Non rimuoviamo il problema ISIS con troppa leggerezza
La Somalia è la terra d’origine dell’assassino, Hassan Khalif Shire Ali, che, ieri, ha ucciso, a coltellate, un nostro compatriota, Sisto Malaspina, a suo tempo emigrato in Australia. Sisto Malaspina era un personaggio amatissimo e rispettato dagli italiani in loco e da chiunque frequentasse il suo bar.
Ucciso da un somalo reso folle dalla sua ideologia/credo religioso e dalla condizione in cui, da troppi anni, è ridotta la Somalia. L’ISIS, come spesso fa, si è buttata sul delitto e lo ha rivendicato.
Proprio venerdì u.s., da allievi del Corso, ho ricevuto, in gradito dono, due libri che, con alto tasso di scientificità e uso opportuno delle fonti aperte (e non solo), trattano il fenomeno complesso dell’ISIS. Sono testi usciti a firma di Antonio Albanese, Graziella Giangiulio, Eric Molle, Ricardo Baratzky, Goran Balkan, Edoardo Valdenassi, nel 2014 e nel 2016, eppure li ho riscontrati subito di grande utilità/attualità proprio in relazione all’avvenimento australiano di queste ore. Mi è bastato infatti andare a pag.112 di uno dei due volumi (Lo Stato Islamico) e trovare delle notizie dedicate proprio alla presenza in Australia di seguaci dello Stato islamico, che ritengo opportuno riportarvi. Sembrano notizie circoscritte e ma funzionali a dare esempio di parte per il tutto.
Se poi si aggiunge a questa prima pagina quelle dedicate agli Shebab Somali, da pag.114 a pag.124, si comincia a capire che sarebbe gravissimo errore distrarsi rispetto al fenomeno ISIS che oggi può sembrare in fase calante. In Somalia, alcune ore addietro, c’è stato l’ennesimo attacco/attentato e anche in questo caso, i morti sono decine. Riproduco i testi ricordandovi la fonte: “Lo Stato Islamico. Chi sono • Da dove vengono • Quanti sono • Quali obiettivi“, sperando di non fare cosa sgradita agli autori e agli editori della AGC COMMUNICATION srl. Procuratevi i testi.
Oreste Grani/leo Rugens