L’anello debole di Roberto Saviano – Dario Borso

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In greco antico, il termine simbolo (σύμβολον) aveva il significato di “tessera di riconoscimento” o “tessera hospitalitas (ospitale)”, secondo l’usanza per cui due individui, due famiglie o anche due città, spezzavano una tessera, di solito di terracotta o un anello, e ne conservavano ognuno una delle due parti a conclusione di un accordo o di un’alleanza: da qui anche il significato di “patto” o di “accordo” che il termine greco assume per traslato. Il perfetto combaciare delle due parti della tessera provava l’esistenza dell’accordo. Wikipedia

Questo pezzullo ha una storia curiosa che penso meriti di essere raccontata.

In origine, ossia un paio di settimane fa, era lungo più del doppio e lo pensavo destinato al leone ruggente.

Poi mi venne l’idea di accorciarlo a 8.000 battute, misura standard per un articolo di giornale, e di proporlo al mio referente per la carta stampata, ossia al Fatto quotidiano.

Ricevuta risposta negativa, lo girai a Micromega, ricevendone uguale risposta.

Qui cominciai a prenderci gusto, e nell’ordine lo inviai a: il manifesto, La Verità, Il Foglio, Il Giornale, Libero.

Il fiasco totale mi ha portato a dubitare di tutto e a formulare un aut aut radicale cui sono attualmente sospeso e che spero l’eventual lettore mi aiuterà a risolvere: aut sono mentalmente, culturalmente e politicamente andato, aut…

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L’anello debole di Roberto Saviano

Il 27 agosto 2004 Saviano esordì come redattore aggiunto del blog letterario Nazione Indiana dichiarando in un post: “Sono di origine ebraica”.

Il 24 settembre 2007, a un giornalista dell’israeliano Haaretz che gli ricordava la dichiarazione, un Saviano divenuto famoso per Gomorra (Mondadori 2006) “si mostra perplesso: ‘Ho scritto cosa?’ domanda e ride: ‘Sì, da parte di mia madre, ho fatto delle ricerche e ho scoperto che ha radici sefardite. Mio nonno mi ha introdotto all’ebraismo, mi ha insegnato la Torah. Sono stato molto colpito da Sabbatai Zevi”, ma “non ho mai voluto pubblicizzare la cosa. In Italia passerebbe per qualcosa di esoterico, è stato un lapsus’”. Lapsus però non era, ché nel post troviamo subito dopo un’intenzionalissima citazione in ebraico.

Paradossale poi l’idea che l’ebraismo possa venir confuso da un lettore medio con l’esoterismo, a meno che Saviano non intendesse limitarsi al secentesco rabbino Sabbatai, cabalista messianico (e truffatore dei suoi seguaci, che abbandonò per abbracciare l’Islam). In una lettera del marzo 2005 al suo editor Mondadori resa pubblica due anni fa su Medium, Saviano cita quali autori fondamentali per la sua formazione Raimondo Lullo e Giordano Bruno, entrambi effettivamente inerenti alla storia dell’esoterismo, il primo con la sua cabala cristiana, il secondo con la sua prisca thelogia egizia. E in tale contesto nomina la madre, Miriam Haftar, definendola “severa professoressa d’Università” (ma a una ricerca accurata non risulta).

In un’intervista a Radio 2 del 10 marzo 2011, Saviano specifica: “Ho una madre nata a Trento, famiglia ligure di origine ebraica, e un padre napoletanissimo”. Il 6 aprile successivo in un’intervista all’israeliano Yedioth Ahronoth torna sul nonno Carlo, ufficiale dell’aeronautica: “mi rivedo ad ascoltare le sue storie quando avevo 3 anni, ha continuato fino ai miei 15”; “Il sabato era un giorno particolare, anche se mio padre era cattolico e il nostro giorno di riposo era la domenica”.

Più esplicito era stato il padre Luigi stesso, medico, in un’intervista del 16 ottobre 2008 alla Stampa: “sono stato un vecchio democristiano”. Quanto al figlio, “anche quando era piccolo era serio, acuto, pungente. A 13 anni ha letto Il Capitale di Marx” (notizia incongruente invero con un aneddoto narrato da Saviano a Radio 2: “Ho cercato di entrare nella Legione Straniera e una volta, con un mio amico, tentai di imbarcarmi. Anche lì non ci hanno preso, perché vedevano che eravamo solo due ragazzini”, ma anche perché, va aggiunto, a Marsiglia o in altra sede purché francese ti accettano solo se hai almeno 17 anni compiuti e se, minorenne, esibisci il consenso scritto dei genitori).

L’esordio letterario di Saviano risale al 2003 con due cammei di romanzieri italiani “maledetti” sul bimensile Pulp Libri. Uno è l’“osceno narratore sconosciuto ai più” Dante Virgili, autore de La distruzione (Mondadori 1970), “inno disperato al nazismo ed al Führer come negazione assoluta di un presente decadente e decaduto. L’Italia intellettuale ha ancora nelle mani il libro di Mario Tronti, Operai e capitale, Eco, Sanguineti, Manganelli, Balestrini”, sicché questa “cassa di nitroglicerina pronta ad esplodere” fa cilecca. Ma ora “è cosa doverosa” ripubblicare Virgili, anzi “Virgili non è da leggere ma da iniettare”: “Odio, odio, odio. Scriverlo tre volte di seguito forse basterà nella somma a far intuire cosa ha scritto e chi è stato Dante Virgili. I francesi in letteratura sanno, quando si parla d’odio vero, con che cosa si ha a che fare. Louis-Ferdinand Céline” ecc.

A spiegare quest’ultimo riferimento, sarà Saviano stesso in un’intervista a Panorama del 22 dicembre 2009: “Come scrittore mi sono formato su molti autori riconosciuti della cultura tradizionale e conservatrice, Ernst Jünger, Ezra Pound, Louis Ferdinand Céline, Carl Schmitt. E non mi sogno di rinnegarlo, anzi. Leggo spesso persino Julius Evola”.

L’altro romanziere celebrato su Pulp è Mauro Curradi, “autore rarissimo che ha passeggiato per vie letterarie inesplorate dagli scrittori italiani”. Del “dandy” Curradi, Saviano privilegia i “capolavori” della trilogia africana, a partire da Via da me (Mondadori 1970, sulla relazione gay con un giovane sottoproletario marocchino): egli “è un profondo conoscitore della cultura araba, l’ha amata, vissuta” mettendo “il continente europeo, sterile e vecchio, in contrapposizione al continente africano, giovane, fertile, vitale”; e Saviano ne consiglia i romanzi come “una sorta di viatico d’apprendimento per vanificare le arabofobie degli ultimi tempi”.

Su quest’ultimo tema Saviano torna nel 2004 intervistando su Pulp proprio Curradi, il quale afferma: “Io la parola fondamentalismo negli anni in cui frequentavo il Maghreb, alla fine degli anni ’60, non l’ho mai neanche sentita”; oggi però “in Occidente un pregiudizio antiarabo esiste. Il laghetto del Mediterraneo temo per lungo tempo continuerà a tingersi del sangue degli immigrati affogati e dei conflitti generati dal fondamentalismo economico della borghesia occidentale contro il fondamentalismo del clero e di certa alta borghesia islamica”. “A Tel Aviv sono stato quattro anni. Ho vissuto in un Israele dove arabi ed ebrei ancora frequentavano le stesse scuole, le città erano un mescolio di culture e di tradizioni, gli arabi lavoravano a Tel Aviv liberamente.” Così “nel 1978 a Camp David fu firmata la pace tra Israele ed i suoi vicini”, ma di lì a poco “cominciò la rovina. Ricordo che all’epoca il sindaco di Nazareth era un arabo d’Israele che era anche deputato, si batteva perché anche agli arabi della città fosse concesso di utilizzare un po’ dell’acqua con cui gli ebrei innaffiavano splendidamente i giardini. Non riuscì a ottenere nulla”.

Il 25 febbraio 2009 Shimon Peres, ricevendo Saviano a Gerusalemme, gli confidò “Anche noi abbiamo la nostra camorra. Si chiama Hamas”, e dunque “serve essere coraggiosi” uguale. Saviano allora “si leva un anello, lo mostra a Peres che infila gli occhiali e legge l’iscrizione, ad alta voce: ‘La vigliaccheria è il peggiore dei valori: lo stupido apre la porta, il saggio la chiude. Straordinario! Da dove viene questa frase? Dove hai comprato questo anello? A Gerusalemme?’. ‘No, a Roma: è una citazione della Cabala’”.

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Così il corrispondente di Yedioth Aharonot, il quale però travisa l’iscrizione, che correttamente suona: La vigliaccheria è il peggiore dei valori: la paura è la porta che lo stupido apre e il saggio chiude. Quando la paura striscia dietro di te, sappi che è una creazione dei tuoi pensieri. È una frase, ispirata espressamente a Gandhi e al romanzo di fantascienza Dune, del gioielliere telavivese David Weitzmann, il quale vende in rete il Ring of Courage (“con un testo che ho scritto sull’illusione della paura”) come anello di Saviano a 114 €.

All’università di Roma il 17 dicembre 2008 Saviano portava ancora tre anelli, il cui significato aveva spiegato sull’Espresso del 18 giugno 2007: “Da ragazzino iniziai a ficcarmi anelli tra le dita. Uno a sinistra, due a destra. Come vedevo fare alle paranze di fuoco dei clan”. Sono “3 anelli come il padre, il figlio e lo spirito santo. Così facevano dalle mie parti, così faccio io”.

L’anello “cabalistico” riappare invece il 7 ottobre 2010 alla manifestazione romana Per la verità, per Israele in un telemessaggio di Saviano articolato su 3 temi: la “democrazia sotto assedio che si è costruita e si sta costruendo in Israele”; Tel Aviv “che non dorme mai, piena di vita e soprattutto di tolleranza, una città che più di ogni altra riesce ad accogliere la comunità gay”; “i profughi del Darfur che vengono accolti in Israele”.

Col senno di poi ossia di adesso, per i gay a Tel Aviv quest’ultimo settennio è stato di vacche grasse, mentre quelle della democrazia sono recentemente dimagrite, essendosi Israele nominato “Stato nazionale del popolo ebraico” a esclusione dei palestinesi. Quanto ai profughi del Darfur, sono ridotte a scheletri: di parecchie migliaia ch’erano giunti in Israele, solo una decina ha ottenuto lo status di rifugiato, mentre per i rimasti l’iter è: 8 mesi di prigione, e il resto in un lager di transito a tempo indeterminato. Su loro Saviano non si è tuttora pronunciato.

Dario Borso

 

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Fonti aperte, nell’ordine:

https://www.nazioneindiana.com/2004/08/27/kaddish-per-enzo/

https://www.haaretz.com/1.4977794

https://medium.com/italia/roberto-saviano-gomorra-lettere-inedite-7412f0f87464

http://www.affaritaliani.it/culturaspettacoli/il_senso_di_colpa_di_saviano_per_i_suoi_genitori110311.html

https://www.ilcittadinomb.it/stories/apcom/197277_saviano_allo_yedioth_dal_nonno_ebreo_ho_imparato_a_raccontare/

http://www.lastampa.it/2008/10/16/italia/figlio-mio-vai-avanti-non-fuggire-dallitalia-1l9Rf06fg7rG2KtT5XSU3K/pagina.html

https://www.nazioneindiana.com/2004/05/04/l%e2%80%99odiatore/

http://www.repubblica.it/cultura/2016/04/02/news/una_dose_di_dante_virgili_per_renderci_immuni_all_odio-136727610/

http://www.azionetradizionale.com/2009/12/30/saviano-lettore-di-evola/

https://www.nazioneindiana.com/2004/07/17/mauro-curradi-scrittore-dafrica/

https://www.nazioneindiana.com/2004/08/24/laffermazione-della-liberta/

http://club.quotidiano.net/si/shimon_peres_invita_roberto_saviano_a_trasferirsi_in_israele

https://www.ka-gold-jewelry.com/italian/p-products/ring-of-courage-silver.php

https://www.youtube.com/watch?v=DjxzEHts46A

http://temi.repubblica.it/espresso-speciale-casalesi/2007/06/18/ragazzi-di-coca-e-di-camorra/?h=2

https://www.youtube.com/watch?v=TdMH5hZtWvY

http://www.lastampa.it/2018/07/24/cultura/tel-aviv-la-frontiera-pi-avanzata-dei-diritti-gay-7QJZWUJauVqt99Les4FojI/premium.html

https://www.israele.net/israele-come-lo-stato-nazionale-del-popolo-ebraico

https://www.unimondo.org/Notizie/Israele-al-via-l-espulsione-di-massa-dei-profughi-africani-171612

 

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