Il ponte maledetto – Capitolo 1

Un giorno, R.D., un contatto di Facebook, annunciò che stava sistemando l’archivio paterno e non sapeva che farsene di una cartella stampa contente dei materiali inerenti il progetto del ponte sullo stretto di Messina. Mi feci avanti e nel giro di un paio di giorni mi arrivò un corposo malloppo.

Ho ritenuto opportuno iniziare la pubblicazione della rubrica “Il ponte maledetto” da un documento del 1985 e che in alcuni nostri lettori potrebbe addirittura inumidire il ciglio. Bettino Craxi, allora Presidente del Consiglio, quasi fosse una strenna di Natale o il viatico di un capodanno col botto, annunciò che entro pochi anni sarebbe avvenuto il miracolo della costruzione del ponte, al modico costo di 5.000.000.000.000 – “5 MILA MILIARDI” – di lire.

La fine della storia è nota.

Ci sia consentita una divagazione in merito alla questione in generale; essendo il ponte un’opera che unisce, in linea di principio non ne siamo contrari, e nemmeno le difficoltà tecniche ci paiono insormontabili; anzi, trattandosi di un’opera immensa ci affascina a priori. Trattandosi poi di un sogno ci piace ancor di più, anzi ci verrebbe quasi voglia di spingere per la realizzazione, così come avremmo fatto perché il canale di Suez venisse realizzato. Nel 2019 ricorre il 150esimo anniversario dell’inaugurazione, a proposito.

Mentre ci libriamo tra le nuvole imaginando la campata del ponte, ci sentiamo improvvisamente e violentemente riportati con i piedi per terra, all’idea che miliardi e miliardi siano già stati spesi per niente, che fior di ingegneri ha cominciato a lavorare al ponte e in pensione vi è andata da qualche decennio senza aver visto una sola gettata di cemento e per finire che iniziare la costruzione del ponte significherebbe consegnare definitivamente il paese alla accoppiata “mafia – ‘ndrangheta”. Per realizzare visivamente il fatto, pensate al duo Dorina Bianchi – Angelino Alfano, gli ultimi campioni di questa malandrinata che si chiama “ponte sullo stretto di Messina”.

Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli ci sentiamo di indirizzare questa breve nota, segnalandogli la piena disponibilità a collaborare in merito alla sicurezza di infrastrutture strategiche da parte di servitori dello Stato dalla schiena dritta per quanto “eretici”.

Vi anticipiamo che nelle puntate seguenti potrete leggere una selezionata raccolta di articoli di giornali dell’epoca e il bel progetto tecnico alquanto suggestivo.

Nel 1985, a vent’anni esatti, ero alla presa con l’università e avevo capito che la mia generazione, più che dalle bombe e dal piombo, all’epoca quasi in disuso, sarebbe stata scoraggiata a interessarsi della Repubblica a causa della degenerazione della politica e delle istituzioni.

Ciò sia di monito agli attuali onesti cittadini alle prese con qualcosa di molto, forse troppo, impegnativo.

Alberto Massari

P. S. Se il donatore del materiale, R.D., avesse piacere a stilare una scheda o un ritratto del genitore glie ne saremmo immensamente grati; per ora lo ringraziamo della generosità dimostrata, pronti a farne menzione, qualora lo gradisse.

0101 101 201 301 401 501 601 701 8comunicato vicariato