Le parole del Senatore Mario Michele Giarrusso dedicate a Paolo Borsellino poggiano su 5000 pagine di sentenza

 

Servitori infedeli dello Stato hanno ucciso Paolo Borsellino, isolato dai suoi stessi colleghi e consapevole, come gli uomini della scorta, della morte che lo aspettava. Nessuno è arretrato. Lo dicono le 5000 pagine della sentenza che andrebbe pubblicata integralmente, letta e commentata quotidianamente.

Tutti sanno che questo Governo ha la forza e l’intellettualità per affondare colpi mortali al crimine organizzato, così come si è cominciato a fare vietando la pubblicità dei giochi.

Tutti sanno e per questo operano febbrilmente per impedire che ciò avvenga. Tutti quelli che devono sapere sanno e sanno che non hanno fatto null’altro, negli anni passati, che operare per conservare, chi più chi meno. E lo hanno fatto con i dossier, con le “messe in mezzo”, lasciando che le talpe scavassero tunnel su tunnel.

“Farsi Stato” potrebbe essere il motto che meglio descrive l’operato di Giuseppe Grillo negli ultimi vent’anni; ne sono consapevoli anche coloro i quali grazie alla sua straordinaria strategia sono arrivati sui banchi del Parlamento?

Non è sufficiente dichiararsi qualcosa se non si opera coerentemente al pensiero che si esprime; Borsellino, come Socrate, accetta la condanna dello Stato al quale ha dedicato l’opera e il pensiero, l’uno come uomo di Legge, il filosofo da cittadino irreprensibile e soldato coraggioso.

Alberto Massari