Esclusiva mondiale
Ciò che viene pubblicato dal Il Giornale (il quotidiano che inventò di sana pianta lo scandalo “Boffo”) a proposito di don Luigi Capozzi e a firma di Giuseppe Aloisi, racconta una cosa realmente accaduta ma la riferisce, si capisce lontano un chilometro, tentando di indirizzare verso il Card. Francesco Coccopalmerio una qualche forma di responsabilità in questo osceno (in più sensi) episodio.
Riferendo di un articolo comparso in USA (capite che scontro epocale è in corso?) il giornale italiano, sbagliando gravemente su un dettaglio, svela come alcuni ci provino a mestare nel torbido.
Ora Leo Rugens usa per la prima volta l’espressione “alzare il tiro” e dice la sua su questa vicenda.
Ho conosciuto personalmente don Luigi Capozzi nella sua veste di assistente del Card. Coccopalmerio, a sua volta persona di qualità e di grande preparazione giuridica.
Certamente tra i meritevoli elettori di Bergoglio. Coccopalmerio è infatti l’uomo di fede e di cultura che, a pochi giorni dal conclave da cui esce eletto Papa Francesco, rilascia al Corriere della Sera un’intervista che fissa nella necessità di superare la dicotomia Centro – Periferia il tema che poi sentiremo spesso trattare da Papa Bergoglio. Dicevo che il gesuita Coccopalmerio potrebbe essere stato determinante con alcuni voti perché il vento atipico gesuita/francescano soffiasse in Vaticano.
Non sta a me elencare le tappe salienti di questo processo in essere di epurazione. Comunque, ne abbiamo visto in tutte le salse di vicende riconducibili a mondi criminali, spesso attuate in combutta con mele marcissime in organico ai soliti Servizi (alcune volte AISI, altre AISE) per nulla segreti. Certamente svelatissimi in questa loro inclinazione all’affarismo e all’illecito, favorito dalle varie forme di copertura che i regolamenti consentono ai servitori infedeli dello Stato.
Dicevo che si vuole raccontare questa storia di Luigi Capozzi per colpire Coccopalmerio. Io che per vari motivi ho avuto modo di frequentare sia uno che l’altro e di vederli interagire, direi, senza tema di sbagliarmi, che i comportamenti disinvolti (vi piace l’eufemismo?) di don Luigi precedono di molto la sua attività professionale quale assistente di Coccopalmerio. Don Luigi è ciò che è risultato essere, da sempre. Non solo, ma don Luigi è una personalità che appare, ad una facile ricognizione, prigioniera di queste tendenze e di questo modo sordido di intendere il privato. Unita ad una notevole intelligenza ed una propensione all’intrigo. Se posso fornire un dettaglio per la felicità di alcuni miei lettori particolarmente attenti a questi dettagli, Capozzi mi risulta essere stato legato al cerchio magicissimo di Giancarlo Elia Valori, fino ad arrivare a “servire messa” per lui. Ritengo personalmente. Ritengo perfino a casa di GEV. Valori in quanto massimo esponente di quel mondo catto-massonico a cui l’Italia deve non pochi guai. Dentro e fuori i confini.
Basterebbe ricordare, per testimoniare questi rapporti tra esponenti della Curia romana e la massoneria, la vicenda ben raccontata (in questo caso è onesto ammetterlo) dalla testata romana il Tempo, quotidiano nelle disponibilità di Luigi Bisignani, personaggio che certo non è l’ultimo arrivato nella conoscenza di questi segreti rizomi di potere, di affarismo scatenato, di stili di vita osceni nella forma e nella sostanza, che un paio di anni addietro (era il 16 settembre 2016) andò sotto il titolo di “La spy story fra vescovi, 007 e massoni” che oggi vi ricordo sia pur senza che abbiano quelle vicende un qualche legame diretto con le abitudini sessuali di Capozzi. E per fare chiarezza su che Vaticano si è ritrovato Bergoglio ad elezione avvenuta.
Per tornare a Coccopalmerio, se proprio devo dire la mia (tanto è gratis) sosterrò (è un rischio d’analisi ma che voglio correre per amore di verità) che non accettò, per un problema di conflitto etico-morale, la massima carica possibile, a fianco al Papa, di Moderator Curiae (ricordate l’insolito rifiuto al Santo Padre?) proprio perché sentiva, oltre che una oggettiva stanchezza per l’età avanzata, la minaccia della presenza al suo fianco di un collaboratore come Capozzi che, l’onesto e sensibile gesuita, non voleva comunque abbandonare al suo destino trash. Perché, se ben ricordo, Capozzi era anche gravemente malato già anni addietro, forse anche a seguito delle sue abitudini. Coccopalmerio quindi vittima di eccessiva sensibilità. Io ho il ricordo certo, dopo averli osservati entrambi, di aver detto che l’unica strada per il cardinale era di abbandonare al suo destino l’iperattivo don Luigi, pena guai maggiori.
So quando diedi il mio consiglio, a chi, davanti a chi. E mi riferisco ad anni addietro. La pulsione di morte che accompagnava il dire e il fare di Capozzi mi suggeriva questo interessato consiglio. Chiamo “interessato consiglio” perché non se ne può più che queste tresche omosessuali condizionino il divenire delle cose. La droga spunta sempre a latere dei “consumi” degli sfinteri o delle verghe di corpi giovani perché disinibisce e genera condizioni ottimali per i perversi. Condizioni irripetibili anche in questo blog di laici disinibiti.
Veramente non se ne può più di queste conventicole di perversi!!!!!!! Direi di andare dietro a ben altra pista che il vicolo cieco rappresentato da Francesco Coccopalmerio.
Direi di porsi il problema di chi frequentasse, assiduamente o saltuariamente, Luigi Capozzi e con che finalità ultime. Direi di non guardare il dito, ma di affrontare, con stomaco forte, il groviglio bituminoso in cui si tenevano quei comportamenti osceni e corruttivi. Senza temere di scoperchiare pentoloni satanici o altro.
Spero che non si alzi l’imbecille di turno a darmi dell’omofobo. Sto parlando, come sempre faccio, di Sicurezza nazionale e dell’interesse superiore della mia bella Italia.
Perché dietro a questa vicenda ora rilanciata dagli USA questo c’è.
Oreste Grani/Leo Rugens che pur avendo oggi ben altro da fare non ha ritenuto opportuno tacere. Costi quel che costi.