirano. Maurizio Crozza, tornato sul Canale 9, con la solita genialità, fissa lo stato di confusione mentale di Berlusconi dove i numeri e i riferimenti temporali si confondono nella mente provata dai farmaci e dalla irriconoscibilità (sono vietati gli specchi dove il Caimano, ormai sdentato, si aggira).   Berlusconi, umanamente va capito. Sente la morte avvicinarsi, ma questo stato d’animo naturale lo prova solo dentro, non potendo contare sui propri lineamenti di un tempo, che se fossero stati lasciati invecchiare, avrebbero annunciato, saggiamente, il tempo della non vita. La chirurgia plastica e i farmaci ingannatori non ti preparano all’inevitabilità. Il vecchio criminale non si riconosce più somaticamente e gli estranea perfino la sua voce alterata dall’ennesima dentiera che non sono riusciti ad impiantargli con successo in mascelle ormai vicine al disfacimento. Non può mostrasi in pubblico senza la cartuscella arrotolata che gli serve per mascherare il tremito. Spesso deve sovrapporre una mano sull’altra, sempre per provare ad ingannare se stesso e gli spettatori. Mi immagino quando si tratta di urinare e di defecare.

berlu4

Torniamo ai libri e a chi non li legge. Berlusconi, quando ha dovuto mettersi in moto nel finale del drammatico biennio stragista ’92-’93 (magistrati, cortesemente, vediamo di fare tutto il possibile per un doveroso e puntuale buon esito investigativo!) ed ha immaginato con i suoi collaboratori Forza Italia e come il consenso politico dovesse essere raccolto, tenne presente, avvezzo ai sondaggi e al marketing che, in quel momento, negli ultimi 6-12 mesi, gli italiani che non-non-non avevano letto un libro erano uno su due. Cioè il cinquanta per cento. Eravamo a questo e lui, in quel momento, ha capito cosa e come doveva fare per instaurare una dittatura basata sulla volgarità, gli stereotipi, le barzellette, la fabbricazione e la diffusione di notizie false. Il trionfo dell’ignoranza e della manipolazione delle persone che, da quel momento in poi, il vostro eroe ha considerato mercato o mandria di buoi o di pecore, a seconda della necessità emergente. Da quel in poi, con le sue canzoncine e inni infarciti di luoghi comuni, si è appoggiato a quel 50% di italiani per i quali la lettura non ha alcuna importanza. Anzi, come uomo di governo e come imprenditore, ne ha ignorato il significato formativo teso al rafforzamento di una individualità colta e consapevole, unica arma strategica contro le oligarchie sanguinarie. Sotto il tallone berlusconiano, la lettura (con il suo silenzio “tattico” che divide/isola per poi unire) invece di essere stimolata e favorita, è stata sostituita dalla visione crescente di immagini e dall’ascolto di suoni. Berlusconi ha ereditato (in realtà se ne è impadronito con la violenza complice degli stragisti mafiosi come un giorno sapremo per certo) persone certamente meno analfabete dei loro padri ma che, ad un bivio, sono state spinte, dalle televisioni del Caimano (anche dal quel Milan e dal deterioramento del mondo dello sport che ne è seguito) verso l’abisso di ulteriori ignoranze e mancanze di qualità come la fantasia e la creatività. Almeno metà degli italiani sono stati volutamente lasciati in balia di un universo simbolico così ricco e popolato di immagini e personaggi, di fatti e di notizie, che un decimo sarebbe bastato.

Così dopo la cocaina euforizzante della Milano da bere craxiana, a tutti è stata concessa la droga degli stereotipi che hanno alzato un vero muro tra alcuni che hanno continuato a leggere e gli altri che si abbeveravano alle stronzate berlusconiane. Un paese spaccato a metà dove libri come “L’odore dei soldi” diElio VeltriMarco Travaglio, avrebbero dovuto fare la differenza e invece rimanevano “sterilmente” (mi scuso per la semplificazione) in funzione di supporto e di approfondimento ma circoscritti come circolazione massima in quella metà degli italiani. Il popolo dei lettori ha avuto alcune occasioni di approfondimento e di rafforzamento delle proprie opinioni grazie a decine di libri, gli altri sono rimasti prigionieri del loro destino di esclusi dai processi formativi. Dal 1994 la situazione di chi legge e chi non legge libri  si è spostata  di pochi decimali. E immaginate quanto pertanto il popolo dei lettori sia fragile. Tutti i giorni, per anni, questi eroi hanno dovuto sostanzialmente combattere contro la tendenza organizzata a convincerli che non fosse necessario (utile e piacevole) catturare le vicende e i personaggi dalle pagine scritte ma lasciando la conoscenza dei mondi possibili nelle mani di confezionatori di informazioni  e di momenti esclusivamente frutto di architetture esperienziali.

Marco-Travaglio-

Difficile rimanere nel convincimento che la lettura è anche – se non soprattutto – un piacere, se tutti i giorni qualcuno con le sue trombette ti suggerisce che è inutile e noiosa. Un vero terrorista questo vecchio cattivo. Un vero spacciatore di oppio ottenebrante con le sue televisioni e con i suoi stereotipi. Sono le sue barzellette di merda che hanno spianato la strada al razzismo e alle minacce implicite nella grettezza xenofoba di Matteo Salvini. Chiunque sappia di letterature comparate e di contaminazione culturale sa che sono solo cazzate quelle messe in giro da questi untori che hanno per venti anni convinto gli italiani che leggere fosse un fatto noioso. O inutile come leggere le sentenze o i libri documentati. Chi ha ritenuto che taumaturgicamente bastava affidarsi alla rete per contrastare questa “propaganda” di regime ha altrettanto commesso gravissimi errori.  Si è capito quando la cultura e i processi formativi (e-learning un cazzo quando uno non sta culturalmente messo come sta messo) sono stati cassati prima ancora di cominciare ad assumere responsabilità di governo della cosa pubblica. Eppure, anche questo processo di riappropriazione e rilancio della cultura, chiedevano alcuni milioni di italiani quando hanno votato per il M5S. Non solo musei e accessi a mostre. Ogni dato di aumento di fatturato o di diffusione in questi decenni ha riguardato solo il mondo di chi già leggeva prima. E in più Berlusconi si è comprato i luoghi di produzione letteraria. Nessuna ha lavorato a questa spaccatura da presupposto di “guerra civile”. Per ora di tipo intellettuale, ma sempre di guerra civile si tratta. Certo la scuola avrebbe dovuto attuare la sua funzione più importante che è quella di avvicinare alla lettura dei testi concorrendo a formare individui pensanti e quindi armati intellettualmente per decidere liberamente del proprio futuro, ma tutto questo, per mille motivi, non è avvenuto.

Oggi si dice che gli eredi di quelli che i libri li bruciavano stanno per vincere le elezioni. Io, forte della mia semplicità e marginalità, scrivo che, se questo fosse, sarebbe opportuno/doveroso, in strenua difesa dei libri, contro chi vuole riaccendere roghi, prepararsi alla resistenza attiva.  Tornando quindi alla restaurazione possibile anche in Italia dopo che abbiamo assistito ad un ignorantone catapultato al comando dell’esercito più potente del Mondo, fatevi un esame di coscienza e immaginatevi governati da Matteo Salvini o da Giorgia Meloni, che sarebbe il suo corrispettivo femminile. Tenete conto che, in tale evenienza, uno che ha creato il caso marò e vigliaccamente tace da anni sulla sorte dei due soldati (come ormai fa la totalità dei giornalisti), che si chiamaIgnazio La Russa, vagheggia di tornare a fare il Ministro della Difesa per riprendere ad organizzarsi un suo servizio segreto personale. Oltre che i business di pertinenza di Difesa Servizi.

Ignazio La Russa

Come maldestramente aveva già tentato di fare al giro di giostra precedente. E non parlo di cosa succederebbe del Ministero dell’Interno o degli Esteri. Senza pensare ai guai impliciti nel cambio dei vertici dei Servizi Segreti. Aiutooooooooooooooo! O dell’Ambiente, viste le ultimissime anticipazioni (trasversali) in Campania.

Oreste Grani/Leo Rugens


 

KGB, STB E GLI SCAMBI DI COPPIA: QUELLO SÌ ERA SESSO A CINQUE STELLE, GENERALE PETRAEUS

Non ho voglia di ripercorrere la incredibile videnda delle dimissioni del Generale Petraeus né divagare su altro (complotto contro Obama, rivalità tra donne, FBI contro CIA) se non richiamare la vostra attenzione su un punto: ma è mai possibile che il capo dei servizi segreti paese più potente del mondo sia caduto in una trappola al miele come il più sprovveduto dei pivelli? Ma chi si credeva di essere il generale per non osservare la più elementare delle misure di sicurezza? Non aveva mai sentito parlare del caso “Karl e Hana Koecher”? Davvero pensava di potere frequentare chi volesse, tradendo la compagna di una vita, come un qualsiasi disperato e semi alcolizzato agente di secondo piano che Le Carrè ritrae spesso polemicamente nei suoi romanzi?

Pensare che un responsabile di questo livello non abbia ricevuto un addestramento all’altezza del compito che devono svolgere (o dobbiamo pensare che siano lasciati liberi di accoppiarsi a piacere per poterli un giorno “dimettere”?) mette i brividi, giacché espone la pace globale al rischio di essere pilotata da chiunque riuscisse a infilarsi tra le lenzuola degli uomini più potenti della Terra.

Vi propongo il brano seguente tratto da L’archivio Mitrokhin di C. Handrew con Vasilij Mitrokin, Rizzoli, 1999 cosicché siate pronti a non ritenere che siano le vostre arti seduttive a facilitare le attenzioni improvvise di sconosciuti o sconosciute.

Oreste Grani

A TRENT’ANNI DALL’INIZIO della Guerra Fredda, la grande strategia delle residenze illegali non aveva neppure lontanamente ripagato lo straordinario impiego di tempo, energie e denaro che aveva richiesto. Alla fine degli anni Settanta, dopo una lunga serie di insuccessi e fallimenti, la situazione era la seguente: la residenza illegale di Valousek era sotto il controllo costante per quanto imperfetto dell’FBI e Korsakov si preparava a defezionare.

Ciò che forse irritava maggiormente il Centro era che la più riuscita infiltrazione illegale nel territorio del Grande Avversario durante la Guerra Fredda fosse stata realizzata non dal KGB ma dal suo partner cecoslovacco, l’StB. Nel 1965 due illegali dell’StB, Karl e Hana Koecher, giunsero a New York spacciandosi per rifugiati cecoslovacchi.

Karl, che parlava in modo fluente russo, inglese, francese e, chiaramente, ceco, trovò lavoro come consulente presso una radio (Radio Free Europe), seguendo nel frattempo un corso di studi post laurea all’Indiana University e, successivamente alla Columbia. Fra i suoi professori della Columbia University spicca il nome di Zbigniew Brzezinski, futuro consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Carter. Karl finse sempre di essere un anticomunista sfegatato.

Quando seppe che il famoso giocatore di tennis di origine ceca, Ivan Lendl, stava per acquistare un appartamento del palazzo in cui viveva, si mostrò profondamente indispettito e contrariato. Nel 1969, un anno prima di terminare il suo dottorato di ricerca, Karl fu nominato lettore in filosofia al Wagner College di Staten Island. Hana, nel frattempo, lavorava nel commercio dei diamanti che le dava l’opportunità di tornare in Europa e fare da intermediaria per l’StB. Pare che i Koecher siano stati la coppia di illegali più dinamica dal punto di vista sessuale di tutta la storia dei servizi segreti del blocco sovietico, a partire dalla frequentazione di feste finalizzate a scambi di coppia sino a vere e proprie orge di gruppo presso il New York’s Plato Retreat o gli Hell Fire sex club di New York, locali che si moltiplicavano come funghi nell’epoca sessualmente permissiva e anticonvenzionale degli anni Sessanta e Settanta.

Con la benedizione dell’StB, i Koecher, negli anni a venire, rivelarono buona parte della loro movimentata carriera al giornalista di Washington Ronald Kessler. Il dossier del KGB su Koecher, tuttavia, afferma che la spia ceca nascose alcuni importanti dettagli. Nel 1970, per esempio, egli fu convocato a Praga allo scopo di prendere parte a un’operazione dell’StB tesa a smascherare presunte attività in cui la CIA si sarebbe servita di emigrati cechi. Koecher, legato com’era alla sua evanescente e movimentata vita newyorchese, si rifiutò di tornare e per i quattro anni successivi recise i contatti con l’StB. Nel 1971 ottenne la cittadinanza americana seguito, l’anno seguente, dalla moglie. Desiderando ricucire i legami con Praga congegnò un piano di infiltrazione nei servizi segreti americani. Nel 1973 si trasferì a Washington dove ottenne lavoro come traduttore presso la divisione sovietica della CIA. Dopo solo sei settimane fece richiesta per migliorare la sua posizione professionale: La mia attuale posizione non è all’altezza dei miei studi e delle mie competenze. Sono interessato a un lavoro all’interno dei servizi segreti e desidero rimanere all’interno della CIA per svolgervi una buona e utile attività. Credo che ciò sia possibile solo in un ambito più incentivante da un punto di vista intellettuale di quello in cui ho lavorato sino a ora.

Forse proprio come risultato delle sue lamentele, la CIA chiese poco dopo a Koecher di redigere un rapporto basato su materiale russo e cecoslovacco che egli aveva tradotto e trascritto da registrazioni.

Anche a Wasbington la giovane coppia ceca si fece travolgere da numerose esperienze extraconiugali. In particolare Hana, bionda, attraente e di dieci anni più giovane del marito, ebbe numerosi rapporti sessuali con funzionari della CIA e del Pentagono, giornalisti di famose testate e persino con un senatore statunitense.

Nel 1974 Karl ripristinò i contatti con l’StB che si consultò col KGB circa il da farsi. Fu deciso che Koecher sarebbe stato agente del KGB e, al contempo, illegale cecoslovacco. Le avventure dei Koecher a Washington fornirono ai servizi segreti sovietico e cecoslovacco poco più di una trama di pettegolezzi e informazioni compromettenti sul conto di alcuni funzionari di Washington. Al contrario il lavoro di Koecher presso la CIA si rivelò di estrema utilità, come ebbe a dire personalmente Andropov. Nel 1975 Karl abbandonò il suo incarico a tempo pieno presso la CIA di Washington, ma continuò a prestare collaborazioni occasionali da New York.

Nel 1975 fu in grado di consegnare alla residenza di New York del KGB una documentazione assai dettagliata e preziosa sulle azioni antisovietiche della CIA nel Terzo Mondo. Spesso incontrava il suo supervisore del KGB sia a New York che in Europa (in Francia e in Austria). Fra le più importanti indagini di controspionaggio eseguite da Karl, una in particolare riuscì a smascherare il reclutamento da parte della CIA di un diplomatico sovietico, Aleksandr Dmìtrìevìé Ogorodnik.

Poco dopo il suo arresto nel 1977, Ogorodnik accettò di scrivere e sottoscrivere una completa confessione, ma si lamentò del fatto che la penna che gli era stata data fosse ridicola. Non appena gli fu consegnata la propria, egli ne estrasse una capsula velenosa che ingoiò prima che la guardia potesse fermarlo: morì nell’aula dell’interrogatorio.

All’inizio degli anni Ottanta i Koecher furono a loro volta traditi da un agente della CIA infiltrato nell’StB. Arrestati nel 1984, fecero il loro ritorno in Cecoslovacchia due anni più tardi come parte di un accordo di scambio con cui si permetteva al dissidente russo Anatolij Scaranskij, prigioniero nelle carceri sovietiche, di emigrare in Israele. La scena del rilascio della coppia sul famoso ponte di Glienicker, il ponte delle spie, fu così descritta in un servizio giornalistico: Con i baffi e il cappotto dai bordi in pelliccia Karl F. Koecher pareva proprio una volpe. Sua moglie, Hana, indossava una giacca e un alto cappello bianco, entrambi di visone. Bionda e sexy con i grandissimi occhi blu, sembrava una diva del cinema.

«Il KGB nutre grande considerazione nei miei confronti», si vantò più avanti Karl parlando con Ronald Kessler. Ci fu un curioso seguito alla vicenda spionistica dei coniugi Koecher in Occidente. Nel 1992 Hana ottenne un lavoro presso la sezione commerciale dell’ambasciata inglese a Praga. Fu congedata dal KGB due anni dopo, quando un giornalista cecoslovacco rivelò il suo passato.