I pregiudizi di un uomo della mia età

lavadenaro.jpg

I miei pregiudizi nei confronti di Vladimir Putin e di uno che gli lecca le orecchie come Matteo Salvini, ha radici negli anni ’90 quando ormai ero cresciutello e non posso certo dire che non avessi strumenti per informarmi, capire e decidere le mie simpatie.

Ricordo di aver un giorno appreso che in Svizzera (quando era in sinergia con il resto del Mondo quale cuore dell’illecito per i traffici valutari) esisteva una struttura denominata DEA. Non la Drug Enforcement Agency che è americana e che fa altro.   

Quest’organismo solitamente ben informato (direi, in termini di soldi, informatissimo) aveva riscontrato che, dalla fine del 1990 (avevo già belli 43 anni!) la Russia ex sovietica era diventata un’enorme lavanderia per denaro sporco. Da questo momento in poi, potete non credere a nessuna delle informazioni che lascio in rete (in realtà vivo fabbricando non idee ma, “false notizie”) ma comunque vi prego di notare la dimensione delle cifre in rubli/dollari che dichiaro essersi mosse in quegli anni. Vista la dimensione (anche fisica), immaginate se invece avessi ragione su questi traffici e ponetevi qualche domanda su matrici e condizionamenti che arrivano – carsicamente – alla Russia contemporanea.

la_dea_bendata-500-x-500

Il vertice della DEA svizzera dell’epoca sostenne che si era verificato un colossale (il termine ora vedrete che non rende bene perché un colosso è piccolo come unità di misura!!!!!) traffico di valuta che ebbe ad attraversare l’Europa e l’America. Il traffico, ideato e coordinato da ex agenti del KGB (ma si può essere ex di un tale organismo?) si è avvalso dell’aiuto determinante della mafia internazionale, delle cosche siciliane (in quel momento più che i calabresi erano loro che pesavano di più) e di cartelli sud americani della droga. Parliamo di indelebili peccati originali: si lavano i capitali ma non questi peccati originali. E i legami, tranne che con i morti, potrebbero ancora esistere. Gli ex agenti del KGB (guardate date e quadri sinottici che potrebbero anche riguardare Vladimir Putin come persona in organico e in piena consapevolezza di quanto accadeva essendo stato assunto in KGB nel 1985) hanno così potuto accumulare nelle banche svizzere enormi quantità di dollari per creare quella che andò sotto la denominazione di Intelligence intern in accordo con molti ex della STASI, dell’SB, dell’STB, e della Securitade e mi scuso se ne tralascio alcuni per dimenticanza quando cadde il Muro per, ad esempio, prepararsi a strumentalizzare i mussulmani fondamentalisti (questa spero che si riconosca subito come una fake news fresca fresca), per tentare di far vincere il FIS in Algeria e per accerchiare da sud tutto il continente europeo. Questa ancora più balla di tutte le balle. In quegli anni cruciali, il KGB, potendolo fare, si mise ad accumulare denaro anche con la vendita di sistemi d’arma convenzionali, arricchiti con uranio e mercurio rosso e i soliti missili atomici (?) tattici. Mentre ci si dedicava a questi affarucci, lo scopo non secondario del KGB restava quello di riprendere in forma evoluta il potere in una o più repubbliche dell’ex impero sovietico.

Hotel Savoy di Zurigo

Tornando al traffico di valuta, la piazza (per i nostalgici dei bei tempi andati) n°1 era l’Hotel Savoy di Zurigo. Poi, ma non da meno, veniva il Century di Ginevra. Dalle hall di questi alberghi passarono, a spanne, un milione di miliardi di dollari. Boom! Ve l’ho detto che alla Fiera delle Cazzate oggi non pongo limiti. I conti correnti primari su cui poi si spostavano i soldi erano a Zurigo ma anche a Miami in USA.

Conti secondari ovunque si potesse. Nel corso del 1991 (e qui le balle diventano stratosferiche) si riuscirono a intercettare (come oggi quando si prende un carico di droga su venti/quaranta/ottanta) certamente in  autotreno carico di rubli nel nord Italia; un  treno (intendendo quelli con i vagoni che viaggiano sui binari) diretto in Belgio, via Polonia; una cassa di 3 metri X 1,5 (grossetta quindi) con 500 miliardi ormai quando era entrata in Svizzera. Quando spuntava questa merce valutaria i cambisti (chissà se si dice così o valeva il termine solo per quelli che cambiavano gli assegni fuori dai Casinò ai giocatori disperati?) praticavano il rapporto di un dollaro per 15 rubli. O anche di più. Mentre via terra si muovevano queste pinzillacchere quei bravi ed efficienti ragazzi del KGB usavano l’Aeroflot per far sparire tonnellate d’oro e materiale radiottivo.

hotel-century-exterior-41704a5

Per provare a ricostruire questi rizomi inconfessabili, se fosse ancora vivo e uno volesse cominciare da qualche parte a fare verifiche delle super cazzate di Leo Rugens che ha il suo movente dichiarato  nel mettere in cattiva luce Vladimir Putin e la classe dirigente russa che, per dati anagrafici e ruoli ricoperti all’epoca, non può essere considerata estranea a queste attività di approvvigionamento, potrebbe provare a rintracciare uno che si chiamava (tanto per fare un nome) Hamza Turkeresin che si aggirava anche per Milano per sovrintendere all’eroina turca, legato alla famiglia calabrese dei Morabito (quelli) e con i trafficanti di cocaina di Pablo Escobar (quello). In Lombardia – quella che si ritiene che sia cresciuta con l’olio di gomito dei brianzoli – si giocò (con successo) la partita che vide come posta questi capitali, questi traffici, questo radicarsi di alcune forze politiche prima sotto l’effetto di suggestioni varie e indotte dalle tv berlusconiane e poi con i voto di scambio attuato con le mafie. In Lombardia queste droghe, questi vizi diffusi divennero una sola cosa con la politica e il modello di vita. Lombardia e la limitrofa Svizzera. Sistema organico per evadere con l’esportazione dei capitali  il nero. Il vero vizio dei virtuosi imprenditori lombardi. Questi legami e questo clima sfociano nella stagione stragista 1992-93 e poi nel trionfo dei Leghisti e di Forza Italia, non a caso ancora uniti. Dal fatale 1994. Come sono ancora uniti, con modalità e statura diversa, con Mosca e Vladimir Puntin.

Norbert Elias.jpg

Norbert Elias

Mi fermo perché devo andare a ragionare come si possa trasmettere tutto questo per tramandare, nell’era della rete delle reti, nelle “aule” che stiamo per inaugurare, questa capacità di apprendimento che si estende al di là delle generazioni, questa capacità di trasmettere esperienze da una generazione all’altra nella forma di un sapere, perché alla fine tutto diventi progressivo miglioramento e ampliamento nel corso del tempo dei mezzi di orientamento degli uomini. Come troviamo ben detto negli elaborati di Norbert Elias, gli uomini si orientano meno di ogni altro essere vivente a noi noto con l’aiuto di reazioni inapprese e più di ogni altro essere vivente con l’aiuto di percezioni plasmate dall’apprendimento, dalla didattica, da scelte umanistiche formative da precedenti esperienze non solo di singoli individui, ma soprattutto di una lunga catena di generazioni umane.

Oreste Grani/Leo Rugens