Avendo potuto frequentare la contessa Pinto Olori del Poggio, se richiesto, sono pronto a rispondere

Marisa Pinto Olori del Poggio

Ho conosciuto la contessa Marisa Pinto Olori del Poggio e l’ho frequentata per un periodo più che sufficiente per valutarla. Ho frequentato lei e suoi collaboratori fidati.

Rigorosamente, tengo a precisarlo, per ipotesi di lavoro e per contatti professionali riservati ma per un lasso di tempo che ha fatto ritenere che potessimo divenire partner in attività legate a tecnologie inerenti la sicurezza dello Stato. Durante queste frequentazioni, mi parlò della rivista Diplomatia da lei ideata e per anni stampata. La contessa infatti si intendeva di tipografie essendo stata moglie dello stampatore Luigi Pinto, a sua volta intimo di Gianni Agnelli e degli ambienti di riferimento dell’avvocato, anche americani. Tra l’altro, se ben ricordo, Pinto stampava  il Sole 24 ore e La Stampa di Torino, nella sua edizione centro-meridionale, in uno stabilimento sulla via Tiburtina.

Donna raffinata ma soprattutto di grandissima intelligenza ed esperienza, nazionale e internazionale. Tra l’altro era amica della regina di Giordania. Se ricordo mi affidò la confidenza di essere casa sua (la villa di cui si parla nella rete) sede di incontri di potenti della terra di altissimo livello. Incontri che avvenivano ovviamente nella massima sicurezza e riservatezza. Di lei, fino alla brutta storia di quella arrampicatrice sguaiata della Francesca Immacolata Chaouqui, si era parlato solo per semplici questioni mondane. Ma la contessa, a mio modesto e rispettoso avviso, è stata (e forse è) ben altro. Ormai Azeglio Ciampi è morto e quindi si può dire: la contessa era di assoluta fiducia del presidente. E il presidente spero che lo sappiate era stato uomo dei servizi durante la guerra di liberazione. La contessa era amica anche della moglie, Franca, con cui si vedevano spessissimo quando ci siamo frequentati. La contessa era incaricata di risolvere grovigli che chiamerei di natura diplomatica e perfino legati alla sicurezza nazionale. Il legame era forte anche con alcuni cardinali che contavano in quegli anni. Fortissimo con i reali di Spagna. Confesso che per lei e per la stima e simpatia che provavo, violando il mio giuramento da repubblicano, mi recai perfino presso l’Ambasciata di Spagna, nella omonima piazza, a un ricevimento che un membro della famiglia reale, per una presenza romana, aveva organizzato.  Trattavo cose delicate con la contessa e non mi ero sentito di contrariarla. Mi è facile quindi, anche ad anni di distanza, cogliere il valore di un indizio che collochi qualcuno nelle sfere di relazioni in cui operava la contessa con la sua “Diplomatia”. Mi è facile interpretare fin dove quei rizomi di potere possano arrivare. Mi facile capire da dove uno è partito, chi lo ha protetto, a chi deve rispondere.

Marisa Pinto Olori del Poggio-Tauran

Pronto a spiegarmi meglio, se richiesto.

Oreste Grani/Leo Rugens preoccupato che altri non sappiano da chi è protetto chi e che la Terza Repubblica parta connotata da ambienti anche troppo noti

P.S.

Mi diceva anni addietro un israeliano che se ne intendeva: in Italia non si può girare pagina fino a quando non saranno morti Giulio Andreotti, Francesco Cossiga e, terzo, Luigi Bisignani.

È amorale augurare la morte a qualcuno ma è mio dovere ricordare chi è legato a chi. Ed io penso che Luigi Bisignani sia stato legato agli stessi ambienti che facevano anticamera nel salotto Pinto. E penso di non essermi ancora rincoglionito nel dire che nulla potrà cambiare sostanzialmente se dovessero uscire dal cilindro, per il governo del grande cambiamento, nomi che nuovi non sono certo e che quei salotti hanno frequentato a lungo.

 

Alcuni ci stanno aiutando, altri rimangono indifferenti.

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la Redazione