Quale futuro in Italia per l’Intelligence del XXI secolo?
Poche ore addietro ho fatto la promessa di scrivere un articolo sollecitato da un “numero interessante (l’Espresso di oggi 15 aprile 2018) anche per altro argomento come vedremo in altro post“. Mi sono espresso nel mio solito italiano maccheronico che può sembrare volutamente oscuro ma volevo semplicemente dire che non volevo mischiare i due argomenti trattati nel settimanale e che, per ora, avrei tenuto divisi i temi entrambi importanti. Il primo articolo è contenuto nel nostro post DAMILANO ETICO DIRETTORE DELL’ESPRESSO ALZA LA PALLA E NOI PROVIAMO A SMASHARE; il secondo a cui facevo riferimento è quello che leggete a seguire. Non mi compete commentare, ripeto, per ora, un pezzo così importante, oltretutto elaborato da un giornalista/scrittore valente quale è certamente Emiliano Fittipaldi.
Troppi rizomi sofisticati partono da lui, dal suo interesse per le cose vaticane, da ciò che oggettivamente può o meno significare la foto che pubblico e quanto è collegabile a Gianluigi Nuzzi e al variegato mondo che si può intellegere dietro, davanti, sotto, sopra gli ultimi avvenimenti. Furti compresi. Non oggi, comunque, a caldo, dopo essermi fatto comprare il settimanale. Materia ultra sensibile, dicevo e come tale va trattata. Non tanto per come viene proposta (chi segue il settore da mezzo secolo ne ha letti decine di articoli di questo tipo quando si aprono le stagioni del turnover al vertice del servizio) ma perché per la prima volta nella storia della Repubblica (affermazione impegnativa) la scena politica è anche caratterizzata da un soggetto politico atipico quale è “ancora” il M5S. Dico “ancora” perché è sotto gli occhi di tutti gli osservatori disinteressati la transizione ad altro, dopo che non tutto è andato in questo settore tanto delicato della macchina dello Stato come forse ci si doveva augurare (cinque anni non sono pochi) e come la presenza nei pressi del MoVimento di studiosi della fama del professore Aldo Giannuli, per fare un nome tra i tanti possibili, facevano ben sperare. Articolo che va digerito prima di poter dire la nostra marginale e ininfluente opinione. Ripeto, non sulla natura di fondo “gossippara”, o su quanto già accaduto o non doveva accadere (quello lo abbiamo già fatto e, forse, con il dovuto onorevole anticipo) ma per quanto ancora potrebbe accadere. Comunque nel articolo ben informato, c’è materia a sufficienza perché vi cominciate a fare una vostra opinione, a prescindere da quella del vecchio Leone Ruggente. Che certamente non mancherà, petulante come sa essere, di dire la sua.
Oreste Grani/Leo Rugens
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la Redazione