Troppi suicidi tra le forze dell’ordine e i militari, è ora che Governo e istituzioni si muovano

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L’elenco degli uomini giovani che si sono tolti la vita mentre erano in servizio presso l’Esercito Italiano, la Polizia di Stato, i Carabinieri, la Guardia di Finanza o in altre strutture in questi ultimi anni lascia stupiti sia nei modi sia nel numero sia nella frequenza.

Da mesi, attuando le finalità dell’associazione culturale HUT8 Progettare l’Invisibile di operare in modo sussidiario alle istituzioni, tentiamo di avvertire la politica e le istituzioni non tanto della gravità della situazione quanto dell’opportunità di intervenire, senza costi per le istituzioni, accogliendo e sostenendo un progetto del quale vi forniamo una completa rassegna stampa a seguire.

Promotore del progetto di sostegno psicologico alle decine di migliaia di colleghi delle vittime – il primo di tanti altri passi da compiere per migliorare il benessere degli uomini impegnati nella difesa della sicurezza del Paese – è la Fondazione Poliambulanza

L’origine di Poliambulanza risale al 1903 quando dodici medici bresciani, considerati oggi i pionieri della medicina sociale, aprirono nel cuore del quartiere del Carmine un poliambulatorio dedicato alla cura dei più bisognosi. L’iniziativa ebbe un enorme successo e in pochi anni l’ampia affluenza di pazienti portò alla necessità di individuare una nuova sede. Reparti ed ambulatori furono trasferiti in via Calatafimi e la gestione della struttura venne ceduta alle Ancelle della Carità, che da oltre un secolo si occupavano dell’assistenza ai più poveri. […] nel marzo 2001 fu inaugurato il “Parco Didattico Eugenia Menni”, un centro dedicato alla ricerca scientifica e alla formazione, anche internazionale, del personale sanitario. La presenza di un Centro di Ricerca che collabora con la struttura ospedaliera ha reso Poliambulanza un ulteriore punto di riferimento per la Sanità nazionale ed internazionale; solo il progresso medico-scientifico può infatti garantire un corrispondete progresso delle tecniche e dei servizi offerti da un ospedale.

La progressiva evoluzione di Poliambulanza ha dimostrato che la gestione da parte delle Ancelle ha saputo trasformare una clinica partita dal bisogno reale dell’ammalato e dalla sua presa in carico come essere bisognoso, in uno sfaccettato centro polispecialistico in grado di raggiungere negli anni standard d’eccellenza in ambito clinico, organizzativo e tecnologico.

A fronte però di una realtà tanto complessa, sempre più impegnativa da amministrare, la Congregazione delle Suore Ancelle ha scelto di conferire i beni dell’Istituto Ospedaliero in una nuova e più articolata istituzione. Nel 2005 è nata così Fondazione Poliambulanza che vede collaborare, a fianco delle originarie istitutrici, anche la Diocesi di Brescia, l’Università Cattolica del Sacro Cuore e “l’Opera Don Calabria”.

Polo sanitario di eccellenza, Poliambulanza ha affidato a un team di psicologi facenti parte della struttura, i consultori CIDAF, lo studio di un progetto di sostegno psicologico sostenuto finanziariamente dalla Fondazione della Comunità Bresciana, quindi senza oneri per lo Stato.

Data la delicatezza del tema e la necessaria riservatezza e protezione dei dati riguardanti gli operatori coinvolti, ci saremmo aspettati una sollecita risposta da quanti abbiamo inutilmente tentato di sensibilizzare al tema, ci riferiamo alle istituzioni prima che alla politica.

Siccome siamo testardi e tenaci e poiché abbiamo certezza dagli articoli letti che il comandante provinciale dei Carabinieri, Luciano Magrini, e il questore Vincenzo Ciarambino, in quel di Brescia, siano soddisfatti non solo dell’iniziativa bensì di come si stia svolgendo con partecipazione e “commozione” di quanti ne stanno usufruendo, ci siamo decisi a intervenire tramite il blog per sensibilizzare chi di dovere. Aggiungiamo che dato il successo, sia la Polizia Penitenziaria sia la Guardia di Finanza si sono rivolte a Poliambulanza per ricevere il medesimo sostegno.

La redazione

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