I biscazzieri non dormono mai e anche i loro servitori di Stato

Marco Dotti
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Azzardo di Stato. M5S: “troppi conflitti di interesse dietro i numeri dell’Istituto Superiore di Sanità”
di Marco Dotti
38 minuti fa
Dati controversi, conflitto di interesse, strane modalità di raccolta dei questionari. La ricerca commissionata dai Monopoli di Stato all’Istituto Superiore di Sanità fa discutere per metodi, tempistica nella diffusione, costo (800mila euro). Il Governo apre un dossier sul caso e i parlamentari del M5S annunciano interrogazioni: “non passeranno vecchie logiche di sudditanza al business dell’azzardo”
Ci risiamo con il giochetto del poliziotto buono e del poliziotto cattivo. Oggi è la giornata dei comunicati stampa sull’azzardo. Da un lato, il presidente della Conferenza Stato Regioni, Bonaccini, ci tiene a far sapere che sono disponibili 100 milioni di euro per “cura e prevenzione”. Anzi, quei soldi sono già stati ripartiti tra le regioni.Al contempo, l’Istituto Superiore di Sanità comunica i dati di una ricerca (a quanto capiamo di sentiment e autorappresentazione) commissionata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l’ente di scopo che controlla il settore “azzardo legale” Peccato che la ricerca giacesse sui tavoli di Piazza Mastai da prima delle elezioni.
Fin qui i buoni. Ora i “cattivi” (si fa per dire): il presidente di Sistema GIoco Italia, che sta in Confindustria e raduna alcuni dei Concessionari di Stato, non perde tempo e dichiara che “a questo punto si deve fare una riforma organica”. Tutto in una sola giornata. Troppo, dopo mesi e mesi di silenzio sul tema, tanto che i Monopoli di Stato e il Mef, da cui i Monopoli dipendono, non hanno ancora reso noti i numeri ufficiali dell’azzardo legale del 2017 (per la cronaca sono 102 miliardi)! Fatto sconcertante.
Ma andiamo alla ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità. Non sembra piacere, anzi: non piace proprio all’attuale compagine di governo. I parlamentari del Movimento 5 Stelle Francesco Silvestri, Massimo Baroni, Giovanni Endrizzi e Matteo Mantero annunciando interrogazioni.
Silvestri spiega che “la ricerca sul gioco d’azzardo che l’Istituto superiore della Sanità ha presentato oggi rappresenta un retaggio della passata legislatura e del passato governo. Compendia gli esempi di un metodo sbagliato che rivela conflitti d’interessi. Una modalità che va archiviata, per procedere a riorganizzare l’indirizzo di tutta la materia su corretti presupposti istituzionali, amministrativi e scientifici”.Baroni aggiunge: “ci sono conflitti d’interesse e un metodo non scientifico che porta a risultati non validi a livello epidemiologico come molti esperti stanno rilevando” .
E Giovanni Endrizzi, da anni impegnato come un leone sul tema, commenta: “la ricerca è stata appaltata all’esterno, e non svolta direttamente come è nelle prerogative proprie dell’Istituto Superiore di Sanità – spiegano i parlamentari del Movimento 5 Stelle – è stata secretata per tanti mesi quanto a metodologia e impianto scientifico. I Monopoli di Stato, oltre a finanziarla ne hanno influenzato l’impianto. Si avverte, infatti, il condizionamento dell’agenzia di Stato che ha ruolo promozionale del consumo. Non si può appaltare, infatti, una ricerca autodefinita “epidemiologica” (budget di 800mila euro) a una società di marketing privata”. Peraltro alcuni delle domande del questionario si spingevano persino a accertare le preferenze “di marca” delle varie forme di gambling. Come se una ricerca sull’alcolismo dovesse spingersi a rilevare le preferenze tra i vari prodotti di grappa e di birra nei supermercati.
Inoltre, perché si abbiano risultati attendibili nelle vere indagini epidemiologiche, occorre che le adesioni a partecipare all’approfondimento non scendano al di sotto del 70% delle persone convocate. Questo almeno nella letteratura scientifica internazionale e questo avviene, peraltro, nelle indagini consuete del ministero della Salute. Nel caso della ricerca finanziata dai Monopoli non sembrano ricorrere queste condizioni.
Endrizzi, Baroni e Silvestri osservano che alla ricerca “hanno aderito meno del 49% delle persone invitate. Tanto più che l’adesione stessa era stata incentivata – come avviene per ricerche di mercato – dalla elargizione agli intervistati di buoni spesa da 10 euro! Basta moltiplicare tale somma per le decine di migliaia di questionari e si ha la portata di un impiego non corretto del pubblico denaro”.
“Dubbi di trasparenza, per l’esclusione della comunità scientifica e del mondo degli operatori che combattono l’azzardopatia dal progetto originario e dallo svolgimento della raccolta, della elaborazione e del commento ai dati” spiega Matteo Mantero, senatore del M5S. “Un retaggio della passata legislatura e del passato governo che rappresenta l’esempio di un metodo che decisamente andrà archiviato, per riorganizzare l’indirizzo di tutta la materia su corretti presupposti istituzionali e amministrativi”.
Il Governo sta già aprendo un dossier sul caso, fanno sapere. In attesa che l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e il Mef che la controlla diano i dati che da 10 mesi stiamo aspettando: il fatturato dell’azzardo legale del 2017. Non tutte le cifre sono uguali. Ma, a quanto pare, alcune sono più uguali di altre.
Marco Dotti, intellettuale che condivide con noi l’avversione per chi si rinchiude in torri d’avorio e dalla sommità disquisisce del dover essere del mondo e della realtà, è uno dei docenti / conversatori del Corso di formazione alla Polis.
La sua conoscenza del fenomeno del gioco d’azzardo in Italia nelle sue perverse logiche e politiche “culturali” (criminali) che l’hanno imposto brutalmente ai cittadini lo rendono forse il massimo esperto della materia, per quanto la sua formazione filosofica lo porti a vagabondare, di solito, altrove. Cito a esempio una conversazione nella quale ci intrattenne sul tema della stupidità ispirato da Bonhoeffer: «Contro il male è possibile protestare, ci si può compromettere, in caso di necessità è possibile opporsi con la forza; il male porta sempre con sé il germe dell’autodistruzione, perché dietro di sé nell’uomo lascia almeno un senso di malessere. Ma contro la stupidità non abbiamo difese». Possiamo anche citare la profonda riflessione che Dotti sta svolgendo in merito all’impatto che l’Intelligenza artificiale avrà sull’etica e sui valori, così non stupisce che due figure della statura di Roger Penrose e Emanuele Severino abbiano accettato il suo invito a confrontarsi sul tema dell’intelligenza, uno dei maggiori fisici e matematici viventi il primo, filosofo di fama internazionale il secondo. Settecento persone sono accorse per assistere al dialogo, durato oltre tre ore. E via dicendo per altri difficili sentieri. Non dimentichiamo che è uno dei maggiori animatori di Vita.it
La redazione