Milena Gabanelli suggerisce una strada: piccole virtù, si chiamavano un tempo

RAI: GABANELLI, SENZA RISPOSTE SU CONTRATTO REPORT A RISCHIO

Ho sentito ieri sera, sulla La7, Milena Gabanelli, dire cose assennate relative al patrimonio immobiliare del demanio (il Ministero della Difesa) da non lasciare andare allo sfascio e eventualmente da rendere atto ad accogliere e controllare (aggiungo io) moltissimi di quelli che, arrivando in questo Paese per le più diverse vie, oggi vengono alloggiati a spese della comunità a fronte di oltre un miliardo di euro l’anno. In affitti.  Viceversa,  suggerisce Gabanelli, il patrimonio immobiliare in dotazione (ancora) al Ministero della Difesa potrebbe essere facilmente riconvertito per accogliere e successivamente divenire residenza certa e controllata, anche amministrativamente, per centinaia di migliaia di persone che entrano in questo Paese e che continueranno ad entrare a prescindere da cosa pensi o meno il ministro Salvini. Attualmente, come ho scritto, si spende per dare accoglienza a quelli che comunque sono entrati negli ultimi anni oltre un miliardo di euro! Sono affitti che si riconoscono per i più diversi locali e ai più diversi affittuari. Cominciare subito a disdire questi contratti e dare il via alle ristrutturazioni a cui faccio riferimento e farlo con il Genio Dife, organismo qualitativo comandato dal Generale di Divisione Massimo Scala, come luogo di coordinamento di questa attività. Sono certo che si potrebbero trasformare, con il massimo del rapporto qualità prezzo, gli alloggi di cui si necessita. So che molto si sta facendo meritoriamente per destinare prioritariamente questi luoghi (a rischio, viceversa, dismissione e degrado pre-speculativo!) a nostro personale “pendolare” per facilitare la vita di questi nostri ragazzi. So di asili che intelligentemente si costruiscono nelle nostre caserme. Ma molto si può fare ancora per risparmiare (parolaccia?) gran parte di quel miliardozzo di cui sento parlare per i rifugiati che sistemiamo in affitto. 

Sono certo di quello che dico come sono anche sicuro che si possano dotare questi luoghi di tecnologie non invasive, anche individuali, perché non avvenga un’altro paradosso: molti accolti, dopo essersi organizzati, si allontanano e spariscono mentre l’amministrazione centrale dello Stato, cioè voi, continua a pagare per i numeri assoluti indicati inizialmente. Vuol dire che pagate per 100 accolti anche se in realtà ormai in quei posti ci sono solo 50 persone. Direi che si può, con l’autorevolezza ministeriale di chi si è appena insediato mettere mano, subito, a questo aspetto della più ampia vicenda delle ondate immigratorie. Collaborando in modo equo (e quindi sicuro) e lungimirante. Basterebbe infatti, che oggi, il Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, o chi per essa, opportunamente delegato, mandasse cortesemente a chiamare Milena Gabanelli e le chiedesse delucidazioni su l’approfondimento che in tema la seria professionista ha già fatto.

Braccialetto sanitario a tutti, inoltre, per evitare il paradosso di cui sopra. Non sono spese ma ricavi quelli che suggerisco anch’io, se lo Stato si fa “intelligente”. E se non si fa intelligente lo dovremo considerare stupido o, attraverso alcuni, colluso con l’attuale stato di cose.   

Cosa gravissima visto lo scenario criminale che si delinea, in modo sempre più chiaro, retrostante l’orrore mediterraneo.

Almeno il tanto discusso reato di concorso morale/esterno glielo vogliamo affibbiare agli indolenti?

Oreste Grani/Leo Rugens