Torturare e videoregistrare
“Uno dei membri del commando saudita che ha fatto sparire il giornalista Jamal Khashoggi sarebbe stato addestrato in Italia dall’Hacking team, una società specializzata in programmi di intercettazione.
Maher Abdulaziz Mutreb è stato identificato dagli investigatori turchi come uno dei 15 uomini della squadra saudita che avrebbe eliminato il giornalista scomodo [12 agenti della CIA quelli che sequestrarono Abu Omar ndr]. Non si tratta di un agente qualunque, ma di un personaggio molto vicino al principe ereditario Mohammed Bin Salman.” Fonte ilgiornale.it
Mi piacerebbe sapere come si senta David Vincenzetti (ma davvero è convertito all’Islam?) nell’avere stretto la mano a un torturatore e assassino al quale ha insegnato l’utilizzo di “armi cibernetiche”, le stesse che ha tentato di vendere proprio all’intelligence dell’Arabia Saudita. Che combinazione.
Mi piacerebbe sapere se nel “corso di formazione” l’Hacking Team insegnasse anche le tecniche per rivelare la presenza di microfoni o telecamere nascoste, spero di no, dati il video e l’audio che immortalano il massacro del giornalista. Qui dobbiamo sottolineare che l’immane figura da cioccolatai delle strutture di sicurezza saudite, bucate come polli dagli abili turchi (un popolo coltissimo, raffinato e feroce altro che cammellieri del deserto arricchiti) dovrebbe consigliare la massima prudenza nello stringere alleanze e collaborazioni di alcun genere, pena rimediare figure ridicole.
110 miliardi di armi, cioè di dollari in cambio di una fornitura di armi americane all’Arabia Saudita sarebbe la ragione di tanto amore tra i due. Pessimo, volesse il cielo che i cammellieri non si ricordassero un giorno di avere sempre odiato gli ebrei e decidere che l’arsenale sia rivolto contro Israele piuttosto che l’Iran. Gli Stanamore non mancano mai.
Tornando ai macellai, ma facciamo torto ai professionisti del campo ad appellare così gli psicopatici che con sega e coltello si eccitano nel causare dolore all’altro da sé; sì, si eccitano, probabilmente hanno erezioni se non eiaculano durante l’atto violento. Individui pericolosissimi e non adatti a vivere in un consesso umano cui l’intelligence pare non possa fare a meno.
Un’altra riflessione circa il sodalizio tra il torturatore il suo capo; è evidente che il legame tra i due si basi su qualcosa di profondo, ben al di là del compenso che il sicario riceve. Partiamo dal presupposto che uno psicopatico del genere non viva una vita felice, anzi che sia lui stesso vittima di abusi e soprusi tali da impedirgli qualsiasi forma di empatia verso l’altro; cos’altro potrebbe fare nella vita di meglio del serial killer? Il torturatore, ovvio. Vediamo ora l’altro capo della coppia, il principe che tiene al suo fianco un soggetto che non si farebbe scrupolo a farlo a pezzi se ne avesse necessità. Vi fidereste di uno così? Fareste affari con un tipo del genere? Quale genere di relazioni politiche o sociali si possono immaginare con individui del genere? Eppure è proprio ciò che sta accadendo nell’area più delicata del Mediterraneo.
Israele si sente davvero sicura sotto il proprio ombrello nucleare ad allearsi con gente del genere?
A Erdogan non importa nulla della fine del giornalista, sa fare e ha fatto di peggio, così ora sfrutta a meraviglia la carta che ha in mano per mettere in difficoltà Trump e la politica USA che solo pochi mesi fa ha quasi messo in ginocchio la Turchia attaccandola sul piano finanziario. Con quali finalità? E chi lo sa.
Alberto Massari