Il vecchio datore di lavoro di mafiosi farnetica di espropri proletari.

       La villa di Arcore

Ma di quale esproprio proletario (le sue televisioni notoriamente non sarebbero mai diventate “sue” se fosse fallito e sarebbe fallito senza il soccorso di manine in guanti bianchi o sporche di sangue) parla il farneticatore ottuagenario, silente viceversa nella sostanza della “Trattativa Stato-Mafia” e del ruolo del suo fraterno amico e collaboratore Marcello Dell’Utri?

Il grande mascalzone usa termini come “esproprio proletario” per evocare le situazioni determinate da quattro ragazzotti esaltati che ritenevano, negli anni Settanta, quando lui si faceva fotografare, da vero malavitoso, con rivoltella a portata di mano, di riequilibrare le ingiustizie sociali che i mafiosi, gli imprenditori mafiosi, i politici mafiosi, da decenni, generavano in questo Paese. Le televisioni che ora blatera sentire minacciate di esproprio (e le altre partecipazioni azionarie acquisite nel tempo) senza la complicità di una classe dirigente politica corrotta, non sarebbero diventate “sue” perché, senza i soldi della Banca Rasini prima e del MPS e BNL dopo, materializzatisi in contanti dentro le decine di scatole finanziarie fatte nascere con la complicità della Famiglia Previti, non le avrebbe mai potute far nascere, organizzare, far sembrare realtà produttive.

Proviamo a non dimenticare che la speculazione edilizia milanese prima e Publitalia dopo, erano il vero motore di tutto ma che Pubblitalia ’80 era creatura di Marcello Dell’Utri, recluso e ricondannato, giorni addietro,  in quanto protagonista di reati messi in atto con ambienti accertatamente mafiosi. Punto. Forse Dell’Utri esce per motivi di salute (questo stanno trattando da alcuni giorni) perché se non uscisse non uscirebbe più, visto come si incardinano le sentenze.

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Fermiamolo  questo farneticatore bugiardo (è un reato dare a uno del bugiardo se dice bugie?) che è scontato stia usando, come clave, le televisioni e i giornali. O avete dimenticato l’osceno Dossier contro Dino Boffo, tanto per fare un nome? O l’uso di un guitto dell’informazione come Valter Lavitola, con la sua testata giornalistica (L’Avanti) acquisita appositamente? O Emilio Fede, il giocatore compulsivo e pronto a tutto per soldi, che blaterava da una rete televisiva che non doveva essere sua a norma di legge? Vogliamo dimenticare l’uso di testate come il Foglio fatte nascere appositamente in complicità con un altro giocatore di carte come Giuliano Ferrara, traditore dei suol benefattore di un tempo, Bettino Craxi? E che dire del Il Domenicale fondato per provare a contrastare la cattiva fama di Marcello Dell’Utri? Vogliamo dimenticare tutte le interferenze in RAI? Volete rimuovere i mille episodi di conflitto con gli avanzi di una dirigenza RAI non pronta a dare il culo al nuovo padrone dell’ideatore e guida abile di Publitalia, Marcello Dell’Utri? Volete veramente rimuovere tutte le stroncature di chiunque non fosse pronto a leccare le suole delle scarpe di Silvio Berlusconi? Volete rimuovere l’attacco e l’espulsione di Enzo Biagi? Volete rimuovere la disinformazione costante e permanente che partiva dai telegiornali del caimano quando era aitante? Fermiamolo noi anziani che c’eravamo perché è ovvio che i giovani amici a 5 stelle troppe cose non possono ricordarsele.

Cosa ha fatto in passato d’altro Berlusconi se non questo scempio della libertà di espressione, anche usando i posizionamenti di uomini in carriera nei servizi?  Posizionamenti nelle istituzioni preposte alla sicurezza dello Stato, attuati scientemente grazie a Gianni Letta, messo a sua volta, giornalista di testare minori (vedi Il Tempo), a fare l’HUB, tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i servizi segreti. I servizi, sotto Berlusconi, servivano solo a questo e a coprire/favorire gli affari all’estero di don Silvio. A questo, e ad allertare il suo staff nel caso si muovessero interessi contrari ai suoi. Interessi che non coincidevano con quelli dell’Italia in quanto “suoi” come adesso li chiama. Come potremmo diversamente chiamare “interessi nazionali” quelli rappresentati da tutta la spazzatura valoriale e culturale diffusa dalle sue antenne in un fritto misto rancido  fatto di pannolini, merendine per favorire l’obesità dei vostri figli e nipoti, acque minerali, automobili inquinanti, creme per levigare i culi e le tette di donne sempre più in vendita e pronte a tutto per fare carriera nelle televisioni del datore di lavoro del mafioso Dell’Utri che, a sua volta, faceva soldi per lui con tariffe, cambio merci, televendite di ogni durata e capacità suggestiva? Ma veramente tutte le stronzate rifilatevi da Mike Buongiorno (e tutti i Gerry Scotti a seguire), in decine di anni, le vogliamo ritenere altro se non manipolazioni consumistiche e creazione di dipendenza? Lo zoccolo duro di quel 6-7% degli aventi diritto al voto che scelgono Silvio Berlusconi e Forza Italia, sono quasi tutti miei coetanei rincoglioniti che già erano tali ai tempi di Colpo Grosso e Drive In. Nostalgici sopravvissuti ma non potendoli abbattere democraticamente dobbiamo solo che aspettare che muoiano. Sono solo quelli che sono stati in qualche modo a libro paga di Mediaset e altre realtà del tipo, che vi continuano a parlare di un fenomeno politico che non esiste più e che non ha alcuna speranza. Sembra di assistere al ritorno di Peron quando ormai era nelle mani di Isabelita e del confratello José Lopez Rega, il mago, a sua volta affiliato con Silvio Berlusconi in P2.

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Il ritorno di Peron fu un fuoco di paglia e il male che potettero fare i due complici (Isabelita e Lopez) fu relativo.

I servizi (non certo segreti), per tornare a dove li prese in carico il datore di lavoro dei mafiosi Mangano-Dell’Utri, per capire l’oggi, vanno osservati, con super lente di ingrandimento, a cominciare dalla ormai nota fase in Loggia P2 (i vertici tutti iscritti), a quando Berlusconi, post 1994 (in realtà amici lettori non spostate mai l’attenzione dal biennio 1992-93 che come tutti quelli che sanno contare progressivamente, viene prima del 1994), ha potuto mettere le mani sulle nomine e il coordinamento del dentro e del fuori i confini del Paese, piazzando in posizione di coordinamento, come vi ho detto, Gianni Letta che, come è notorio, non solo non conosceva l’inglese ma di Intelligence e di complessità internazionali non capiva un beneamato cazzo.  Viceversa di mellifluo controllo degli uomini,  era uno specialista. Per non parlare di intrighi con le altre lobby del genere Opus Dei od orticelli personali alla Bisignani.

Giancarlo Elia Valori è sempre stato altro e con lui, infatti, in quanto colto e sperticato amico di Israele, spesso le cose si sono ingarbugliate.

Vanno guardati gli anni in cui si faceva carriera grazie a Silvio Berlusconi/Gianni Letta nei servizi e valutati con attenzione quegli anni e quelle nomine capire chi, proveniente dall’ambiente, è oggi considerabile specialista affidabile e chi, viceversa, portatore di polpette avvelenate. La situazione di chi governerà nei prossimi mesi il Paese non è certamente di facile comprensione ma almeno informarsi (non dico proprio studiare come bisognerebbe fare) chi scalò posizioni, chi fece carriera senza merito, chi fornì dossier al Capo del mafioso.

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Quello berlusconiano è un solo disegno che si articola dalla Loggia massonica Propaganda 2, senza alcuna soluzione di continuità, fino ad oggi, sempre ispirandosi a quanto banalmente era stato messo a punto nel Raggruppamento 17 (lo guidava Fabrizio Trecca Trifone fasc. 327) articolazione della consorteria eversiva cuore in quegli anni del Grande Oriente d’Italia.

Ribadiamo quindi: le televisioni di cui starnazza il papero-caimano, non sono mai state sue come non è mai stata sua Arcore. Neanche il tavolone delle cene eleganti sarebbe mai stato suo se non lo avesse fraudolentemente sottratto alla figlia di Camillino Casati Stampa, per un tozzo di pane.

Questo è stato Silvio Berlusconi: uno zanza, un sola, un raggiratore di ereditiere minorenni, un datore di lavoro di mafiosi, un figlio di papà che non ha mai lavorato “onestamente”. Cioè, che non ha “mai lavorato”. Altro che quei nulla facenti del M5S, in realtà tutti ragazzi e ragazze oneste. A paragone suo dei san Francesco.   

Oreste Grani/Leo Rugens sempre in attesa delle opportune querele

P.S. Rinverdisco il Caso Boffo per ricordare con che teppisti berlusconiani dell’informazione avete a che fare quando si tratta di Vittorio Feltri e la sua ex pipa (o pippa?)

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la Redazione