#Basta impuniti?
Per seguire con la dovuta attenzione le polemiche che serpeggiano in ambiente militare italiano (niente di drammatico ma chi ha orecchie sostiene che ci siano) nei confronti dell’attuale governo, nella mia semplicità, da vecchio signore vetero-atlantista, se non addirittura “atlantico” (uso questo termine se qualcuno ancora dovesse sapere chi venisse chiamato con questa denominazione), mi andrei a rileggere quanto, l’alleato per eccellenza, lo statunitense Donald Trump, sosteneva, sin dal luglio u.s., a proposito della NATO e dei denari che gli europei dovevano spendere per il suo sostentamento.
L’articolo è tratto da Milano/Finanza e lo terrei in stretto rapporto con quanto, come ho fatto cenno, si mormora, anche in queste ore, in chiave critica, tra gli addetti ai lavori che si dedicano a questioni strettamente attinenti alla spesa militare. Questioni di non facilissima interpretazione (bisogna capirne ed io ne capisco poco o niente) nel Paese che in realtà ha visto, sin dai primi anni del dopoguerra, deteriorarsi l’ambiente governativo proprio a partire da questioni legate a spese oculate o meno nel comparto della Difesa. Per capirsi ancora meglio: dalla lettura delle spese, oculate o meno (vuol dire sprechi), della Difesa si può percepire la salute di una compagine governativa, come sempre è avvenuto nella storia della Repubblica. Per non parlare del Regno. Di queste questioni (appropriazioni, truffe alla collettività, arricchimenti smisurati), viceversa, ritengo, non solo di capirne un po, ma di avere una memoria di ferro. Tenete conto che, ad esempio, quando scoppia lo scandalo dei falsi danni di guerra denunciati per “merito” di tale eroico Amos Carletti (Direttore generale dei danni di Guerra presso il Ministero del tesoro), eravamo nel 1974 ed io non solo mi buscavo il pane da anni ma, da tempo non sospetto, sapevo, per fonti dirette (e potendo ascoltare quotidianamente un grande maestro quale Carlo De Risio, giornalista e storico di questioni militari competente come pochi), in che cosa consistesse il male maggiore per il mio Paese e dove arrivassero le metastasi proprio partendo dagli illeciti nel comparto della Difesa che dava il “buon esempio” e poi si allargava ai petroli (è nella stessa primavera del 1974 che si scopre la mega truffa dei carburanti e poco dopo quella dei fondi neri della Montedison, mentre si preparava il rinvio all’Inquirente (Parlamento) di quello dell’ANAS che avverrà nel settembre dello stesso anno. Le “creature” a cinque stelle, che si ritengono sufficienti per affrontare oggi il male, si stanno dimostrando troppo ingenue per il mostro dalle cento teste, vivo e vorace, come non potevano supporre neanche lontanamente ancora fosse, avendo, a mio semplice (e un po’ stanco) giudizio, sottovalutata la complessità dell’impegno etico-morale-politico-giudiziario che li aspettava. E come se veramente scoprissero oggi cosa sia l’ANAS o, speriamo non sia mai, il Ministero della Difesa. Mi soffermo su questa questione dei falsi danni di guerra perché ha dell’incredibile ma averne studiato carte e modus operandi dei criminali, mi obbliga a raccontare la vicenda perché come vedremo si lega ad un’altro aspetto che è in discussione in queste ore, come se il tempo non fosse mai passato. Invece, tra pochi anni, sarà passato mezzo secolo e i miei amici pentastellati pensano che le questioni in continua emersione/emergenza si possano sanare (quando anche lo si volesse) con battute via internet.
Anticipo il ragionamento sull’altro tema caldo (i processi e la loro durata) per banalmente dire che la stagione degli onesti (così si chiamò quella effimera primavera ed io starei, per tanto, attento ai cicli, agli stereotipi, alle speranze che svaniscono) svanì nel nulla e poi arrivarono il terrorismo, l’assassinio di Aldo Moro, Mani Pulite, lo stragismo del biennio 1992-93, il non fascismo (così Paolo Mieli è contento) del ventennio berlusconiano. Dicevo dei processi e della loro durata: quando viene finalmente celebrato il processo a Milano nel febbraio-marzo 1981, sono passati dieci anni, dieci anni, dieci anni, dieci anni dai fatti e sette dalla “Primavera degli onesti”. Se mi dovessi mettere a raccontare il groviglio bituminoso che circondava questo scandalo dei falsi danni di guerra (andatevelo a riscontrare da soli) dovrei piano piano arrivare a chiedermi/chiedervi cosa sapete realmente del vostro Paese e di come ha agito/agisce ancora la partitocrazia. Soprattuto di persone (certo ormai defunte) come Giulio Andreotti, ancora oggi portati in palmo di mano da ministri della Repubblica e da burattinai sempre nell’ombra. Erano, in realtà, lui e il suo capo di gabinetto Gilberto Bernabei, due truffatori che solo le lentezze e i magheggi avvocatizzi salvarono da condanne certe. Così cento e cento altri. Abdicare sulla questione delle prescrizioni, è buttare alle ortiche, al vento, in caciara , al cesso non la primavera degli onesti ma tutto quello che negli ultimi otto anni, alcuni milioni di italiani hanno sperato. E questo amici a cinque stelle anche solo per inadeguatezza non vi sarà consentito.
La classe dirigente legata ai partiti cominciò a svelare la vera natura su questioni tipo lo sminamento (che fu definito, non a caso, d’oro) post-bellico, sui falsi danni di guerra (Andreotti, quello per bene, ante Mafia/Riina, era coinvolto, come ho accennato, mani e piedi), su su fino alle questioni legate alla scelta dei carri Leopard o M60, ai corredi da sposa per le figlie di generali, pagati o meno con denaro pubblico, fino ad esplodere nel Caso Lookeed. Quando viene rapito Moro, la mattina del 16 marzo 1978, il quotidiano La Repubblica, ancora autorevole, titolava sul quel caso di corruzione legato agli ambienti della Difesa. Il titolo fu rimosso per la gravità dell’altro episodio. Anche gli F104, prima e dopo le modifiche attuate, furono al centro di questioni delicatissime. Commesse e super spese per la Difesa direi che sono talloni d’Achille mai risolti e sempre pronti dietro l’angolo a far cadere governi, intere classi dirigenti, se non, addirittura, a far numerare Repubbliche: Prima, Seconda, aspettando la Terza. Trump quindi dice la sua sulle spese militari che riguardano i Paesi membri della NATO e io dico, per metafora ed analogia, di stare in campana visto i ragionamenti che serpeggino sulla spesa dell’attuale Difesa. Che siano il 2%, 1,5% o altre percentuali. Io, memore degli anni di cui vi ho fatto solo cenno, direi che è opportuno entrare nel merito, con durezza assoluta, su sprechi e spese, spesso abilmente suggerite da quel lobbista piuttosto che l’altro. Se lo si sa fare e se lo si vuole fare.
Comunque dire di provare ad approfondire il comparto della Difesa a cominciare da un po’ di storia. Il resto, se lo si volesse, potrebbe venire facilitato da questo approccio allo studio. Ormai indispensabile.
Oreste Grani/Leo Rugens
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https://formiche.net/2018/07/avio-aereo-investimenti-sfide/
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https://www.trasporti-italia.com/istituzioni/in-enac-si-discute-di-integrazione-tra-porti-e-aeroporti/34599
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https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/24/colleferro-bonifica-non-ce-lemergenza-si-e-commissario-colleziona-consulenze/273036/
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https://www.elezioniagrottaglie.it/gir/de-castro-dalema-la-torre-big-del-partito-democratico-in-piazza-per-sostenere-pierluigi-di-palma/
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https://www.demetracentrostudi.it/presidente/
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Ancora senza commento per carità di patria
https://www.avionews.com/it/item/1206288-venti-anni-di-enac-pierluigi-di-palma-l-uomo-che-ha-cambiato-le-regole-del-trasporto-aereo-video.html
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Ahi ahi ahi
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=16&id=665882
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Che dolor
https://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/asi-satellite-saggese-inchiesta-lancio-1099365/
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Cambiamento?
https://www.demetracentrostudi.it/category/direzione/comitato-scientifico/
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