Quale “Avvenire” per la lotta all’azzardo?
Il 12 marzo pubblicavamo “Lavanderia Italia”, un problema centrale per la sicurezza nazionale e internazionale. Da tempo sappiamo di avere un alleato fortissimo nella CEI che dalle colonne anche digitali di “Avvenire” martella senza requie sul problema. Correttamente, a nostro avviso, il giornale si astiene dal puntare il dito sui responsabili di tanto sfacelo morale ed economico, per quanto li conosca meglio di quanto i suddetti conoscano loro stessi.
È evidente che la procura antimafia e l’ottimo Cafiero De Raho, per quanta buona volontà e dedizione e coraggio e sacrificio e sprezzo del pericolo e “spirito di servizio” ci mettano, senza la sponda della politica possono ben poco nella lotta all’azzardo, altrettanto la politica senza le adeguate “informazioni” non può avviare i processi decisionali indispensabili alla soluzione del problema che rimane innanzitutto il riciclaggio.
Non aggiungo altro in attesa di verificare le saldature necessarie dei segmenti che, sparsi, si prefiggono il medesimo obiettivo.
Buona lettura e grazie per la segnalazione.
Dionisia
PS A chi venisse in mente di ripetere la tiritera per cui lo Stato incassa un mucchio di soldi dalla tassazione del gioco, rifletta sul danno per l’economia che ne deriva
La soluzione è una sola; distruggere le macchinette in libera pratica per il Paese, che troviamo persino dai tabaccai e proibirne l’ uso. Come fece Fiorello La Guardia a New York nel ’30.
Su Cafiero De Raho permettetemi di stendere un “velo pietoso”.
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