Finalmente! Auguri Generale Carta!

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«Era dai tempi di Martini, Pollari e Siracusa che non spiccavano profili di così alto spessore, capacità e serietà», ha commentato il sottosegretario alla Difesa, Angelo Tofalo (M5S): «Con il cambiamento di oggi si apre una nuova pagina per il comparto intelligence italiano». Fonte la Repubblica

Così si esprime il Sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo per commentare la nomina del Generale Luciano Carta ai vertici dell’AISE. Sempre secondo Repubblica, “Luciano Carta, 61 anni, è stato nel 1993 uno degli ufficiali di punta del pool Mani Pulite, dove ha coordinato alcune delle inchieste più importanti di Tangentopoli, incluse quelle su Fininvest, su Enimont, e sulla corruzione all’interno delle stesse Fiamme Gialle. È stato consulente della Commissione parlamentare antimafia e ha condotto indagini anticorruzione a Livorno e a Bologna, dove ha anche supervisionato la campagna contro l’evasione fiscale a San Marino. Dopo avere diretto i reparti speciali delle Fiamme Gialle, è diventato capo di stato maggiore della Guardia di Finanza: nel 2016 era considerato uno dei candidati al vertice del corpo ma il governo Renzi scelse il generale Giorgio Toschi. A Carta venne assegnato il ruolo di vice dell’Aise, al fianco del generale Alberto Manenti, l’uomo che nell’ultimo decennio ha gestito alcune delle pratiche più delicate per la sicurezza nazionale”. Con che risultati, aggiungiamo…

A tarda sera, arriva la fine formale di un periodo (sembrava interminabile) che ha visto alla guida dell’AISE, Lupo Alberto Manenti. Sono costretto a lasciare la parola scritta a GEV (Giancarlo Elia Valori) per descrivere (mi dispiace doverlo ammettere perché lo fa in modo ottimale) in che condizioni di impotenza e di irrilevanza il generale lascia l’Agenzia che istituzionalmente avrebbe dovuto guardare gli interessi italiani nel Mondo. Perché, ne sono certo, questo si intellege nel pezzo di GEV. Non attacca direttamente  la gestione dei nostri servizi ma la sostanza non cambia: zero spaccato: “la Conferenza di Palermo è stata una buona idea, in linea di principio, ma fatta da un Paese che prima era una potenza di secondo livello e, oggi, nemmeno quello. Decenni di distruzione della nostra politica estera, che sono poi tutto il periodo che va dalla fine della “prima repubblica” ad oggi, hanno lasciato il segno” (Leggi l’articolo completo su Formiche).
Si chiude pertanto la parentesi iniziatasi decine di anni addietro per Manenti (vedremo se lo devono piazzare da qualche parte) sempre barcamenatosi (fino alla botta di culo con il Nigergate) dentro ai Servizi. Qualcuno potrebbe dire, con un qualche grado di superficialità e di semplicismo, che gli subentra il suo vice (il generale Luciano Carta) e che quindi, nella migliore tradizione dei servizi italiani, nulla cambierà.
Io me la rischio e dico che non sarà così, e che il generale Carta, pur ereditando una situazione oggettivamente difficile quale dover guidare una struttura di quella complessità (e in una fase geopolitica di questa complessità), dopo anni di “privatizzazione” e di povertà di visione e di zero orgoglio nazionale, certamente farà meglio di Manenti che, non lo dimentichiamo, non ha fatto nulla se non inanellare sconfitte e deterioramento della credibilità italiana, in particolare nel Mediterraneo e in Africa: Egitto e Libia su tutti. Manenti va via con una super pensione e una iper liquidazione, cifre che sarebbe opportuno rendere pubbliche anche e non solo alla luce di quel quadro fallimentare che GEV, cento volte meglio di me, ha descritto. Cifre che non hanno più niente di riservato/segreto se non l’oscenità della dimensione.

Auguri per tanto a Carta e al nostro Paese che ha sempre più bisogno di un ragionato cambiamento di rotta.
Nel Mediterraneo, in particolare, signor generale.
Oreste Grani/Leo Rugens