La Francia raccoglie tempesta dopo aver seminato vento

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Giunge notizia che i cittadini con i giubbotti catarifrangenti gialli stiano bloccando i luoghi strategici dove si raffinano e si stoccano i carburanti. Decine di feriti gravi in percentuale su centinaia di arresti nel fine settimana. Alcuni nostre considerazioni di ieri (abbiamo evocato anche la non trasparenza di quanto avvenne in Francia nel Maggio 1968) aprono ad altre ancora più attente a cosa è implicito in tali comportamenti di massa. Perché, direi che è ora di considerare di massa quando centinaia di migliaia di persone guidate, anche in questo caso, da donne, scendono nelle vie e rischiano la vita per provare ad invertire scelte elitarie (non entro nel merito delle tariffe) che oligarchie (cosa altro è questo Macron, fungo politico velenoso, artatamente fatto spuntare a Parigi dalle logge massoniche, preoccupate esclusivamente di perpetuare il loro potere?)  decidono per tutti. Le accise sono una vessazione camuffata che ben conosciamo anche da queste parti e mi starei ben accorto a fare gli smemorati nel Paese dove i petrolieri, collusi con i vertici della GDF e politici ladri misero in piedi il più grande e ardito sistema di truffa andato sotto il nome di Scandalo dei Petroli. Mi starei attento a sottovalutare le tensioni introno a tema dei carburanti nel Paese dove ciclicamente si arrestano i vertici  dell’ENI per scandali di corruzione nazionali e internazionali. Direi che intorno al petrolio, dal dopo guerra a venire ai nostri giorni, passando per la morte di Mattei negli ultimi giorni alla lettura del testo ENIGATE di Claudio Gatti e della vicenda Nigeria di cui da tempo vi parliamo, c’è poco da scherzare. E tanto è vero che alcuni (moltissimi) in Francia hanno smesso di scherzare.

Ancora una volta si vede che i ciucci presuntuosi francesi ritenendo di poter fare da soli possono solo che rimetterci le penne, miso-galli come sono.

Oreste Grani /Leo Rugens