Direi che con Savona (qualora fosse) staremmo passando la misura

… E BASTA!!!!!!!
Tecnicamente si potrebbe dire che la misura è colma e se uno ci mette un’altra goccia di cianuro di potassio tutto sarà perduto.
“Nunc et in hora mortis nostrae“: fra questi due punti inesorabili che connotano ogni esistenza, fra questa sorgente e questa foce, fra il presente e la sua fine, sotto l’esiguo raggio di luce tra due tenebre (il M5S dall’ombra della partitocrazia asfissiante proviene e nell’anonimato di una continuità oscura potrebbe finire) scorre il fiume della vita e di questa ipotesi di libertà che sembrò perfino rivoluzionaria.
La vita di Paolo Savona è originata nei meandri della selva oscura della primissima Repubblica e non c’era alcun bisogno di traghettarlo, in piena luce, in questa già tanto tormentata opportunità. Voglio chiamarla ancora così. Savona, per nascita e storia, appartiene ai gattopardi e alla conservazione di quel mondo che tanto ha imposto, spesso con violenza e arroganza consapevole, alla nostra bella Italia. E non solo a lei.
Sembrava che ci si preparasse a scrivere il racconto degli Dèi al crepuscolo e invece i nostri amici “elettricisti pentastellati” stanno accendendo riflettori e polmoni d’acciaio per rimettere in vita i morituri.
Paolo Savona, innestato nel nuovo (ha solo 82 anni) esecutivo, sarebbe come dire che Giancarlo Elia Valori fa il ministro degli Esteri, che il generale Carlo Jean è il ministro della Difesa e che la geopolitica e l’intelligence economica (aspetto determinante) italiana vien pensata e dettata da queste intelligenze tra loro in associazione. Non faccio accostamenti a nomi scelti a caso, non evoco fantasmi da buon principe (con tutte queste contesse che si aggirano almeno fatemi essere “principe”) della dietrologia (comunque, visti i chiari di luna, santissima scienza!) ma, banalmente, constato che qualcuno, campione di backgammon, ha giocato con le creature a sotto muro, alla lippa e, soprattutto, a ruba mazzo.
Savona è un vecchio paladino del libero mercato inteso come le sue fortune personali e le sue idee vendute al miglior offerente.
La sua carriera è stata svolta tutta all’ombra (non ho scritto alla luce) di chi ha ridotto l’Italia come, avevamo capito, anche Giuseppe Grillo da Genova mostrava di sapere: io collaboravo con Luigi Abete, vice presidente della Confindustria in quanto Presidente dei Giovani Industriali, quando Paolo Savona era già Direttore Generale della Confindustria. Forse so di cosa parlo. Eravamo nel lontanissimo 1979 e si votava, a giugno di quell’anno, per la prima volta, per il Parlamento Europeo. Moro, per davi un’idea cronologica e sinottica, era stato ucciso solo un anno prima e le BR, quando si votava per rinnovare le nostre istituzioni e per il Parlamento europeo, ammazzavano a Piazza Nicosia i vertici della DC romana.
A Roma il re dell’illecito politico e amministrativo erano Vittorio Sbardella e Giulio Andreotti. Quando Paolo Savona guidava la Confindustria, Giancarlo Abete (quello che poi diviene il Presidente della FIGC, fratello di Luigi), entrava, con 47.000 voti di preferenza, alla Camera dei Deputati in rappresentanza degli industriali romani lasciati orfani dal ritiro di Umberto Agnelli dalla politica attiva. Giampaolo Massolo, di cui sentite sempre di più parlare, si era appena laureato alla privatissima università Pro Deo di Padre Felix Morlion e si preparava a lavorare per la Famiglia Agnelli in quel di Torino. Archeologia. Paolo Savona, già da anni (dal 1976), guidava la struttura burocratica degli industriali italiani. State parlando di uno che ha avuto tutte le opportunità di fare bene e che ha saputo solo farsi i cazzi propri, passo dopo passo, concorrendo a ridurre, viceversa, l’Italia 28esima su 28. Minchia: ma chi consiglia chi in questo momento nodale? Ma dove siete andati a prenderli questi salvatori della Patria? Paolo Savona è un’altro (ho scritto un’altro) ragazzo di Padre Felix Morlion e di quella Pro Deo di quando la CIA era la gloriosa CIA. Ma veramente pensate che abbiamo gli orecchini al naso come quasi tutti i ragazzi d’oggi?
Siamo vecchi anche noi e non solo Paolo Savona. Leggete le righe a seguire e tenete conto che banalmente non vi ho costruito “a modo mio” la biografia di questo ragazzino di primo pelo ma è il suo amico ed estimatore Paolo Messa che lo racconta dalle pagine elettroniche di Formiche. Per non lasciare nulla di non raccontato vi ho riportato anche la fonte Wikipedia per ché lo so che siete pigri oltre che siete tirchi (mi mandate un po’ di piccoli soldi che ne abbiamo bisogno?) Che dire, amici che mi scrivete inorriditi e fortemente preoccupati: questo è il ricambio dell’élite politica che evidentemente vi siete meritati per aver votato, con pulizia di intenti e con animo speranzoso, in milioni e milioni, gli eredi del “tutti a casa-tutti a casa”, “onestà-onestà”, “Rodotà-Rodotà”. State assistendo, se nelle prossime ore questi nomi saranno confermati, al più grande esperimento di trasformazione del potere lasciando al comando, nelle posizioni determinati, gli stessi che hanno dominato l’Italia negli ultimi 40 anni. Con questo esecutivo, se alcune indiscrezioni saranno confermate, stiamo entrando nella storia geopolitica planetaria, dopo aver stupito il mondo della letteratura quando Giuseppe Tomasi di Lampedusa, gran signore meridionale, alto e massiccio, di colorito olivastro, i grandi occhi neri e penetranti, consegnò all’Umanità Il Gattopardo. Perché pensasse e si preparasse. Anche a noi italiani fu fatto il dono preveggente del Gran Libro ma, evidentemente, senza alcun esito positivo.
Oppure sono io, accecato dal mio amor di Patria, che non vedo il nuovo che avanza.
Oreste Grani/Leo Rugens che non ce la fa a non ricordare che Paolo Savona era già Direttore Generale della Confindustria quando comincia, ucciso Moro, il declino dell’Italia.
Non ce la faccio inoltre a non ricordare (io c’ero in questo Paese quando ancora si ragionava di queste complessità) cosa sia stata la Pro Deo (non la LUISS rivista e corretta) per cui sento il peso di questi rizomi, vivi e vegeti, che zavorrano il mio Paese.
In nome del vostro Dio, se uno ne avete, Savona la sua occasione per tradire il Paese l’ha già avuta!
Alcuni ci stanno aiutando, altri rimangono indifferenti.
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la Redazione
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Savona
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