Prima è prima; dopo è dopo: ovvero prima era la Pro Deo e dopo si è chiamata LUISS
Questo è il Paese dove una persona competente è stata spazzata via dal mercato giornalistico-politico perché aveva mentito su una laurea non presa. Questo è anche il Paese dove, se una ministra della Pubblica Istruzione mente sulla laurea che avrebbe, rimane, con somma faccia di culo, fino all’ultimo giorno, nella posizione di Governo, a vostre spese.
Paese contraddittorio quindi. Mi chiedo cosa si debba pensare di chi la laurea l’ha presa in un luogo (la Pro Deo di Via Pola, 12 a Roma) che godeva all’epoca di pessima fama in quanto quella pseudo università era notoriamente stata fatta nascere da tale Padre Felix Morlion (quello), da monsignor Carlo Ferrero (quello), dal laico Umberto Federico D’Amato (quello) per formare, nei corsi dedicati particolarmente alle scienze politiche, allievi da indirizzare alla carriera diplomatica, in alcuni casi; politica, in altri; nei servizi segreti, in altri ancora.
Sto parlando di attività certa, riscontrata, testimoniata, investigata almeno fino a tutto il 1974 quando la Pro Deo sputtanatissima (anche grazie al Caso Nuovo Mondo D’Oggi e repentina chiusura del settimanale, nel 1968 proprio perché denunciava la Pro Deo come la vera base strategica della convergenza “spionistica” tra gli USA-CIA e Vaticano) cambia il nome in LUISS. Per cui se uno si laurea alla Pro Deo-LUISS nel 1976 si è certamente iscritto nell’anno 1972, avendo certezza di andare a frequentare un’università privata, non riconosciuta in quel momento dallo Stato (il riconoscimento avviene solo per D. P. R. numero 1131 del 31 ottobre 1981!), certamente gestita e condizionata dall’ambiente di Felix Morlion e dalla CIA. Non c’è niente di male, ma bisogna saperlo e ricordarlo.

Felix Morlion e Roberto Rossellini
Punto. Se poi quando compila il proprio curriculum per candidarsi a posizione apicale in partecipata quel qualcuno denomina Luiss quella che era la Pro Deo, secondo questo marginale e ininfluente blog, tende a nascondere un dettaglio.
Almeno questo qualcuno dovrebbe ricordarsi che si è iscritto sotto l’egida di Felix Morlion ed è transitato, solo a fine studi, sotto l’amministrazione Carli-Agnelli.
Inoltre mi chiedo come possa essere considerata una laurea presa nel 1976 quando solo nel 1981 quell’istituzione accademica viene riconosciuta dal Decreto citato.
Ripeto (e ne sono certo) si chiamava “Pro Deo” (che vuol dire “per Dio” e non per l’Italia) quando il nostro allievo comincia a studiare e quando babbo paga le rette.
È solo quando (1974) la famiglia Agnelli, nella persona del Senatore Umberto (eletto a Roma nel II° Collegio dove aveva sede la Pro Deo) ed alcuni personaggi del mondo imprenditoriale romano (tra gli altri la famiglia Abete), decisero che gli ambienti confindustriali avevano necessità di selezionare giovani da immettere nel mondo del lavoro dopo averli opportunamente preparati essendo le università statali ormai sputtanate dalle conseguenze del 1968 che, se uno si iscriveva a Via Pola 12, poteva dire di essersi iscritto alla LUISS.
Solo a quel punto (1974) la Pro Deo viene rilevata e cessa la sua funzione di fucina di “laureati” da raccomandare (alcuni, giovinetti, ad esempio, guarda caso, vanno a lavorare con Giulio Andreotti che, forse va ricordato, era stato segretario e grande ammiratore di Felix Morlion) e mettere in carriera come agenti d’ambiente. Morlion ed altri (Umberto Federico D’Amato certamente) hanno fatto tutta la vita questo: reclutavano, selezionavano, formavano agenti. Dopo l’ingresso degli Agnelli e di Guido Carli ritengo che tale funzione di questa pseudo-università sia cessata. Ma dopo. Prima, viceversa, è certo il contrario.
Direi che, come al solito, le storie personali hanno bisogno di date e di quadri sinottici. Il resto, viceversa, possono essere piccoli aggiustamenti scaltri quando si compila il curriculum.
Dettagli in cui, come dice la saggezza popolare, si nasconde il Maligno.
Pronti a spiegare di chi stiamo parlando e perché lo facciamo, in queste ore pregne di significato per il futuro della Repubblica, con modalità prudenti e coraggiose al tempo.
Come sempre, sapendo cosa stiamo dicendo. Perché lo stiamo facendo, certi di servire gli interessi del nostro Paese, l’Italia, che non era certamente la Patria di Felix Morlion, di Carlo Alberto Ferrero, di Paul Marcinkus, di Giulio Andreotti, di Umberto Federico D’Amato prima e dopo il 1972.
Oreste Grani/Leo Rugens
P.S.
Se uno avesse dei dubbi sulla Pro-Deo e Andrea Felix Morlion basterebbe quanto si viene a sapere nel merito due anni dopo la morte (1989 caduta muro di Berlino), del frate quando il suo nome salta fuori a seguito di una possibile riapertura del processo ad Agca (quello) per l’attentato al papa Giovanni Paolo II. Il nome diventa noto al grande pubblico a seguito di dichiarazioni rilasciate da Giulio Andreotti in occasione della presentazione del libro Karol Wojtyla di Luca Di Schiena. Nel novembre del 1991, interviene – con una dichiarazione – padre Robert Graham, uno dei più qualificati studiosi di storia dello spionaggio (vedi nostro post COSA C’È DA SPIARE IN VATICANO?). Padre Graham afferma:” Sì, padre Morlion era della CIA ed era un grosso punto di riferimento per l’intelligence americana. Padre Morlion, deceduto due anni fa, veniva chiamato “Cip” cioè centro informazioni pro-Deo”
Alcuni ci stanno aiutando, altri rimangono indifferenti.
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la Redazione