Ora si apre la grande opportunità mediterraneocentrica

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Dallo scontro elettorale (negli USA, sia pur in presenza di ovvie complessità legate – anche da quelle parti – alla ormai diffusa “infosfera”, si è avuto un grande esempio di come funziona una democrazia) non esce nessuna “anatra zoppa”. Come avete visto, negli USA, si vota a cielo aperto, a differenza di quello che si può fare a Mosca, Pechino o, come si vedrà, a giugno 2019, perfino nell’Europa a trazione BCE. Nessuna “anatra zoppa” dicevo quindi. Anzi, ovunque Donald Trump ci ha messo la faccia (Florida per prima), i repubblicani vincono. Repubblicani che non erano due anni addietro, fino in fondo, il suo partito. Ora, quasi ovunque, lo è. Inoltre, da ieri, non c’è nessuno, in alternativa a lui, pronto per la sfida prossima ventura. E questa è una mia prima considerazione. L’altra è che la Camera, da oggi, è nettamente “democratica”. Ma, anche questa sconfitta, potrebbe essere, paradossalmente, un vantaggio/alibi per Trump in vista delle elezioni presidenziali del 2020: ogni volta che non dovesse attuare parte del programma a suo tempo promesso, dirà che è colpa dei voti dati ai democratici che lo disturbano, mentre guida gli USA.

USA che hanno visto iscriversi a votare molta gente (e questo, tra l’atro, ha fatto emergere donne, anche di religione islamica, ben elette) ma che sono nei fatti sostanzialmente divisi in due. Anzi, mi sembra, dai duelli all’ultimo voto, che questo sia i dato emergente: quasi ovunque i fronti si polarizzano e si superano per pochi voti.

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Tornando a Trump che ha vinto da tanti punti di vista le elezioni, con questi numeri al Senato saldamente in mano repubblicana, niente attacco giuridico, neanche se il Presidente fosse trovato, in atteggiamento equivoco, con una minorenne di origine russa o, a vostra scelta, cinese. Certo rimane la questione della collusione (certa) con la Russia ma meno velenosa da questa notte. Così mi appare.

Anche questa volta (Trump, non lo dimenticate, era dato battuto dalla Clinton) alcuni sondaggi si sono dimostrati inadeguati e su questo aspetto di come si potrebbe arrivare ad indagare/prevedere il vero “sentiment” delle persone, tornerò quando sarà tempo.

Certamente, se non si aggiornano, anche i sondaggi di tipo tradizionale si dimostreranno fuorvianti.

SUEZ

Interessante viceversa per la nostra Italietta la situazione (in quanto più chiara) che emerge da questa tornata che, ancora di più, “libera” opportunità per un Mediterraneo che sapesse approfittare di questo “spazio temporale” (certamente i prossimi due anni, se non sei), evitando tassativamente (questa è la mia vera preoccupazione) di buttarsi nelle braccia di inaffidabili oligarchi moscoviti o velleitarie scelte euro-asiatiche. Ritengo pertanto, nella mia accertata megalomania, di fare il mio dovere nel suggerire, come Paese ancora in grado di farlo, una vera terza via, aprendo da subito sul terreno strategico culturale, un dialogo con i popoli africani, scartando/contrastando le scorciatoie nostalgico-colonialiste francesi e ogni approccio fobico che sembra, in alternativa, connotare il nostro governo a traino leghista.

STARGATE

Si apre uno “stargate“, una grande occasione per diventare adulti ora che, per un lasso di tempo sufficiente, gli USA guarderanno il proprio ombelico, esclusivamente a baricentro economico, lasciando aperta la possibilità di concordare, con questa Casa Bianca, la nostra sovranità. Sovranità che dovremo conquistarci con visione e schiena dritta ma che, tassativamente, non può essere quella fittizia arrogantemente ipotizzata per noi dal Cremlino e propostaci dai loro prezzolati ignorantissimi agenti in loco. Africa quindi. Africa e Canale di Suez, aggiungiamo noi da questo marginale e ininfluente blog. Vuol dire politica estera pensata su basi geopolitiche mediterraneocentriche e scegliendo alleati che ci portino, come vantaggio, almeno una visione culturale sprovincializzante del Mondo. Visione valoriale che non può essere, per tanto, elaborata nel profondo delle valli bresciane, comasche o varesotte. Tantomeno possiamo accettare di essere guidati da uomini sanguinari formatisi alla scuola fobica del KGB.

Oreste Grani/Leo Rugens