Il 50% delle famiglie dei nostri compatrioti uccisi a Genova rifiuta i funerali di Stato: meditiamo
L’onta ulteriore (e il dramma strisciante implicito) di quanto è accaduto, è data dal rifiuto di diciotto famiglie (il 50% di quelle coinvolte) a partecipare ai funerali di Stato.
Il 50% degli offesi da questo omicidio di massa (così lo valutano in molti e noi tra loro) testimonia la “guerra civile” (un Paese spaccato e, una volta tanto, non intorno a se Ronaldo sia o meno un grande campione) che, nei fatti e nei sentimenti, si avvicina.
Spero che la percentuale sia solo una coincidenza e non si sovrapponga con quel 50% che già non si reca a votare, o quanto è accaduto a Genova, se non avesse risposte adeguate, sarebbe l’inizio della fine. Tragica. Una risposta adeguata sarebbe banalmente stata la sospensione del rito edonistico e stordente (come l’oppio che invece, giustamente, è vietato) dell’intero campionato di calcio e non circoscrivendo ala città di Genova e alle sue squadre ipocriti dolori. Niente oppio? Niente scommesse? Niente gettito pubblicitario già tanto minacciato di tagli per i budget vietati se abbinati al gioco d’azzardo? Dovessimo rifondare questa Repubblica su valori tipo il perseguimento dei doveri e dei diritti della persona umana, comprendendo in essi non solo i i diritti individuali, ama anche e soprattutto i diritti sociali che rappresentano l’esplicazione in termini concreti del principio d’uguaglianza. Gli italiani non si sentono uguali di fronte a niente neanche alla morte per crollo di un ponte. Non si sentono uguali neanche quando vengono uccisi in massa. Se non sono i prodromi di una guerra civile questa quali dovrebbero essere?
La rifondazione di una Repubblica che un giorno vedesse i propri cittadini uniti in qualcosa non risiede più nel riconoscimento (quando accade) tradizionalmente inteso di diritti (sempre più calpestati) ma sul perseguimento di un obiettivo superiore, percepito però non come posizione assoluta (questa banalizzazione degli italiani prima in una società ormai oggettivamente multietnica e variegata è una vera stronzata a trappola mortale), ma come insieme di posizioni relative in grado di raccogliere il massimo consenso possibile.
Patirei ad esempio dando prova della volontà unitaria a cui accenno trovando un modo per stroncare in questa vicenda genovese le contraddizioni che troverranno amplificazione se la si lascia assumere solo un profilo giudiziario, dove è certo che assisteremmo a nessuna sostanziale correlazione tra la gravità dei fatti (senza azzecca garbugli che si cimentino troppo) e la severità e la certezza della sanzioni e delle pene. Con la conseguenza che il cittadino ancora una volta percepirà l’intero sistema come un apparato burocratico e di malaffare in nessun modo ispirato da un’etica ma anzi, profondamente ingiusto. Ecco perché, tempestivi o intempestivi, hanno fatto benissimo gli esponenti del Governo a Cinque Stelle ad avviare la resa dei conti.
Oreste Grani e la redazione tutta
Chi celebra i funerali di Stato, al 50%, tipo “saldi di fine stagione”, è lo stesso Cardinale che aveva i Suoi rappresentanti in CARIGE che invece di sorvegliare, prosciugavano la Banca? Ottimo esemplare di rappresentante dello Stato Clericale.
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