Sono pronto a dare lavoro ad Ezio Bigotti
Leo Rugens – banalmente – si era messo in testa che se l’avvocato Pietro Amara (quello) avesse “cantato”, non solo avrebbe fatto passare giusti guai ai suoi complici, ma che ne avrebbe tratto piccoli/grandi vantaggi personali. Inoltre, da questi racconti, la Comunità Civile, avrebbe avuto aiuto sostanziale a capire meccanismi di complicità che minano la convivenza e la giustizia nelle sue varie articolazioni. In particolare perché questa gentaccia spesso riusciva a comprare le sentenze, descrivendo così, alla maggioranza degli italiani onesti, uno Stato ingiusto.
E così è stato.
La vicenda della corruzione su cui si comincia ad indagare Denis Verdini (quello che entusiasmava come esperto di cose costituzionali Maria Luisa Boschi e il suo compagno di sentimenti politici Matteo Renzi) la potete leggere a seguire. Piccoli vantaggi compresi. L’avvocato siciliano è “a casa”, libero di uscire a passeggio anche se spero che la sdrumata presa, lo consigli di camminare a culo strettissimo.
Dopo Pietro Amara, è dal suo complice Ezio Bigotti (che non vede l’ora di andare a farsi un bagno nel Salento e poi sposarsi con la signora Bonino) che ci aspettiamo novità sostanziali (non solo giudiziarie) su come facessero a sentirsi tanto sicuri di poter fare il bello e il cattivo tempo nel mondo degli affari nazionali e non solo.
Direte che siamo faziosi in queste curiosità mirate.
Certo, Denis Verdini interferì non poco nelle elezioni amministrative di Siena della primavera del 2011 (inventò il povero Alessandro Nannini pur di far vincere Ceccuzzi) in cui la lista civica su cui avrebbe fatto leva Ipazia per anticipare di alcuni anni lo scandalo del MPS, raggiunse un inutile 17,7%. Ancora sono incazzato. Ma, certamente, non per quello, se le prescrizioni non la smettono di salvarlo, dovrebbe un giorno finire in carcere. Dovrebbe finire in galera soprattutto perché è un testimone eccellente di quella “Altra Italia” che, da ieri, Silvio Berlusconi (quello) evoca per salvare il Paese dalla moralità del M5S.
Mi soffermo sull’androide Berlusconi (ieri era proprio impressionante!) e sul progressivo disvelamento della trama che precede il suo mefistofelico scendere in campo del 1994, per descrivere questa patetica neo-chiamata alle armi di tutti i reduci di quella stagione che fu orchestrata (anche con i mafiosi?) per salvare dalla bancarotta le sue attività imprenditoriali e le idrovore dell’illegalità che da quel momento sono diventate le sue aziende. Berlusconi evoca, dal suo punto di vista, quell’Altra Italia (è il 4% degli aventi diritto al voto) che esiste e che si riconosce in tutti i criminali che per decenni hanno sperato che, salvandosi il capo, si sarebbero salvati tutti loro. Il capo si è salvato e moltissimi, viceversa, si sono ritrovati ristretti, anche in sua vece. O nei guai perché il metodo Berlusconi (corruzione-corruzione corruzione fino ai giudici) ormai è obsoleto.
Oggi, nell’anniversario delle bombe del Velabro e San Giovanni in Laterano non possiamo non tenere conto anche delle oltre 5.000 pagine della sentenza per la strage di via D’Amelio e della verità tragica che, passo dopo passo, si avvicina dell’etimologia del ventennio berlusconiano.
Nel dare un peso alle banalità che il caimano imbalsamato anche ieri ha diffuso nei media (molti da lui controllati) non possiamo non ricordare le decine di condanne definitive che riguardano i suoi sodali, la cerchia stretta di un tempo, che si chiamino Valter Lavitola, piuttosto che Cesare Previti, Emilio Fede, Lele Mora, Marcello Dell’Utri, Amedeo Matacena, Denis Verdini, appunto. Impressionante come gran parte della stampa e delle televisioni rimuova che la chiamata alle armi in nome di un’Altra Italia per fermare il M5S la formuli il capo di una gang i cui membri sono ormai in molti individuati e condannati.
Berlusconiani/Dell’Utriani di ferro (gli sembrava giusto agire secondo quella prassi ad imitazione del solco tracciato dall’aratro dell’illecito del loro duce) come l’Ezio Bigotti che, per forzare le situazioni a suo favore, pensava che la corruzione fosse l’unica e l’eterna soluzione.
Per tornare a questioni personali è certo che quell’arrogante presuntuoso di Ezio Bigotti mi sta personalmente antipatico anche in quanto mi ha trattato come un pezzente ritenendo che non fossi credibile, come pre-veggente, quando in quel ormai lontanissimo 2015 gli consigliavo di fare meno il biricchino e di cambiare rotta fino a quando era in tempo. Ma le antipatie personali odierne non mi devono accecare e potrebbero avere soluzione nell’interesse superiore della Nazione.
Pertanto, non solo è certo che con il pinerolese Bigotti, Leo Rugens ha una questione aperta ma visto come sta andando a finire la storia della loro banda di grassatori (è un reato dare dei grassatori a dei corruttori?) direi che è mio dovere usare in modo paradigmatico e metaforico come sia poco intelligente farsi condizionare da alcune sottovalutazioni.
Corrompere giudici, farsi proteggere da ambienti che altro dovrebbero fare per fini istituzionali, ostentare il denaro come la soluzione di ogni questione di equità, porta a questo e questo va ricordato e testimoniato. Anche nelle sedi di legge dove siamo in attesa di convocazione ulteriore. Ma c’è altro da fare per la Repubblica.
Vediamo se dopo non avermi ascoltato a tempo debito, ora Bigotti mi capisce e segue, almeno questa volta, l’ormai disinteressato consiglio: deve raccontare, con dovizia di particolari, illuminanti, il suo sistema di pensiero corruttivo.
Deve raccontare la sua vita imprenditoriale (soprattutto le relazioni con i francesi di Siram/Veolia) e come abbia fatto ad emergere, fino a sembrare essere determinante, alla vigilia della gara CONSIP, “per la pulizia dei cessi dei palazzi del potere”, partendo da dove è partito.
A noi interessa la storia vera del suo essersi ritrovato Console Onorario del Kazakstan.
A noi interessa la storia vera (non giudiziaria) relativa ai perché voleva vincere, ad ogni costo, il LOTTO 10. Lotto certamente parte del mitico budget da 2 miliardi e 700 milionicini di euro di quella garetta ma movente d’altro.
Non mi interessa, ovviamente, la verità giudiziaria. Sono interessato a tutti i dettagli relativi alla messa a punto della cultura del Global Service (Bigotti, con altri, è stato un teorico della materia) a come si è arrivati a far credere che la manutenzione dei patrimoni immobiliari convenga allo Stato, alle regioni, ai comuni. Mi interessa sapere come è andata in Sicilia e quella questione della firma falsa/vera che lo contrappose ad un collaboratore poi finito a dirigere Campus X, residenza universitaria più grande d’Europa. Parlo di un’altro groviglio bituminoso a cui prima o poi si dovranno dare soluzioni di chiarezza. O pensate che vi mando “in cavalleria” cose di questa natura complessa? Tempo al tempo. Ma se posso risparmiarmi qualche fatica, vecchio malato e stanco come sono, è molto molto molto meglio. Dimenticavo che sono anche povero.
Direi che sarebbe particolarmente interessante un racconto didattico (sono pronto a dargli uno ruolo di docenza anche in una scuola che abbia la polis evoluta come obiettivo) perché possa spiegare, preventivamente, alle future classi dirigenti, cosa non non non si debba fare a discapito della collettività.
Tramite il web gli sto facendo, pertanto, una nuova proposta di ravvedimento, finalizzata a non buttare via il resto della sua vita nell’inutile tentativo di ricominciare a dare testate in faccia ai suoi interlocutori quale fosse l’ultimo degli Spada o Casamonica.
Se Bigotti se la sentisse, sono pronto ad accogliere, anche a puntate, questo suo racconto catartico. Ormai dovrebbe aver capito che ne saprei fare un uso “intelligente”.
Oreste Grani/Leo Rugens pronto a farsi datore di lavoro (grande questa idea!) di Ezio Bigotti se ne sentisse il desiderio e ne vedesse la convenienza.
Ah ah ! “Sdrumata”, mi ha fatto tornare di colpo ai compagni di Università, Donato, Veniero daaggarbatella ed Ivo all’EUR!
NB: … (anche con i mafiosi?) … Il “?” è da levare.
Leo ma Vuoi far “scrivere” Bigotti?
Vengo io a pulire i Vostri “cessi” (sono bravo, lo fccio tutti i giorni, anzi stiro e cucino pure) aggratis, ma devo fare “il capo” di bigotti!
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Vi voglio far fare (per motivi diversi) i docenti in una scuola intelligente che vien varata a settembre.
Perché a questo da anni lavoravo ed ora il progetto è all’ultimo metro.
Anzi, tra poche ore, sarà pubblico e irreversibile.
Ancora un po’ di sano tifo.
Un grazie affettuoso.
Per la disponibilità anche a far pulire i cessi a Bigotti.
O.G.
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Addirittura docente! Quale onore! Non merito tale considerazione!
Di un Progetto così “di livello”
Farò il tifo da Ultras!!
Grazie a Te; per i cessi sono sempre a disposizione
f.
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Il cuculo è sempre molto molto vigile. Questa ti è sfuggita?
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2016/05/11/ricatto-al-notaio-biglia-per-pagarsi-la-coca-e-i-debitiGenova05.html
Conferma l’intuizione ed i collegamenti ( sì, sono la stessa cosa)
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Questo mi era Proprio sfuggito! ma quel Lorenzo Soriente può essere una connessione? Sono i classici soggetti ideali per gli Imprenditori, da Genova a Milano, passando da Rapallo.
Posso dirlo? (..ca+**+, mi era sfuggito).
insidioso il Cuculo vigile
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Il Cuculo Vigile è persona preziosa, per troppo tempo lasciata sola sotto l’attacco durissimo di veri prepotenti annidati nel mondo accademico e urbanistico.
Ma la persona mi permetto di considerarla meno sola da quando abbiamo ritenuto opportuno incontrala. Mi fa piacere che dal tuo lontano garage te ne sia accorto. Segui con attenzione l’evoluzione perché il Cuculo Vigile potrebbe riservare vere sorprese preziose per la collettività.
O.G.
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lo seguirò con attenzione; 😉
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Uaoh! Ma tutti questi complimenti non li avevo letti!
Ringrazio e saluto. Sto procedendo in modo rizomatico (conoscete Gilles Deleuze?) per associazione di idee, che è un principio fondamentale dell’apprendimento della mente olistica, ma presenta l’inconveniente di perdere il filo del percorso!!
È necessario, a questo punto, pur se contraddittoriamente positivista, uno sforzo di tipo sistematico e classificatorio, utile per tentare una sintesi che si inserisca nel quadro delineato dalla DIA e riportato dal quotidiano calabrese.
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