Riapriamo il ragionamento metaforico sulla difesa immunitaria strategica

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Il 7 aprile ultimo scorso (casuale la data?) ho pubblicato un post sul rapporto possibile tra “L’intelligence culturale e salute della Repubblica“.

Così, con forte intenzionalità, era stato intitolato l’articoletto,  giocato in chiave metaforica ma senza nasconderne le finalità.

Ora, passato il tempo implicito nel divenire complesso delle cose politiche (e quanto complesse fossero si vede spaziando la cronaca dai tragici ponti ai tragicissimi approdi nei porti), o altro che siano, torno sull’argomento, perché, si leggerebbe nell’Ecclesiaste, c’è un tempo per ogni cosa e ora è tempo di riprendere il ragionamento metaforico sulla difesa immunitaria strategica.

Sarei tentato di pubblicare nuovo materiale dopo avervi obbligato in questo stesso post a leggere/ricordare quanto a suo tempo sostenuto.

Scelgo la strada di ripubblicare integralmente il pezzo dell’aprile scorso già di per se impegnativo per accompagnare quelli che gradirono (e furono tanti) a calarsi nuovamente negli stimoli analogici e metaforici. Ripassate quindi, essendo la materia segnata da una qualche difficoltà.

Questo perché in altri nostri articoli si coglie (altrimenti ve lo confermo) che, passo dopo passo, difficoltà superata dopo difficoltà affrontata e risolta, il sogno utopico di dare vita ad un percorso formativo si è realizzato. Siamo al varo di un contributo, teorico e pratico, sul piano scelto dell’intelligence culturale, utile a partecipare, nella nostra semplicità e parzialità, ad avviare la soluzione (questo ci prefiggiamo e per questo siamo nati) alcuni di quei problemi che nel Paese, viceversa, appaiono al limite dell’irrisolvibile. Problemi attinenti al rinnovamento culturale e morale  della classe dirigente, come ispiratrice di un nuovo umanesimo capace di coniugare negli uomini etica e responsabilità, il cui connubio, fondato sulla conoscenza e l’uso di metodologie didattiche di apprendimento attivo e fortemente partecipato in un esercizio permanente di relazioni instaurate tra allievi, docenti, facilitatori appare – oggi più che mai – come l’argine più efficace a fronteggiare i grovigli del mondo contemporaneo.

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A cominciare da quello sottovalutato delle frontiere, dei confini, dell’inclusione, dell’esclusione, se non dell’odio dell’altro da se, che è sotto gli occhi di tutti.

Siamo pronti per tanto a lanciare/accettare la sfida che, cercata e costruita negli anni, volevamo fortemente fosse incentrata sul piano culturale.

E su quale terreno ci saremmo potuti misurare se non su questo scelto, non essendo donne e uomini di potere ma sostenuti esclusivamente dall’amore di Patria e in cerca dell’onore/ricompensa peculiare del poter servire?

Ci riteniamo pronti  pertanto perché – finalmente – siamo stati capiti da onesti e intelligenti interlocutori istituzionali.

Pronti ora e non prima, come la lettura dell’Ecclesiaste suggerisce.

Oreste Grani/Leo Rugens

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L’INTELLIGENCE CULTURALE E LA SALUTE DELLA REPUBBLICA

 

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La medicina scientifica nasce circa cento anni addietro quando si cominciarono ad applicare allo studio della fisiologia e delle malattie umane la chimica e il metodo scientifico. Il progresso della medicina, da allora ad oggi, è stato veramente notevole. La nostra conoscenza delle funzioni degli organismi viventi si è estesa dall’animale in toto ai suoi organi e tessuti e, negli ultimi decenni, alla cellula ed ai suoi componenti giù giù fino alle molecole. Molte malattie sono state dominate, altre addirittura eliminate. Certamente alcune stanno mutando, in modo subdolo, forma ma ad oggi molti morbi infettivi di origine batterica sono scomparsi. I successi della medicina scientifica non sono tuttavia universali. E qui si profila un primo aspetto delle convergenze metaforiche evolutive a cui mi sono ispirato.    

Negli anni trascorsi, quando mi è stato possibile fare cenno ai miei interessi, non pochi interlocutori (in particolare quelli dotati di opportuna curiosità e intelligenza) sono arrivati a chiedermi a quale modello concettuale/organizzativo mi ispirassi quando vagheggiavo la struttura ottimale per raccogliere informazioni utili a decidere per difendersi, crescere, reagire alle aggressioni, interne o esterne che fossero. E mentre si doveva agire per informarsi o fare altro, non ammalarsi.

Ad alcuni non ho mai scientemente voluto dare la risposta completa corrispondente ai miei pensieri e sogni.

Ad altri, viceversa, ho semplicemente accennato di volermi ispirare ad un sistema bioemulativo.

Oggi lascio una prima traccia di riferimento per chi volesse approfondire il tema dei temi.

Tema vitale da sempre ma in particolare da quando la rete con i suoi virus (non a caso così si chiamano!) circonda e pervade individui, famiglie, organizzazioni complesse, Stati. Suggerisco solo prudenza e rispetto nell’avvicinarsi a cosa intendessi dire quando facevo riferimento alla Natura. Rispetto per la Natura, ovviamente, maestra di tutti noi. Consiglio di cominciare a leggere queste semplici nozioni relative al sistema immunologico dell’uomo, con animo tollerante nei confronti di errori certi che possono esservi contenuti dal punto di vista scientifico.

Quello che segue non è materiale (che comunque non ho certo scritto io) assimilabile ad un vero testo scientifico in materia ma è semplicemente un percorso didattico elementare che ho scelto per suggerire analogie ed esempi che consentissero di “far capire” agli allievi futuri della scuola (realtà che ormai, passo dopo passo, comincio a ritenere possibile soprattutto se mi continuerete a mandare piccoli e onesti soldi), come un organismo vivente quale è uno Stato o una parte di un tutto (le istituzioni preposte a dare sostanza alle strategia di sicurezza e vigilare sulla collettività) possono essere assimilate a quanto, in modo complesso (è il caso di cominciare ad usare il termine), avviene nel corpo dell’uomo.

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Fate quindi questo primo vostro sforzo per intravedere, dietro a quanto leggerete, analogie ed esempi metaforici. Sarà più facile, quando dovessimo inoltrarci nel racconto formativo, mettere quanto già ritenete di sapere di intelligence o di sicurezza di una collettività, in convergenza evolutiva con quanto state cominciando a leggere in questo sempre più bizzarro e “transdisciplinare” blog.

E in questo post in particolare.

Cominciamo quindi a parlare di sistemi di difesa immunitaria strategica.

Il sistema immunitario comprende tutte quelle componenti che servono al mantenimento dell’integrità individuale. In senso più ristretto comprende cellule (granulociti, linfociti, monociti, macrofagi…) e molecole (anticorpi, sistema del complemento, linfochine…).

L’immunità comprende ancora l’insieme delle reazioni che l’organismo mette in opera per eliminare batteri, virus, cellule infettate da microorganismi in genere, cellule tumorali o comunque estranee ed incompatibili con quelle dell’organismo. Spero che cominciate a capire (e a condividere) questa prima facile similitudine.

Due sono i meccanismi fondamentali che operano in questi fenomeni difensivi: l’immunità cellulare o cellulo-mediata e l’immunità umorale, mediante anticorpi e molecole prodotte dal nostro sistema immunitario.

Inoltre si può dire che esista un certo parallelismo tra sistema immunitario e sistema nervoso, infatti ambedue sono in grado di rispondere (attenzione al verbo) ad una grandissima varietà di stimoli: possono ricevere (chiaro?) e trasmettere (chiaro?) segnali che sono sia inibitori che eccitatori.

Sono ambedue diffusi in tutto l’organismo nella maggior parte di organi e tessuti.

I due sistemi tuttavia si evitano accuratamente, infatti i linfociti non entrano mai in rapporto con i neuroni, tenuti lontano dalla barriera encefalica.

Tuttavia mentre i neuroni sono fissi, i linfociti, si possono spostare liberamente.

Inoltre ambedue i sistemi si costruiscono una memoria. Questa indicazione, come vedremo in futuro, è fondamentale per capire cosa si intenda per alto livello di consapevolezza individuale degli operatori di intelligence e di tutti i cittadini come noi li sogniamo in un futuro possibile. Questa è la natura intima di quanto si intravede nell’Intelligence collettiva, diffusa, partecipata, ubiqua di cui sentite parlare da anni in questo blog e, con onestà di intenti, da parte di parlamentari del M5S, tra gli altri  Vito Crimi e Angelo Tofalo, entrambi rieletti e proiettati a responsabilità sempre crescenti, da quando hanno dato vita ad Intelligence Collettiva.

Torniamo alla metafora.

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Una delle prime capacità che il sistema immunitario acquisisce e quella di riconoscere ciò che è proprio da ciò che non gli appartiene. Devo aggiungere altro?

Questa capacità (vitale in tutti i sensi) viene acquisita nel timo e partecipa ad organizzare una prima linea di difesa dell’organismo contro le infezioni, offre una protezione immediata al primo contatto con un determinato organismo patogeno ed è attiva verso un grande numero di agenti infettivi.

A livello dell’apparato respiratorio naso e faringe, intestino, mucose genitali esiste questa prima barriera di difesa. Sono soglie, sono ingressi, sono porte girevoli, sulla cui natura la vostra fantasia vi deve supportare e stimolare. Ci si apre, ma … con prudenza e scienza.

Il destino di un batterio introdotto in un organismo è molto variabile, per continuare a ragionare metaforicamente, e va pre-pensato il suo percorso che, quanto più è possibile, non va lasciato al caso.

In particolare secondo la sua localizzazione (intra o extra-cellulare), secondo le modalità  della sua introduzione (!!!!! chi presenta chi !!!!!!) e secondo la reattività  immunitaria dell’ospite.

Si raggruppa sotto il termine di immunità aspecifica l’insieme dei meccanismi che impediscono ai batteri di penetrare e proliferare all’interno dell’organismo senza l’intervento degli anticorpi o delle cellule citotossiche. Anche in questo caso non credo che devo spiegare nulla. Per lo meno in questa sede.

Inizialmente nell’immunità aspecifica si ha una protezione meccanica (tosse, starnuti, movimento delle ciglia nel tratto respiratorio). Questo aspetto metaforico vi piace?

Un’altra barriera umorale è costituita dai secreti e liquidi corporei che intervengono nei luoghi di infezione.

E per ora ci fermiamo. Non è tirchieria dell’anima come direbbe il poeta Machado ma non so capire se questo approccio vi attira o meno fino a quando non ho riscontri nei grafici degli accessi.

Spero comunque di aver dato un primo esempio di approccio culturale al tema dei temi: l’Intelligence culturale e la salute della Repubblica.

Oreste Grani/Leo Rugens