Persone care mi chiedono maggiore chiarezza negli scritti
Persone leali nei confronti delle istituzioni repubblicane e del mandato popolare, in queste ore, mi hanno detto apertamente che non mi faccio capire bene quando scrivo.
Accetto la critica e provo ad aumentare la chiarezza. Saper scrivere è un’arte e io non “la ebbi”. Dovete capire che tranne “appunti”, negli anni che precedono la nascita di questo blog, non aveva mai scritto niente e questo non solo si vede ma credetemi è stata la parte più onerosa di questa vicenda personale. Ho perfino una tale cattiva dimestichezza con la tastiera che essendo mancino non sapete quanti errori di scrittura devo correggere avendo la mano sinistra più veloce di quella destra nella ricerca delle lettere.
Veniamo a cosa dovevo dire con maggiore chiarezza.
Perfino un provincialotto come me sa bene che si può cadere su un curriculum taroccato e per questo, nei decenni, non mi sono mai candidato a niente ritenendo di non avere titoli.
Nella giberna, per servire, si porta prioritariamente l’umiltà e successivamente l’apporto di quanto si è vissuto. Non so se il Conte in questione ha fatto tutto quello che dichiara che ha fatto. So che nessuno, sano di mente e di principi patriottici, poteva non avere certezza che si sarebbe arrivati (parlo del M5S) ad avere la possibilità di guidare il Paese. Così come si aveva certezza che si sarebbe arrivati a poter amministrare la capitale della Repubblica.
Dico per tanto, fortissimo del mio curriculum “senza titoli atti a essere mostrati” ma di quanto – per ora – ho lasciato scritto (male) in rete in quasi 4.500 post, che si doveva, alla luce di queste “ipotesi certe” (il primo successo in Sicilia dopo la traversata dello Stretto, la vittoria a mani basse per il Campidoglio, la “quasi” vittoria alle ultime regionali in Sicilia e il dilagare in tutto il Sud nelle elezioni politiche nazionali), dare vita a processi di reclutamento, selezione e formazione delle candidature con metodologie che non esponessero, non tanto alle veniali (se esistono) pecche di alcuni racconti ma a ben altre presenze (intendo nell’ipotesi di compagine governativa) quali quelle di Massolo e di Savona (tanto per fare i primi due nomi) destabilizzanti l’intero disegno messo a punto (ma fu vera messa a punto?) a suo tempo dai fondatori del MoVimento.
Lo spread tra il dire e il saper fare è la parte sconcertante di quanto vediamo accade.
Torno a me che non ho curriculum ma in decenni (ho più di 71 anni) ho sempre avuto l’umiltà di aspettare che mi venissero a chiedere di risolvere problematiche complesse e quando mi preparavo ad assumere un incarico la prima cosa che chiedevo era di poter studiare la situazione e poter mostrare, nel periodo di studio, chi realmente fossi (lo stile di vita se osservato non è tutto ma è già qualcosa in termini di sicurezza) e cosa sapessi fare. Periodo congruo. Così facendo ho fatto quel poco che ho fatto. Se uno non ti chiede di poter essere inserito in un processo formativo durante il quale essere osservato, è opportuno insospettirsi sulle reali motivazioni e capacità. Oggi, dalla posizione di forza del nulla dovere a nessuno se non a voi lettori il ringraziamento per i piccoli o grandi aiuti che ci fate pervenire (colgo l’occasione per rinnovare l’invito a mandarci gesti a testimonianza di stima) mi posso permettere di scrivere o affermare nelle sedi più diverse (e questo lo faccio senza pudori), che senza un percorso formativo a cui sottoporre chi avesse l’immodestia di ritenersi sufficiente per guidare uno dei paesi (la nostra Italia) più complessi (è questa la parolaccia che va pronunciata ma solo dopo sapere di cosa si stia parlando) del Pianeta nulla deve essere affidato del patrimonio di speranza che certo non può essere considerato proprietà privata di qualcuno riguardando la cosa pubblica.
Bisognava impostare, con l’opportuna tempistica, una forma evoluta di reclutamento pubblico dei quadri, sottraendo la delicata materia a logiche di cooptazione per linee interne al MoVimento in quanto, lo dico con affetto e rispetto, nel migliore dei casi si trattava di dilettanti che presumevano di avere ormai acquisito capacità di reclutamento e selezione di potenzialità che certamente non contraddistinguevano neanche la loro stessa fresca esperienza nella polis.
Si doveva inaugurare una prassi del tutto inedita (ma già sperimentata in altre sedi dove si lavora realmente sulla meritocrazia come principio di sicurezza) per arrivare al momento, previsto e prevedibile, dei modi con cui un potere oligarchico e antidemocratico (e ancora non avete visto nulla!) si sarebbe preparato a trasformasi per non desistere dalle posizioni acquisite.
Da alcuni anni (diciamo almeno dal dicembre 2015?) bisognava attivarsi per costituire una brigata con l’incarico di predisporre gli strumenti che oggi, si vede per certo, nessuno ha predisposto per tempo. Evidentemente, sono prevalse suggestioni che nulla avevano a che fare con l’individuazione di candidati al “corpo di spedizione” che doveva liberare l’Italia. Perché (e qui cascano gli asini e le asinelle) era una “guerra di liberazione” che vi aspettava.
Una guerra di liberazione da affrontate con armi e bagagli adeguati. Una guerra civile cruenta che non tutti hanno potuto capire si sarebbe delineata quando, dalle chiacchiere, si fosse passati alla possibilità per gli oligarchi di essere sconfitti nei fatti e con gli strumenti culturali della ragione in pugno. Ma a differenza degli attaccanti (sembra di assistere alla Battaglia della Montagna Bianca, 1621, a Praga quando la speranza laica fu sconfitta dalla conservazione clericale per impreparazione dell’esercito degli idealisti e dei sognatori) questi pezzi di merda (cambio volutamente il linguaggio) pronti a tutto (capito?) pur di non cedere (ma dove avete vissuto?) hanno preparato i percorsi da suggerire, sussurrando ad orecchie candide, le trappole feroci dilanianti gli arti, e hanno inoculato i veleni a lento rilascio. Pronti a tutto, essendo gli eredi e continuatori di chi, pur di non passare la mano, ha bruciato vivi gli italiani nelle gallerie ferroviarie, ha crivellato di colpi magistrati onesti, ha mandato scientemente allo sbaraglio servitori dello Stato senza scorte adeguate, ha trattato con i carnefici e con i finanziatori dei carnefici dentro il carcere speciale di Paliano o nei territori compiacenti delle Madonie il riscatto di corrotti mentre era stato pochi mesi prima intransigente per la vita di Aldo Moro.
C’è ben altro che qualche corso di lingua fatto o non fatto (fatto, fatto!!) a Vienna (mi sembra che altre nel MoVimento erano passati per le stesse scuole di formazione austriache novelle Hiperyon all’epoca parigine) che si aggira nel labirinto delle candidature. Ci sono coevi ed allievi di chi ha costruito l’orrore che, entrato a Roma sul carro del vincitore, ha insanguinato il Paese a partire da Portella della Ginestra, devastando la Banca dell’Agricoltura il 12 dicembre 1969, passando per l’assassinio di Enrico Mattei, continuando il 16 marzo 1978 e finendo (finendo?) nel biennio ’92-’93. Scrivemmo (perché anch’io partecipai alla scrittura), Massari ed io, a Gianroberto Casaleggio perché approvasse l’edizione del libro (Shalabayeva il Caso non è chiuso) che non a caso iniziava riprendendo le profetiche parole di John Le Carré: “L’espressione del subconscio di una nazione è il suo servizio segreto… “Il subconscio è una delle peculiarità dell’Intelligenza umana. L’assenza (di questo si tratta) di un servizio segreto ‘intelligente’ rende l’Italia una realtà storica-culturale-giuridica senz’anima, senza sovranità, incapace di riconoscersi. Quando un individuo sviene o, addirittura, muore si dice che ‘perde conoscenza’. Così è ridotta oggi l’Italia. L’episodio della deportazione della signora Alma Shalabayeva e di sua figlia ci coglie in questa ennesima perdita di conoscenza.
La Repubblica è senza strumenti di attività di reperimento, raccolta e collegamento d’informazioni utili a prendere decisioni per la propria sicurezza. Le vicende politiche determinate da decenni di oligarchia partitocratica hanno orientato gli accadimenti italiani sempre verso direzioni non rispondenti agli interessi nazionali.
Accade di tutto e questi avvenimenti ci danno la certezza della ‘pericolosità’ per la collettività dell’attuale forma organizzativa del nostro sistema di sicurezza.
Perché tutti i protagonisti, di qualunque ordine e grado, politici o militari che fossero, della vicenda Kazakistan, hanno dichiarato di non sapere chi fosse Mukhtar Ablyazov e quali complessità geo-politiche si portava dietro da anni?”
Scrivemmo con coraggio e fummo capiti.
Oggi mi pento (parola pesante) di non aver proseguito quel dialogo per eccesso di umiltà e rispetto delle professionalità altrui per prime quelle di Aldo Giannuli (autore di tanto studio nella materia e fino al 21 luglio 2017 presente ai convegni sull’Intelligence), Loretta Napoleoni (fuoriclasse dell’Intelligence economica stimata in mezzo mondo occidentale che altrettanto vedevo vicina al MoVimento per poi sparire da un giorno all’altro), sia pur con ruolo altro, anche quella di Domenico De Masi che negli anni trascorsi, di quanto accenno, mi ricordo ne capisse.
Abbiamo visto aggirarsi intorno all’adolescente MoVimento, gentarella e perversi che, ben noti, avevano consentito, complici o silenti vigliacchi, decenni di orrori.
Speravamo che uomini più titolati accademicamente di noi che non siamo nessuno, sapessero fermare l’inquinamento e le penetrazioni orchestrate. Siamo gravemente colpevoli di quanto sta accadendo per uso eccessivo dell’umiltà. Dovevamo incazzarci prima, molto prima e non tenerci da parte certi che altri avrebbero fatto meglio di noi. La battaglia della Montagna Bianca (e spero che alcuni mi capiscano fino in fondo) ormai è perduta. A prescindere se si incollano o meno i cocci del vaso di Pandora. Vediamo, da oggi (non da domani), di non lasciare nel nulla centinaia di parlamentari onesti che si aspettavano altro e che ora potrebbero essere facile preda di scoramento o di lusinghe. Rimbocchiamoci le maniche perché le semplificazioni dell’amica rete o le incursioni nel futuro della giusta Ivrea non sono sufficienti. E spero che nessuno abbia dubbi in materia. O dovremmo cominciare ad avere dubbi sugli eventuali dubbiosi.
E come si può evincere dai 4.500 post eviterei di provare a mettere in dubbio noi dopo quanto continua a succedere perché siamo già abbastanza incazzati in presenza di quello a cui abbiamo dovuto assistere. Anche perché, mentre il MoVimento potete anche sentirlo vostro (cosa che non è), l’Italia, se permettete, è anche nostra e sia pur vecchi, poverissimi, stanchi e malandati abbiamo deciso di non non lasciare il campo.
Oreste Grani/Leo Rugens
P. S.
E poi, diciamocelo: non è il modo migliore per ricordare i martiri della legalità caduti a Capaci il 23 maggio 1992 quello di farsi dire che nel Programma di Governo M5S-Lega non è una priorità il contrasto alla criminalità.
Anche perché – a leggerlo bene – potrebbe essere che sia così.
Intelligence poco o niente; politica estera, peggio che andar di notte; contrasto alla criminalità e al riciclo con il gioco d’azzardo, latitante…
Direi che bisognerebbe sentire battere un colpo se ancora rimane qualcosa.
Adesso mi direte, spero affettuosamente, che sono stato troppo chiaro.
Intelligenti pauca.
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Approfondire e documentarsi no!?!?
Se c’ é qualcuno che desidera semplicità si legga i quotidiani, che li tutto è di facile comprensione e forse corrisponde a realtà.
Libero Arbitrio; uno si legge “lanciostory” oppure la Divina Commedia, per poi lamentarsi che Dante non è sufficientemente chiaro.
i dati ed elementi che compaiono u questo eccellente Blog, a volte sono poco comprensibili, ad una prima lettura, anche al sottoscritto che è poi “costretto” a documentarsi sui fatti; Avendo la fortuna di poter attingere al pozzo senza fondo del Web.
Consiglierei, se posso, a chi pretende di capire cose di una complessità sociale, sistematicamente depistata o distorta dai media correnti, di avere un pò di iniziativa e documentarsi per poter capire; diversamente produco una parte di scritto di un enigmista che visse a cavallo del’300:… Lasciate ogni speranza voi ch’ entrate… Che ha diversi significati, ma nessuno si è mai lamentato, almeno negli ultimi 700 Anni.
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