Forza Ministro Di Maio! Dignità! Dignità! L’azzardo uccide, fallo tacere per sempre!

Martedì 10 luglio 2018 Paola Merlo, insegnante di Vercelli molto attiva nel mondo del volontariato viene trovata morta nel bagno di casa. L’assassino è il figlio adottivo Caleb, 38 anni nato in Camerun. Il movente sono i soldi per giocare d’azzardo che la madre ha negato al figlio.

Un giudice deciderà la pena per l’assassino; chi stabilirà la pena per chi ha favorito che l’azzardo divenisse legge dello Stato?

28 aprile 2013, mentre Enrico Letta si insedia a Palazzo Chigi, Luigi Preiti spara a Giuseppe Giangrande, brigadiere dei CC, paralizzandolo a vita. “la Repubblica”, commentando la conferma in Cassazione della condanna a sedici anni, dimentica la motivazione del gesto di Preiti, noi no: l’uomo si è rovinato con il gioco d’azzardo, ha perso tutto compreso la famiglia e vuole vendicarsi colpendo i politici. Preiti stesso “dimentica” di essere stato dipendente dal gioco d’azzardo in una intervista sempre a “Repubblica”; non sia mai che si leghi l’azzardo all’omicidio.

2010

2011

I finanziatori di veDrò nel 2010 e 2011

Secondo l’autorevole parere di Antonio de Martini, Letta jr avrebbe “tutelato e assistito lo sviluppo di una holding spagnola che ha creato oltre trecento società a responsabilità limitata inondando bar, tabacchi e “circoli culturali””, altri sostengono di peggio.

 

Schermata 2018-07-17 alle 9.42.36 AM.png

 

Sempre nel giro delle slot machine non dimentichiamo Gianfranco Fini, uno che pensava di fare il Presidente del Consiglio e che aveva indossato addirittura una kippà per riuscirci

Gianfranco Fini a processo per la casa di Montecarlo. Imputati anche il “re delle slot” Corallo e i fratelli Tulliani
di Fatto Quotidiano | 16 luglio 2018

Rinviato a giudizio per riciclaggio l’ex presidente della Camera, Gianfranco Fini. E’ quanto deciso dal gup di Roma che ha mandato a processo anche la compagna di Fini, ElisabettaTulliani, il padre e il fratello di quest’ultima, Sergio e Giancarlo, e il “Re delle slot” Francesco Corallo. Il processo è stato fissato per il 30 novembre davanti alla quarta sezione penale. Al centro delle contestazioni dei magistrati c’è l’operazione di compravendita di un appartamento a Montecarlo, lasciato in eredità dalla contessa Annamaria Colleoni ad Alleanza Nazionale. “Sono pronto a chiarire davanti ai giudici e a dimostrare la mia assoluta estraneità dei fatti” ha detto Fini ai suoi difensori, Francesco Caroleo Grimaldi e Michele Sarno. Rinviati a giudizio anche altri cinque indagati tra i quali l’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Laboccetta.

A seconda delle posizioni la Procura contesta i reati di associazione a delinquere finalizzata al peculato, riciclaggioe evasione fiscale. Secondo l’accusa, Corallo, Alessandro La Monica, Arturo Vespignani, lo stesso Laboccetta, Rudolf Theodoo, Anna Baetsen e Lorenzo Lapi, avrebbero fatto parte di un’associazione per delinquere che, nell’evadere le tasse, era dedita al riciclaggio di centinaia di milioni di euro. I soldi, una volta ripuliti, sarebbero stati utilizzati da Corallo per attività economiche e finanziarie, ma anche nell’acquisto di immobili che hanno coinvolto i membri della famiglia Tulliani.

Gli accertamenti del procuratore aggiunto Michele Prestipino e del pm Barbara Sargenti hanno riguardato anche l’immobile Boulevard Principesse Charlotte 14 finito nella disponibilità di Giancarlo Tulliani, attualmente libero su cauzione a Dubai. L’appartamento monegasco, secondo quanto accertato, sarebbe stato acquistato da Tulliani junior grazie ai soldi di Corallo attraverso due società (Printemps e Timara) costituite ad hoc.

Il coinvolgimento di Fini (che ascoltato dagli inquirenti il 16 novembre ha respinto tutte le accuse) nell’inchiesta è legato proprio al suo rapporto con Corallo. Un rapporto, per la Procura, che sarebbe alla base del patrimonio dei Tulliani. Questi ultimi, in base a quanto accertato dagli inquirenti, avrebbero ricevuto su propri conti correnti ingenti somme di danaro riconducibili a Corallo e destinati alle operazioni economico-finanziarie dell’imprenditore messe in atto tra Italia, Olanda, Antille Olandesi, Principato di Monaco e Santa Lucia. I Tulliani, come del resto Fini, sono accusati solo di concorso in riciclaggio e non anche di associazione per delinquere. Un rapporto, quello tra l’ex vicepremier e Corallo, scriveva il gip Simonetta D’Alessandro nell’ordinanza di arresto di Giancarlo Tulliani, maturato apparentemente solo dopo un’importante gara, bandita nel 2002, vinta dalla Rti del “Re delle slot” in materia di giochi.
“Siamo convinti che riusciremo a dimostrare l’estraneità di Fini all’esito dell’istruttoria dibattimentale”, commenta l’avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, difensore dell’ex presidente della Camera. (ANSA).

Fosse l’unico atto politico del Ministro del Lavoro Luigi Di Maio per noi basta e avanza per essergli riconoscenti a vita e difenderlo a oltranza.

Forza!

La Redazione