La situazione si aggrava rapidamente e potrebbe andare fuori controllo

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Il 9 giugno 2014, il poco letto (all’epoca) Leo Rugens, lasciava in rete il post che oggi riproponiamo. Sono passati 4 anni ma sembra un secolo. E il problema della mani abili a far scattare trappole è inalterato. Nel post non si parlava di mani ma di approccio culturale alla cosa pubblica. Forse, nella confusione costante e permanente determinata determinata dalla diarchia, paradossalmente, il partito dei malfattori si è rafforzato. Certamente, la situazione si è complicata.

Un vero massacro nella forma (che deve accadere di più di un Governo che denuncia se stesso alla Procura della Repubblica?) ma soprattutto nella sostanza, rimasta, ad opera di alcuni abilmente gattopardesca perché nulla cambi.

Quel giorno ragionai dell’OPUS DEI  (che certamente è ancora ben rappresentato dalle parti del Governo) ma avrei potuto parlare di altre conventicole e cordate simil-paramassoniche.

Il 5 marzo u.s. si doveva ragionare di epurazione e di come si sarebbe dovuti cambiare paradigmaticamente la conduzione della cosa pubblica. Non si è potuto fare perché, direte, non c’erano i numeri.

Ora i numeri diminuiranno e quello che non si è potuto fare all’ora, tanto meno si farà con delle percentuali calanti.

Ma veramente pensavate che dovendo assumere responsabilità “ai mezzi” (si fa per dire perché la lotta si è dimostrata impari) con un partito (la Lega ex Nord) uso, da decenni, al malaffare e a servire lobbisti di ogni genere e grado non sarebbe accaduto di tutto generando un groviglio bituminoso di cui ora dovrete rispondere ai vostri 11 milioni di lettori?

Veramente pensate che quanto è in essere (dentro e fuori i confini del Paese) non fosse stato ampiamente ideato e condiviso dai vertici della Lega? E non solo da loro. Ma chi pensate che ne uscirà con le ossa rotte se non la speranza (questo era il M5S) degli italiani onesti?

E se si uccide la speranza tutto è possibile. Che nessun dorma. Mi sembra che si dica ancora così dalle parti di Viale Romania.

Oreste Grani/Leo Rugens sempre più propenso a dare ragione a Gianfranco Pansa.


“LA DEMOCRAZIA VIVE DI BUONE LEGGI E BUONI COSTUMI” NORBERTO BOBBIO

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“Eeeeh, ovvia, (con accento toscano, ndr) le tangenti! Alla maturità portai Cicerone, il Pro Milone, un senatore che s’era fatto pagare un mucchio di sesterzi da un costruttore, nella antica Roma. Nulla di nuovo sotto il sole”.

Bernabei Fanfani

Lo studente modello era Ettore Bernabei che prima di doversi giustificare, recentemente, dei quattro soldi intercorsi tra la Lux…e il resto del mondo, ha fatto girare, nella sua vita di potente boiardo di Stato, centinaia e centinaia di tonnellate di miliardi di miliardi di lire intorno al mondo dell’Italstat (IRI) dove proprio lui introdusse il sistema del general contractor. Il devotissimo credente cattolico apostolico romano/fiorentino, referente negli affari della dirigenza cattolica apostolica romana/spagnola a capo della Prelatura denominata Opus Dei, fece in modo che, durante il suo regno incontrastato, si introducesse anche in Italia, la prassi di affidare ad un’unica impresa la progettazione, il finanziamento, l’esecuzione e la gestione delle opere pubbliche, senza di fatto alcun controllo di costi, in un sistema di appalti e subappalti aperto a corruzioni e spartizioni, ad affari e politica. Quella che, ovunque nel mondo, era una scelta votata all’efficienza e ai risparmi del denaro del committente, pubblico o privato che fosse, in Italia divenne la selva oscura perché tutto potesse accadere, meno che non ci si potesse appropriare del denaro pubblico. Questa degenerazione, questo appaltificio, costante e permanente, questo dare l’assalto, da parte degli imprenditori alle varie ANAS e alla possibilità di vincere, al massimo ribasso, le gare indette dalla Pubblica Amministrazione, era tutto finalizzato a diventare immensamente ricchi come “consigliato” nei Vangeli, da nostro signor Gesù Cristo. Gli imprenditori  potevano diventare ricchi perché, banalmente, non si prestava l’opera contrattualizzata. Mentre gli imprenditori divenivano smoderatamente ricchi con la vorace complicità dei partiti e dei sindacati, questa rete di malaffare, costituita sostanzialmente da traditori della Repubblica, reclutati dal Venerabile Licio Gelli e dai suoi burattinai, agiva indisturbata a completare un disegno che poneva l’Italia a disposizione di forze estranee alla sua necessaria sovranità. Tutti i male intenzionati, hanno fatto tutto quello che hanno voluto di nostra madre, delle nostre fidanzate, delle nostre mogli, delle nostre figlie. Questo stupro dell’Italia, questo depredarla di tutto, quel qualcosa che finalmente cominciamo a sentire chiamare “Alto Tradimento”, è stato possibile, secondo la visione “di parte” di Leo Rugens, perché, avendo rinunciato, come Paese, ad avere un’anima (cioè i servizi segreti quale luogo intimo per la difesa degli interessi della nazione), ci hanno trovato sempre disarmati se non complici.

Opusdei

Il resto sono chiacchiere. Quello di cannibalizzare l’Italia perché come repubblica sovrana fosse resa ostaggio delle necessità dello Stato Vaticano e, in questo caso specifico, degli spagnoli dell’Opus Dei che avevano, nel frattempo, marciato da Madrid alla conquista della Chiesa di Roma, è stato un piano preciso che gli oscurantisti ipocriti acquartierati tra viale Bruno Buozzi e Piazzale delle Belle Arti, hanno messo in atto. Lo hanno messo a punto e realizzato, negli anni sessanta, senza trovare sostanziale resistenza nel mondo laico italiano e, come ho detto, in  una disarmata e culturalmente inadeguata intelligence. Ettore Bernabei è anziano, malandato in salute, ma ancora vivo e quindi in tempo per pentirsi prima di fare la fine che è destinata agli ipocriti, uccisi dalla loro stessa ipocrisia, che, tanto boriosi, andando all’Inferno, ritengono di essere in Paradiso. Spero di aver riportato, con fedeltà, il pensiero sublime di Pier Paolo Pasolini rispetto all’ipocrisia di alcuni cattolici.Soprattutto quelli influenzati dagli spagnoli dell’Opus Dei. Così, una volta sono stati gli interessi spagnoli a prevalere; un’altra, quelli francesi; un’altra ancora, quelli tedeschi; sempre, in misura paritetica quelli russi/americani, gli Italiani secondo il vecchio detto, Francia o Spagna purché se magna, si sono appecoronati a chiunque volesse divertirsi o sfogarsi sodomizzandoli.

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Snidarli non sarà facile e ne sa qualcosa Papa Francesco che ha trovato il Vaticano in una condizione simile. Tirarli fuori dall’ANAS, da CONSIP, dalla Cassa depositi e prestiti sarà una battaglia ciclopica, all’ultimo sangue. Sara uno scontro culturale dove, una volta tanto, in Italia, non si dovranno fare prigionieri. O tutto sarà vano. Sento, finalmente, risuonare i termini giuridici tante volte inutilmente utilizzati da Leo Rugens :Alto tradimento.I traditori sono un’ Idra, una metastasi (avanti con le metafore) e come tali vanno trattati. L’economia degli affaristi, le mille volpi di Posillipo o meno che siano, spodestando addirittura la partitocrazia che gli era stata complice fino a pochi istanti prima, hanno trovato in una società malsana (quasi il 10% del Paese), tutta votata al tornaconto personale, un complice attivo. Nel segreto dell’urna questo nostri connazionali aventi diritto al voto, prevalentemente, servi compiacenti dei loro stessi sodomizzatori, ancora una volta hanno saputo, moderatamente, farsi “i cazzi propri”, raccogliendo il geniale consiglio sussurrato da Crozza/Razzi.

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Anni fa ricordo uno studio del professor Guido Tabellini che rivelò che quando un candidato viene indagato per un reato di corruttela non è detto che prenda meno voti nella tornata elettorale successiva allo scandalo. Contro questa inclinazione etica/morale degli italiani era stato proposto il divieto, per legge, la candidabilità degli inquisiti.

Solo recentemente, grazie alla comparsa del M5S, i clientes si sentono meno in diritto di difendere i ladri di Stato. A questo, si riferisce “The Royal Fool” Beppe Grillo, quando dice che il primo partito d’Italia è quello del malaffare. E, come al solito, l’attore comico genovese, ha ragione.

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Leo Rugens