L’interessante curriculum di Paolo Savona, amico e sodale di GEV
ABSTRACT (per bambini di 11 anni): Paolo Savona, già prof. della Pro Deo (l’università della CIA poi LUISS) nel 1976, diventa amministratore della LCFG di Giancarlo Elia Valori (catto-massone, P2); nel 1976 Giampiero Massolo si laurea alla Pro Deo; Luca Galli ex Lega Nord ha lavorato per Giancarlo Elia Valori presso la Serenissima sgr. La Lega di Salvini sostiene apertamente la candidatura a ministro di Paolo Savona amico personale di GEV.
Trentatre indizi fanno una prova
Manuel Delia è un maltese che ha speso dieci anni della sua vita a fare politica nelle fila dei Cristiano democratici oltre a essere un lettore de L’Espresso, in particolare del numero in edicola il 15 aprile 2018:
Leghisti offshore: e i soldi per la beneficenza volano a Malta
Una fondazione di beneficenza, presieduta da un esponente del partito di Salvini, ha investito milioni sui titoli di piccole società con base nell’isola del Mediterraneo
DI VITTORIO MALAGUTTI
19 aprile 2018È una miniera di sorprese l’ultima pagina della millenaria storia delcastello medievale di Collalto Sabino, 70 chilometri da Roma sulla strada per L’Aquila. Tra investimenti milionari, intrighi politici e conflitti d’interessi assortiti, si arriva nell’isola di Malta, dopo una sosta a Mauritius, paradiso vacanziero nell’Oceano Indiano. Niente più papi e cardinali, nobili e briganti, che per secoli hanno popolato le stanze della fortezza nel reatino.
La trama che L’Espresso è in grado di svelare racconta i sorprendenti affari di un ente benefico con sede a Varese sostenuto e finanziato dalla potente Fondazione Cariplo. Dietro le quinte si muovono professionisti con solidi agganci politici.Come per esempio Luca Galli, targato Lega per un decennio e più fino all’espulsione dal partito, l’estate scorsa. E poi Andrea Gemma, consigliere di amministrazione dell’Eni, avvocato dalle mille relazioni nei palazzi del potere romano, in primis con Angelino Alfano, ministro degli Esteri dimissionario.
Il castello di Collalto SabinoCrocevia Malta
Per tirare le fila di questa vicenda conviene partire da Malta, piattaforma d’affari nel Mediterraneo ad alta densità di investitori internazionali, attratti dai generosi sconti fiscali del governo di La Valletta. Batte bandiera maltese il gruppo Global Capital, una piccola compagnia di assicurazioni che una quindicina di anni fa ha investito circa 3 milioni di euro per comprare il castello di Collalto Sabino, con le sue alte mura merlate che cingono un palazzo nobiliare con nove camere da letto, saloni, sala da ballo e biblioteca.L’affare italiano non sembra aver portato molta fortuna a Global Capital. Le cronache finanziarie danno conto della storia piuttosto travagliata della società, che fino al 2015 era controllata dal miliardario mauriziano Dawood Rawat, a capo della British American Investment company (Bai) con base a Mauritius. Il cambio di governo nel minuscolo Paese africano, un milione e duecentomila abitanti, è stato fatale al finanziere, molto vicino al primo ministro uscente Navinchandra Ramgoolam. Accusato di una gigantesca truffa da oltre 600 milioni di dollari, tre anni fa Rawat è stato costretto a fuggire all’estero per non essere arrestato, mentre le sue proprietà venivano commissariate.
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Gli effetti del ribaltone si sono fatti sentire anche a Malta. Global Capital esce dall’orbita del gruppo Rawat e a metà del 2015 compare all’orizzonte un nuovo socio forte, l’italiano Paolo Catalfamo, 55 anni, una lunga carriera alle spalle come gestore di fondi e investitore in proprio. Catalfamo non è entrato in scena per caso. È stato console onorario in Italia di Mauritius, dove risulta residente, e gli vengono anche attribuiti buoni rapporti con Navinchandra Ramgoolam, l’ex primo ministro che fu a suo tempo sponsor di Rawat, il miliardario caduto in disgrazia. Tramite la Investar, una holding con base a Malta, il nuovo arrivato mette sul piatto una manciata di milioni e prende il controllo della compagnia di assicurazioni di La Valletta.Ad aprile 2016 su Global Capital sventola il tricolore italiano. Nel consiglio di amministrazione presieduto da Catalfamo troviamo l’avvocato quarantenne Andrea Gemma, protagonista di una rapidissima carriera. Insieme a Gemma, nel board maltese siede anche il leghista Luca Galli, che in passato ha collezionato poltrone in Cariplo, nel gruppo bancario Intesa e in Finlombarda, controllata dalla regione Lombardia. I due amministratori di Global Capital hanno condiviso almeno un altro incarico: entrambi sono stati consiglieri di Serenissima sgr, la società di gestione di fondi immobiliari che fa capo alla Centrale Finanziaria presieduta da Giancarlo Elia Valori, un altro nome che ricorre da decenni nel mondo di mezzo tra la politica e gli affari.
Soldi dalla Onlus
Torniamo a Malta. Una volta in sella, Catalfamo fa il pieno di capitali freschi. Nel corso dei primi mesi del 2016 Global Capital e la holding Investar piazzano sul mercato obbligazioni per un totale di 15 milioni di euro. Chi ha sottoscritto quei titoli? La Fondazione comunitaria del Varesotto sborsa circa 2,5 milioni. I documenti ufficiali che L’Espresso ha potuto consultare rivelano che 720 mila euro sono andati a Global Capital, mentre 1,8 milioni hanno preso il volo verso la Investar di Catalfamo.In altre parole, il piccolo ente con sede a Varese ha investito quasi il 20 per cento del proprio portafoglio titoli puntando sulle obbligazioni di due società maltesi, praticamente sconosciute fuori dall’isola. Una scelta sorprendente per un’istituzione benefica nata 20 anni fa per «migliorare la qualità della vita della comunità e promuovere la cultura della donazione», finanziando tra l’altro la ricerca scientifica, le attività culturali, l’assistenza sociale e sanitaria. La Fondazione comunitaria del Varesotto opera di fatto come un satellite di Cariplo, che oltre ad avere voce in capitolo nella nomina del consiglio di amministrazione è anche di gran lunga il principale finanziatore.
Bilanci alla mano, ora si scopre che la onlus varesina è diventata uno sponsor importante della Investar di Catalfamo, che ha come unica attività in bilancio la partecipazione azionaria in Global Capital. I conti della holding maltese segnalano che la quota di controllo nel capitale della compagnia di assicurazioni vale 4,4 milioni finanziati per intero con il prestito da 5 milioni emesso all’inizio del 2016. Lo stesso prestito che è stato sottoscritto per 1,8 milioni (il 36 per cento del totale) dalla Fondazione comunitaria del Varesotto. Le obbligazioni sono convertibili in azioni Global Capital nel settembre di ogni anno a partire dal 2017 e in prospettiva potrebbero rivelarsi molto difficili da liquidare, visto che sono trattate soltanto in un piccolo listino alternativo maltese.Interessi in conflitto
Per quale motivo un ente benefico, che dovrebbe evitare speculazioni finanziarie, si è avventurato fino a Malta per investire in una piccola compagnia di assicurazioni e in una holding come la Investar che a fine 2016, data dell’ultimo bilancio disponibile, vantava mezzi propri per soli 139 mila euro?Dalle carte emerge che la rotta di Global Capital si incrocia almeno in un’altra occasione con la onlus varesina. Come detto, infatti, tra gli amministratori della società maltese compare il nome di Luca Galli. Proprio lui, il consulente finanziario nonché piccolo imprenditore di Castellanza (ramo costruzioni), a lungo esponente di punta della Lega in provincia di Varese. Galli fino all’estate scorsa sedeva sulla poltrona di presidente della Fondazione comunitaria del Varesotto.
Ricapitoliamo: nel 2016 l’ente guidato da Galli investe 2,5 milioni di euro nelle obbligazioni Global Capital e della controllante Investar. A luglio di quell’anno, lo stesso Galli entra anche nel consiglio della compagnia di assicurazioni di La Valletta. «Conosco Galli da una decina di anni», ha spiegato Catalfamo a L’Espresso. «Gli ho chiesto di entrare in consiglio proprio per poter sorvegliare da vicino la gestione della compagnia in cui aveva investito la Fondazione che presiedeva».Ribaltone a metà
Per un po’ tutto fila liscio, a Varese. L’ente benefico approva il bilancio dove vengono segnalati gli investimenti a Malta e il 1° giugno del 2017 i 14 amministratori votano all’unanimità la riconferma del presidente uscente Galli, designato da Cariplo. Nel board della fondazione varesina siedono importanti esponenti delle professioni e dell’imprenditoria locale, come l’avvocato leghista Andrea Mascetti, l’ex presidente dell’Unione industriali, Michele Graglia, il banchiere Giorgio Papa, già direttore generale della finanziaria regionale Finlombarda e dal 2015 alla guida della Popolare Bari.Un primo stop a Galli arriva il 13 luglio 2017. Quel giorno il presidente si presenta dimissionario davanti al consiglio della fondazione varesina, che prende atto del passo indietro. È una svolta sorprendente, visto che solo 40 giorni prima Galli era stato riconfermato all’unanimità. Nel frattempo la Lega aveva scaricato il suo dirigente, espulso poche ore prima di lasciare l’incarico di vertice nella onlus con le obbligazioni a Malta. La decisione non è mai stata motivata, ma non è difficile metterla in relazione con il coinvolgimento di Galli in un’indagine della procura di Varese sulla gestione della casa di riposo cittadina.
L’ex leghista, però, ha fatto un passo indietro solo a metà: è infatti ancora amministratore della Fondazione, ora presieduta da Maurizio Ampollini, legato al mondo del volontariato. «Stiamo cercando di vendere i titoli maltesi un po’ alla volta», spiega Ampollini , «ma serve tempo». Intanto la società Quaestio, partecipata da Cariplo, ha completato la sua verifica sulla consistenza e i rischi legati agli investimenti dell’ente benefico varesino.
Le sorprese non mancano. E ancora una volta si corre sul filo del conflitto d’interessi. Galli, in questo caso insieme all’avvocato Gemma, compare tra gli amministratori di Serenissima sgr, a cui fa capo il fondo Real Energy. Ebbene, dai documenti ufficiali risulta che la Fondazione Varesina ha investito 520 mila euro proprio nel fondo Real Energy. Tra il 2016 e il 2017 sono inoltre state comprate obbligazioni e una garanzia ipotecaria per un totale di 1,5 milioni collocate dalla società Mata, a cui fanno capo alcune operazioni immobiliari tra Milano e Pavia. Fino all’estate del 2016 uno dei tre amministratori di Mata era il leghista Galli. Ancora lui.
Tralasciamo ogni commento e cerchiamo di capire il nesso tra un leghista come Luca Galli e Giancarlo Elia Valori (GEV da qui in avanti come suggerito da un nostro caro e formidabile lettore che si guadagna onestamente il pane a colpi di ramazza e che da cittadino informato segnala indefessamente la pericolosità delle trame del catto-massone più potente d’Italia; torneremo a parlarvi dell’amico perché se lo merita ampiamente).
Che i due si frequentino non ne abbiamo idea, che siano due perfetti sconosciuti lo escludiamo. Entrambi condividono anche il fatto di essere stati buttati fuori dalle rispettive case: Galli dalla Lega Nord, GEV dalla Loggia Propaganda 2 (P2); meritatamente o meno non lo sappiamo, e comunque non è un titolo da vantare.
Sarebbe interessante sapere se il Galli condivida con i suoi ex compagni di viaggio leghisti la candidatura di Paolo Savona a ministro dell’economia; che c’entra vi chiederete, ebbene, centra eccome perché i professori Savona e GEV sono buoni amici e qui non temo smentita.
Qui iniziano le curiosità, giacché, da amanti delle fonti aperte, abbiamo trovato la testimonianza di tale Luca Federico Garavaglia il quale ci fornisce un ritratto della Centrale Finanziaria Generale (via San Vittore 40 Milano, a un passo dalle note carceri milanesi) ritratto del quale non troviamo altri riscontri:
Premesso che ancora nel 1978 “La Centrale” fosse una controllata del Banco Ambrosiano (1978, una pessima annata…) e che all’epoca il prof. Paolo Savona insegnasse alla Pro Deo già dal 1976, anno in cui si laureava Giampiero Massolo, GEV, l’intramontabile, torna immancabilmente e noi ci domandiamo: è opportuno che il Savona diventi ancora ministro di un paese la cui economia ha contribuito senza dubbio a determinare? E con quali risultati e con quali amicizie e collaborazioni poi.
Qui di indizi ne abbiamo abbastanza perché il decisore decida con urgenza di prendere le distanze da Paolo Savona, esperto o antieuro che sia.
La redazione
Buongiorno Leo!
Solo 2 osservazioni:
– Negli ultimi 2 anni (casualmente) L. Dini, T. Ben Ammar e P. Savona si sono dimessi da consiglieri de LA CENTRALE FINANZIARIA….il Sig. Garavaglia non ha aggiornato il board….
– Mi sembra abbastanza “oscurato” il recente contributo de IL FATTO QUOTIDIANO:
https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/il-ponte-e-le-chiamate-inquietanti-in-nome-di-impregilo-e-dellutri/
In confronto ai dubbi sul Prof. Conte questo INSIEME di FATTI credo abbiano ben altro peso….o almeno debbano avere ben altro peso.
Ma i Coraggiosi cosa ne pensano?
Informati Lo sono stati….ci avranno riflettuto bene?
Grazie Leo
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Il Fatto non ha fatto altro che recuperare un articolo di Repubblica del 2005 contenente quella intercettazione
La redazione
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la Struttura definita “Fondazione Comunitaria”, con il suffisso delle località di riferimento, in genere il Capoluogo di Provincia. Quasi tutti o tutti, in Lombardia. Tali Fondazioni corrispondono alla Branca di controllo territoriale, attraverso la quale la Fondazione Madre, ovvero CARIPLO, distribuisce denaro sul territorio.
Fondazione CARIPLO, presieduta da G. Guzzetti (l’ arzillo vecchietto che con Bazoli da il nulla Osta alla nomina di Mussari, quello, alla Presidenza ABI).
Fin qui nulla di particolare tranne se si va a controllare la composizione del Board di tutte le Fondazioni Comunitarie; tutti uguali; i sindaci delle Città in orbita al Capoluogo, i corrispondenti Vescovi, il Prefetto, il questore, il Presidente della CCIAA territoriale, il Presidente delle diverse Associazioni del territorio, ad esempio Comunità Montane, ecc. I presidenti di Provincia ed eventualmente il Rettore di eventuali Università o strutture di insegnamento Superiori. I diversi personaggi locali di influenza dei vari Paesi del territorio provinciale, tipo i Presidenti delle “Case di Riposo”, etc etc.
Con questa struttura para-istituzionale si “controlla” il territorio. Perché, questa struttura, influenza le nomine dei vari presidenti delle CCIAA, I Voti, i soldi e le altre nomine,via via a scalare fino al paesino più piccolo, con il bene placito della Chiesa, abbondantemente finanziata. Chi manovra? Giuseppe GUZZETTI.
Come mai dico ciò?
perché nel corso della mia attività imprenditoriale mi sono scontrato con quegli emeriti figli di buona donna, massoni e mafiosi.
Chi influenzava le nomine alla presidenza delle fondazioni allora? Giulio Tremonti Ministro della Lega con il Suo consigliere Politico (non solo) Marco Milanese, quello che mi manda affanculo al telefono quando gli chiedo motivazioni inerenti al mio ostracismo istituzionale in merito alla mia attività di export di Riso. I fatti:
Decido nel 2008 di acquistare l’ archivio fotografico CHIOLINI di Pavia (non lo voleva nessuno), ed a Nessuno chiedo il permesso. Partecipo all’ asta e vinco, non sto a menarla su cosa volevo fare, non importa.
Il giorno successivo all’ acquisto, scoppia il finimondo ed il presidente della Fondazione Comunitaria di allora, ancora oggi in carica, Giancarlo VITALI, telefona al Direttore Generale di Confagricoltura Pavia (con il quale stavo organizzando una filiera Agricola che avrei presentato al Convegno Nazionale di Taormina in Aprile 2009), Luciano NIETO dicendogli testuali parole :.. Ma Aschei che cazzo vuole fare con l’ Archivio CHIOLINI?… Luciano Nieto (massone P2 che era presente nella sala VIP del Covo di Nord Est di SM Ligure quando nacque Forza Italia, con Ruppen, Cartotto, Garelli &C.), mi chiama e mi riporta le parole di Vitali Presidente Fondazione Comunitaria, io affermo che se vuole saperlo, mi chiama che glielo spiego. Giusto per non mandarlo affanculo. Naturalmente Vitali ne mi chiama ne mi caga, però mi dichiara guerra (non so il perché).
In Sostanza Comune di Pavia, Fondazione ed Associazione Industriali di Pavia Finanziano l’ Acquisto da parte del Comune; Infatti il Ministero dei Beni Culturali vanta la Prelazione sull’ Archivio Fotografico CHIOLINI di Pavia.
Da quel momento inizia la mia Via Crucis.
NB al Ministero Beni Culturali c’era un tale Mario RESCA (oggi CdA Mondadori, allora CdA ENI ed Accademia di Brera) residente a Retorbido (PV) (mi chiede di presentargli un progetto riso per il Suriname)-, buffone n°1;
Oltre a ciò, io so che esiste una connessione con il tessuto Massonico territoriale e le varie Fondazioni Comunitarie che dirama i contatti con le realtà militari di CC, GdF, Polizia, Magistratura, Università, nonché con si intreccia con gli ordini cavallereschi, Lions, Rotary e di conseguenza a cascata con le varie strutture malavitose, incaricate di razzolare voti in vendita sul territorio competente nel periodo elettorale.
Praticamente sono la organizzazione territoriale di controllo di tutto il tessuto Sociale. La Mafia dei Colletti Bianchi che arriva a controllare i mafiosetti territoriali come il pentito DIMASI che mi accusa di far parte della Ndrangheta. Ah ah che ridere.
Spero di essere stato esaustivo.
Ciao ciao redazione, grazie dell’ imbeccata. Intanto abbiamo fatto il Governo e li vedo agitati, peggio di quando acquistai l’ Archivio Fotografico CHIOLINI. Specialmente il Banana che a palazzo grazioli dopo il colloquio con il Prof. Conte ha radunato tutta la Cupola a Palazzo Grazioli. ATTENZIONE !!!
PS: Strutture territoriali Locali simili sono sviluppate su tutto il territorio Nazionale attraverso le varie banche Popolari o territoriali (ad es Banca Etruria) delle Varie regioni.
Un aspetto importante è che SONO TUTE IN CONTATTO tra di loro ed un ORDINE di imput che parte da Varese o Lecco o Pavia o Lodi arriva fino in Sicilia e viceversa. In pratica è lo scheletro fisico della Massoneria, che può degenerare fino al peggior livello malavitoso o semplicemente distrattivo di denaro delle Fondazioni Bancarie.
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Integrazione al commento precedente:
il sistema predetto aumenta le varie ramificazioni territoriali, oltre che con i vari Lions Club e Rotary; anche con la contiguità in “circoli culturali” ai quali si associano il resto dei Sindaci del territorio competente, altri funzionari pubblici, Dogane, Assessori, ecc. Imprenditori di piccole dimensioni.
Nel caso di mia conoscenza a Pavia esiste il Circolo Agorà con una composizione simile a quella citata. In quel Circolo vengo portato dal “Pentito Calabrese” della Operazione LEX DDA di RC, Giuseppe DIMASI, in compagnia del Presidente della PRO-LOCO Voghera di allora. Lo scopo? Il pollo prima di spennarlo, lo vogliono vedere. In quel Circolo e ritengo, quei circoli simili, sono e rappresentano il passaggio dalla Legalità alla Illegalità territoriale. In quanto il DIMASI, scoprirò, era il controllore dello spaccio stupefacenti e ricettazione di tutto ciò che avveniva a Voghera, oltre a fare il costruttore edile era il contatto illegale con gli zingari. Ecco come le informazioni di tutto ciò che facevo arrivavano alle Istituzioni. Il Presidente del circolo era Valerio Gimigliano Assessore del Sindaco di Pavia, il più amato dagli Italiani Alessandro Cattaneo, ora a Roma. La faccia nuova di Berlusconi, il nuovo che “Avanza”..
FONTE APERTA:
23 Aprile 2014 Prima del 16 luglio 2010 una manifestazione antindrangheta con a capo gli amici degli amici si era vista solo a Cosenza o a Reggio. Quella sera Pavia assiste a due opposti cortei antimafia: da una parte i cittadini incazzati neri; dall’altra, molti amici di Carlo Chiriaco e di Pino Neri, con in testa il sindaco bardato a festa e la fascia tricolore, lo stesso sindaco più volte gradito ospite a casa di “compare Pino” reduce dalle patrie galere dopo una condanna a 9 anni pernarcotraffico, lo stesso sindaco eletto l’anno prima proprio con il contributo del capo della ‘Ndrangheta lombarda.
Manifesta Ettore Filippi, l’ex assessore tutto d’un prezzo recentemente ai “domiciliari”, che aveva candidato nelle liste di “Rinnovare Pavia” le persone indicate da Chiriaco e da Neri e posto a revisore dei conti Asm il chiacchieratissimo Pietro Pilello da Palmi, suo sodale e commercialista. Manifesta suo figlio Luca (è tra i più citati nell’ordinanza del Gip milanese) che, nel maggio 2010, ha assunto ad Asm Lavori l’ingegner Francesco Rocco Del Prete, quello «nella piena disponibilità» del capo della ’Ndrangheta lombarda Pino Neri. Manifesta l’assessore Antonio Bobbio Pallavicini, l’anno prima sorpreso nei più esclusivi ristoranti della Locride in compagnia di Neri e del suo braccio politico Antonio Dieni. Manifesta l’assessore Luigi Greco (Pdl), già socio in affari della moglie prestanome dell’indagato Rodolfo Morabito (cugino di Chiriaco), dell’amante prestanome di Chiriaco e di un parente prestanome del pluricondannato per mafia e narcotraffico Salvatore Pizzata. Manifesta Valerio Gimigliano, consigliere comunale Pdl e membro del Cda dell’Azienda servizi alla persona (Asp – Chiriaco ad un certo “Peppino”: «quel consiglio di amministrazione me lo sono scelto io…»), in rapporti anche con Pino Neri. E chissà se tra i manifestanti c’era anche il fantomatico “Peppino”, a cui l’ex direttore sanitario dell’Asl pavese nell’agosto 2009 confidava la necessità di «costruire un centro di potere» a Pavia.
Assente giustificato Dante Labate: eletto nel 2005 con il contributo dell’amico e sodale Pino Neri, per Labate presenziare a una marcia antindrangheta forse è troppo.
Il sindaco Alessandro Cattaneo ora cerca la riconferma.Nella sua lista civica, un paio di candidati sono in quota a Ettore Filippi e un terzo, Giovanni Demaria, è migrato per tempo in Forza Italia. E proprio nel partito di Dell’Utri ritroviamo impuniti proprio loro: Luigi Greco, Antonio Bobbio Pallavicini, Dante Labate e Valerio Gimigliano.
«A quello gli taglio le orecchie e gliele infilo su per il culo». Non è la voce di un macellaio alle prese con un bovino recalcitrante alla macellazione, ma il linguaggio oggettivamente mafioso attribuito all’assessore ai Lavori pubblici di Pavia Luigi Greco, sorpreso a intimorire un noto avvocato pavese. Del resto in certi ambienti i toni minacciosi sono ormai consuetudine. Lo stesso ex direttore sanitario dell’Asl pavese Carlo Antonio Chiriaco (condannato in primo grado a 13 anni per associazione mafiosa) in alcune intercettazioni riferisce a un certo “Peppino” le minacce da lui rivolte all’imprenditore edile Bruno Silvestrini, «che faticava a darmi i soldi»: «…la prossima volta che ti vengo a trovare, nella migliore delle ipotesi ti mando in ospedale, nella peggiore ti sotterro…»
Ancora Chiriaco, qui intercettato in conversazione con Luca Filippi, figlio di Ettore:
Il 17 giugno 2009 Luca Filippi e Chiriaco sono in auto e parlano del neo assessore ai Lavori pubblici: Chiriaco – Se lo sappiamo gestire abbiamo un bel si-stema…
Luca Filippi – Lo so…
Chiriaco – Non come prima che eravamo… [incompr.].
Filippi – Siamo in pochi, adesso Greco bisogna un attimo inquadrare…
Chiriaco – Greco si farà i cazzi suoi ed i suoi intrallazzini…
Filippi – Gli ha regalato il ristorante…
Chiriaco – Eh… il ristorante… allora, ufficialmente…
Filippi – Ufficialmente?
Chiriaco – Adesso è tutto di Greco, ufficialmente…
Filippi – Ho capito che non l’ha pagato lui… dove li trova i soldi…
Chiriaco – Lui non ha messo una lira, ho messo tutto io…
Filippi – Lo so che non ha una lira, è mio socio…
NB: CARLO CHIRIACO MI FA SEQUESTRARE 100 TONS DI RISO CHE VENGONO ANALIZZATE ALLA CLINICA MAUGERI VENDUTE SUCCESSIVAMENTE ALL’ ASTA SU DISPOSIZIONE DEL TRIBUNALE DI PERUGIA !?!?
Luca Filippi è È il figlio di Ettore Filippi , già vice-sindaco di Pavia (dal 2005 al 2009) ma soprattutto l’ex-poliziotto, capo della squadra Mobile di Milano, balzato agli onori delle cronache nazionali per l’arresto (il 4 aprile del 1981) del brigatista Mario Moretti.
PAVIA 01 Dic 2017. Alle 16.45, dopo quasi tre ore di requisitoria, il sostituto procuratore Paolo Mazza formula le richieste di condanna per i sei imputati nel caso Punta Est-Green Campus. Chiede 4 anni di reclusione per l’ex vice sindaco di Pavia, Ettore Filippi, 75 anni, (accusato di corruzione), 5 anni per Angelo Bugatti, 66 anni, docente universitario (corruzione, falso e calunnia), 2 anni e 6 mesi per Ciro Manna, 51 anni, ex capomastro dell’impresa di Dario Maestri (tentata estorsione riqualificata, su richiesta del Pm, in minacce gravi), 3 anni e 6 mesi per Angelo Moro, 51 anni, dirigente comunale (abuso d’ufficio e truffa), 2 anni e 6 mesi per Elisabetta Masnata, 46 anni, avvocato (concorso in truffa) e 2 anni e 6 mesi per Paola Coppi, 67 anni, moglie del professor Bugatti (concorso in corruzione).
Questa operazione era progettata e impostata da Gian Michele CALVI (fratello di gian Luca quello della Mirmex-Tarantini):
PAVIA. 11 Sett 2015 «Il mio compito era solo metterci i soldi, tutto il resto lo gestiva Calvi. Agivo sotto sua dettatura. Sono stato usato e alla fine ci ho solo rimesso tanto denaro, al punto che ho dovuto anche fare causa a Green campus». Arturo Marazza, costruttore e amministratore della società Arco che comprò i terreni su sui oggi sorge il complesso di case universitarie di Green campus, al Cravino, all’inizio restò coinvolto nell’inchiesta della procura, ma ieri mattina era seduto sul banco dei testimoni nel processo che vede, tra gli imputati, i suoi amici e colleghi d’affari: Gian Michele Calvi, progettista delle case universitarie di Green campus, e la moglie dell’ingegnere Carla Casati, socia di Marazza nella Arco.
PAVIA. Gian Michele Calvi, l’ingegnere pavese incaricato da Silvio Berlusconi della realizzazione delle opere del G8 – poi annullato – alla Maddalena acquisisce, direttamente e indirettamente, buona parte di via Luigi Porta. Con due atti distinti si garantisce, in qualità di presidente di Eucentre, la gestione per 30 anni degli edifici della Fondazione Nascimbene. E con la moglie, l’avvocato Carla Casati, la proprietà dell’ex chiesa della Mostiola – sempre in via Porta – pagando 400mila euro, più 350mila per i lavori di restauro nella nuova sede della Nascimbene in via Corridoni.
Scusate la lungaggine.
FONTI APERTE: Giornalista ed Amico Giovanni Giovannetti e la Provincia Pavese.
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