Will be immense. Saranno enormi

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Negli ultimi mesi del lontanissimo 2008, (si stava per delineare l’era Obama in binomio con la perniciosa signora Hillary Clinton) ebbi modo di leggere un appunto articolato, elaborato da una struttura del mondo variegato dell’Intelligence USA, indirizzato a chi avrebbe dovuto, da lì a poco, guidare gli Stati Uniti d’America (e un bel pezzo di Pianeta).

Quella sezione del rapporto si sarebbe potuta intitolare “Vincitori e vinti in un mondo post-petrolio”.

Nel testo, ad un certo punto, si faceva un’affermazione che mi colpì non poco e che ancora oggi, dieci anni dopo, mi è ben presente per le sue implicazioni:

Riteniamo che il più importante avvenimento da qui al 2025 (ripeto, eravamo nel 2008 ndr Leo Rugens) sarà un processo tecnologico che fornirà un’alternativa al petrolio e al gas naturale“.

Ovviamente il testo era in inglese:” We belive the most likely occurrence by 2025 is a technological breakthrough that will provide an alternative to oil  and natural gas …“, sperando di averlo dignitosamente tradotto in italiano. Torno nel merito.

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Il più importante avvenimento prevedibile per chi aveva responsabilità di prefigurare il possibile (e le implicazioni macroscopiche a caduta), verteva, quindi, su una possibile scoperta scientifica.

La notizia, paradossalmente, mi rassicurò su un qualche futuro ancora delineabile per il mio Paese. Futuro con una qualche recondita speranza di uscire dall’angolo in cui, i padroni delle fonti energetiche, da troppo tempo, ci tenevano relegati, come italiani, europei e, soprattutto, mediterranei.

Il brano che conteneva quella lapidaria affermazione proseguiva con altre annotazioni del tipo”…ma la sua messa in atto sarà rallentata dai costi di infrastruttura necessari e dal bisogno di un maggiore tempo di ricambio. Tuttavia, sia che questo progresso avvenga entro il 2025, sia più tardi, le implicazioni geopolitiche di un allontanamento dal petrolio e dal gas naturale saranno enormi“.

Saranno enormi!

“Enormi”, è la parola che mi entrò nella mente e che ad oggi non ho ancora risolto.

“Saranno enormi” e in inglese suonava “…will be immense”.

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Innovazione tecnologica quindi quale frontiera su cui eventualmente giocare la libertà/sovranità futura della Repubblica, con un proprio impegno personale, da cittadino consapevole, come patriota,  assumendo funzione sussidiaria allo Stato, divenendo legittimamente stimolo alle doverose eventuali attività di intelligence istituzionale. Proprio in campo scientifico ed economico. Ed è questo che dicono abbiamo saputo fare come “Hut 8 – Progettare l’Invisibile“, associazione presieduta da Alberto Massari e acquartierati in questo marginale e ininfluente blog. Il tutto – paradossalmente – contrastati proprio da chi, viceversa, avrebbe avuto il dovere, dopo averci opportunamente valutati, di facilitarci nell’adempimento del nostro diritto/dovere.

Ma noi siamo sopravvissuti e loro (così ci appaiono), viceversa, sono al capolinea. E quello che bisognava – con maggiori risultati e implicazioni – fare, è ancora tempo per provare a farlo.

E con questo auspicio spero di aver girato pagina (e fatto i conti) con alcuni che si sono sentiti sufficienti per essere nemici della Repubblica e, al tempo, tanto furbi per provare a dissuadere le Leonesse e i Leoni Ruggenti dalle loro finalità statutarie.

Non è stato un match. Ne lo poteva essere.

Oreste Grani/Leo Rugens fiero del suo branco di felini, cacciatori del possibile.

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