Non faremo finire nel dimenticatoio il caso Giulio Regeni
Man mano che si procede nel tempo la freccia lanciata verso il futuro disperde energia e tende a fermarsi, o colpendo il bersaglio o cadendo dopo un inutile tragitto.
Le frecce lanciate sul Caso Regeni, da vari esponenti del Governo che ricordiamo anche essere pentastellato, si sono ormai fermate, cadendo fuori bersaglio, avendo esaurito la spinta inerziale ma, riteniamo, anche mancando di mira al momento in cui furono scoccate.
Il problema è che se non si vuole (o non si può?) avere una politica estera incentrata sul Mediterraneo (Mosca è altro e ha, viceversa, una sua flotta militare nel Nostro Mare a sostegno della propria visione ed interessi), difficilmente si arriverà alla verità e al rispetto del dolore della Famiglia Regeni. L’omicidio efferato se lo si sgancia da un metodo investigativo scientifico che abbia la geopolitica mediterranea come architrave portante non potrà mai essere risolto. Chi si sottrae a questa metodologia investigativa o è un doppiogiochista o un povero deficiente. Fate voi, ma che nessuno si spacci per amico della verità. Il tempo è scaduto. Scelgo a caso alcuni dei tanti post che abbiamo dedicato sin dalle prime ore successive all’orrore, per rilanciare le nostre tesi e offrire nuovamente un marginale ma sentito contributo alla ricerca delle responsabilità.
Giulio Regeni era un intelligente, onesto, patriota friulano e per nessun motivo al mondo questa sua peculiarità dovrà essere dimenticata. Anzi, questa è sempre di più la nostra tesi (dove hanno portato le altre eventuali ipocrite piste?) e a questa ipotesi torneremo a lavorare. Come sapete in questi giorni stiamo collaborando all’avvio del Primo Corso di Formazione alla Polis e spero che mi sia consentito, in quella sede concettuale e didattica, di conversare liberamente intorno a quanto è accaduto al cittadino italiano Giulio Regeni, trattando questo argomento come merita: con intelligenza e schiena dritta. Anche perché, sentendo l’aria che tira, il caso potrebbe, viceversa, giorno dopo giorno, finire nel dimenticatoio. Come è accaduto troppe volte, a cominciare da Ilaria Alpi e finendo a Franco Lamolinara. Anche loro Italiani, come voi.
Oreste Grani/Leo Rugens e la Redazione
L’ha ribloggato su Leo Rugens.
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