A chi giova una Quarta sponda senza legge?

 

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“Nei giorni scorsi sono arrivate tre navi cariche di armi dalla Turchia”

Il 7 dicembre 2018, nel corso della quarta conversazione del “Primo Corso di Formazione alla Polis” (per chiarimenti vai al link) Luigi Maccagnani, geologo, ha espresso il suo punto di vista sulla Libia e sul conflitto in atto.

Maccagnani conosce il paese come le sue tasche e ne dichiara un amore senza limiti, così come dichiara lealtà alla società per la quale ha lavorato più di trent’anni a partire dal 1968, l’Agip. Conosco Maccagnani (vice presidente di OMeGA) grazie alla presentazione fattami da Enrico La Rosa, presidente e fondatore della medesima.

La popolazione libica, secondo quanto autorevoli sondaggi dimostrano e che Maccagnani ha illustrato con dovizia di particolari, vuole esprimersi attraverso elezioni e, soprattutto, essendo in larga maggioranza insediata nelle città costiere e avendo meno di quarant’anni, oltre a guardare all’Europa, alla pace e allo sviluppo economico, se ne frega senza mezzi termini delle cosiddette “tribù” e della guerra. Le tribù, come entità politiche, esistono solo nella mente di coloro i quali traggono profitto dal contrabbando di petrolio, dal commercio di esseri umani, dalla vendita delle armi, dal traffico della droga e via discorrendo, cosicché se il Governo di Fayez Al-Sarraj, poco sostenuto e poco armato, si trova di fronte gruppi terroristi stra armati da Erdogan (tre navi sono attraccate con il loro carico mortifero provenienti dalla Turchia), di che cosa si parla quando si fanno gli incontri in Sicilia o in tavoli più o meno separati?

Chi ascolta Maccagnani? Non di certo gli studenti o i docenti della LUISS che dovrebbe formare classe dirigente e invece invita un Luttwak a sbavare di 40.000 soldati da inviare in Libia a disarmare le tribù…

Chi ascolta Maccagnani in sede governativa o nelle istituzioni preposte alla sicurezza del paese?

Chi ascolta la saggezza e l’onestà intellettuale di un uomo che in quelle lande ha vegliato per anni sugli interessi della nostra Patria, in silenzio e con coraggio? Chi, oltre ai cittadini che partecipano a “Polis” o che leggono i suoi articoli in OMeGA?

Se vi interessa sapere come stanno le cose in Libia dovete leggere ciò che Maccagnani ha scritto il 20 dicembre 2014, poi riconsiderare le balle spaziali che avete sentito raccontare.

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Tutte le grandi analisi prendono avvio da uno studio della demografia di un paese prima che dalla sua economia, purtroppo, ormai ne sono convinto, tale conoscenza pare essere sfruttata per ottenere l’esatto contrario, in particolare se è la pace l’orizzonte cui aspira la maggioranza di un popolo.

“La situazione a Tripoli” al 19.1.19 secondo quanto si legge in AGC Communication “continua ad essere molto caotica e le dichiarazioni delle diverse forze in campo indicano che ormai lo scontro non è più solo per ottenere guadagni territoriali, ma anche influenza politica. Vi sono stati ancora scontri tra TPF e 7° Brigata di Tarhuna a sud di Tripoli, particolarmente, e l’aumento della frequenza degli spari e delle esplosioni a Qasr Ben Ghashir, sud di Tripoli.” L’LNA è estraneo alla nuova guerra di Tripoli

Questo è il corollario alle non scelte fatte sulla pelle del popolo libico, per non parlare delle migliaia di morti affogati che salpano dai porti senza legge dell’ex “Quarta sponda”.

Poiché la complessità del mondo globalizzato non pare essere nel controllo di nessuno, lo sostiene anche il prof. Aldo Giannuli con il suo ultimo saggio “Come i servizi segreti stanno cambiando il mondo”, riteniamo che l’unica strada percorribile perché l’equilibrio e la pace tornino a regnare sulla Terra, siano la cultura e la conoscenza dell’altro: ponti non muri.

Questo pensiero è condiviso anche da Jolanda Guardi, studiosa rigorosa e libera della letteratura e della cultura musulmana, che oggi, 21 gennaio, chiuderà il primo dei tre moduli di “Polis”, parlando a donne e uomini di buona volontà, della “cultura di vita” che anima le genti musulmane; della “cultura di morte”, che riguarda una infinitesima porzione delle stesse genti, ne parleranno Graziella Giangiulio e Antonio Albanese.

Alberto Massari

P.S. Il 21 luglio 2017 esprimevo alcune “perplessità” circa l’operato dell’intelligence francese sul suolo nazionale, il che destò qualche turbamento… Oggi Luigi Di Maio ha addirittura portato lo scontro sul terreno più delicato dell’economia francese, le colonie o ex che siano. Ricordo che fu l’ENI di Mattei a minare tutto l’impianto colonialista aprendo le ostilità in Algeria grazie alla copertura politica della Democrazia Cristiana e, immagino, del Partito comunista non solo italiano. Dubito che, visto il risultato elettorale in Sardegna, gli italiani siano pronti a sostenere un contro attacco, che verrà o potrebbe venire e sarà doloroso, con la Francia non si va allo scontro impreparati.