I falsissimi Protocolli di Sion. Provate a non pisciare fuori dal vaso. Almeno elettronicamente!
Quando Leo Rugens butta là una cosa, anche minore, io mi starei sempre attento. Che parli di CONSIP e dei grovigli bituminosi che lo connotano, con alcuni anni d’anticipo; che dia indicazioni su comportamenti illeciti, di magistrati o di membri delle Forze dell’Ordine; che ricordi da alcuni anni come una delle prima cose che si apprendono se ci si vuole avvicinare al mondo del vero, del falso e dell’autentico è che il Protocolli di Sion sono un macroscopico e sputtanatissimo “falso”. E via così. Potete immaginare come mi possa sentire imbarazzato davanti a cazzate scellerate e facilmente strumentalizzabili come questa che circola da qualche giorno su un “ritaglia e incolla elettronico” di un parlamentare del M5S che, incontinente con le dita, da spazio a questa storia atroce e ormai a cui nessuno sano di mente crede, su cui però, statevi accorti, ci sono scappati milioni di morti. Ho scritto “milioni”. Su una fake news (capite meglio?), lo stereotipo che ne è nato e che si è diffuso, ha consentito/giustificato milioni di morti. I negazionisti vivono parassitariamente con la rete; gli antisemiti si alimentano di ignoranza e falsi storici; gli stadi e le strade limitrofe sono piene di scritte antiebraiche e al tempo siamo a poche ore dalle celebrazioni della Giornata della Memoria. Direi di definirli “tempi confusi”. Per rispetto dei soldi che lo Stato comunque mette a disposizione per un parlamentare, decurtata o meno sia la somma, vogliamo provare a non pisciare elettronicamente fuori dal vaso su un tema tanto delicato? Grazie.
Oreste Grani/Leo Rugens
ANTISEMITISMO ETERNO – “NESSUN EBREO MORTO NEL WTC IL 9.11”
Nel chiacchiericcio intorno all’11 settembre, invariabile è tornata la diceria della non presenza di ebrei tra le vittime dell’attacco al WTC.
Secondo le fonti ufficiali, ben 400 morti erano di “religione ebraica” o comunque avevano quella origine. Si disse addirittura che ben 4000 ebrei fossero stati avvertiti dell’imminente attentato e che perciò si fossero salvati. Ergo, ancora una volta era il complotto ebraico a spargere sangue innocente.
Chi avesse letto il “Cimitero di Praga” di Umberto Eco, sa quale sforzo letterario / immaginativo ci sia voluto per analizzare una indicibile ma scientifica pratica delle intelligence di tutto il mondo, nel caso in questione della polizia segreta zarista, l’Okhrana, autrice dei “Protocolli dei Savi di Sion”.
Ricordo come fosse ieri un ambiguo soggetto che vagava per le aule della Statale di Milano, capitatomi tra i piedi di ritorno da Parigi una notte di gennaio oltre trent’anni fa in un vagone ferroviario, i quale, transitando da Sion in Svizzera mi sussurrò che lì si fosse riunito il famoso comitato di cospiratori ebrei.
I Protocolli li hanno utilizzati tutti, ma proprio tutti, dal Partito Nazional Socialista alla Lega Nord.
Il sito Internet del giornalista Gad Lerner segnala che Radio Padania Libera, emittente radiofonica che ha sede in via Bellerio a Milano nella sede nazionale della Lega Nord, ha trasmesso un intervento di Pierluigi Pellegrin in cui è stato rivalutato il falso antisemita dei Protocolli dei savi di Sion.
Ecco la trascrizione del testo dell’intervento di Pierluigi Pellegrin.
“I Protocolli di Sion sono stati smentiti e smascherati, ma io li ho letti e sono pieni di spunti interessanti. Veri o presunti, ci sono delle situazioni che meritano di essere prese in considerazione, per esempio quando si dice che ai gentili devi lasciare la politica, mentre i soldi e la comunicazione se la terrebbero i semiti. Ed è curioso, se andate a vedere: la politica, in effetti, è così, la politica non viene impiegata da un determinato tipo di persone, la occupiamo noi; invece gli spazi che sono dedicati alla gestione dei soldi, la grande finanza internazionale e la grande comunicazione fanno capo a famiglie di origine semitica. Questo è un dato di fatto. Ciò significa il Nuovo ordine mondiale e il Bilderberg? Non lo so e non ci penso e non credo, però io dico: partiamo da questo dato di fatto oggettivo: le principali famiglie che governano la finanza internazionale sono di origine ebrea, questo è un dato di fatto; i principali organismi delle agenzie di informazione sono occupati da uomini che sono comunque ebrei; la più grande macchina dello spettacolo, cioè Hollywood, andate a vedere i nomi e sono tutti ebrei dichiarati; questo è un dato di fatto, giusto o sbagliato, preoccupante, terrorizzante o indifferente non lo so, ma questo è un dato, poi le conclusioni sarà lecito poterle tirare. Naturalmente, però, Trilateral e Bilderberg, come fanno i miei amici complottisti, non mi sembrano la strada più conveniente per attirare l’attenzione o convincere le altre persone: evocare questi spettri non mi sembra molto astuto. Non metto in discussione, non critico quello che dicono i miei amici complottisti, ma da vecchio addetto stampa metto in discussione la forma in cui ce lo viene comunicato: i dati, i numeri e i nomi ve li posso fornire quando volete, i nomi che governano la finanza, l’informazione e Hollywood sono per la preponderanza nomi ebrei, di famiglie ebree, dichiaratamente ebree; detto questo, voi non sentirete mai quello che sto dicendo ripreso per esser dileggiato; se io invece avessi fatto dei ragionamenti da dietrologo sul Nuovo ordine mondiale, la Bestia e 666, allora qualcuno avrebbe approfittato di un vulnus di comunicazione, di una esposizione del fianco, per colpire in modo vigliacco e schifoso, e se ti sei preso un calcio nel basso ventre o un colpo alle spalle, lo hai preso, mentre tu devi fare di tutto per non prenderlo, se vuoi proteggere e difendere quello che ritieni giusto”.
Disgustosa ambiguità quella di Pellegrin; non diciamo nulla di nuovo rispetto al tema, ci limitiamo a ricordare che grazie a un falso dossier, denunciato da D’Avanzo/Bonini con il nome “Niger Gate”, cucinato in Italia, dall’attuale Direttore dell’AISE Alberto Manenti, George Bush ha potuto giustificare la guerra contro Saddam; per le centinaia di migliaia di vittime innocenti chiedo giustizia.
Da tempo mi interrogo se sia mai possibile che un contabile del servizio abbia potuto avere un colpo di genio tale da ideare un “dossier” del genere, mal fatto o meno che sia. Alla fin fine ha funzionato e con quali risultati: il caos.
Suggerito o meno che fosse il “dossier italiano” è l’ennesima riprova della pericolosità di certe pratiche dell’intelligence; ai cittadini non rimane che studiare per comprenderne i meccanismi e neutralizzarle.
Alberto Massari
P.S. A seguire, dopo l’articolo, due post dedicati anni fa al tema.
Sep. 11, 2002
Five Israeli victims remembered in capital
By GREER FAY CASHMAN
President Moshe Katsav, US Ambassador Dan Kurtzer, Jerusalem Mayor Ehud Olmert, the families of five Israelis killed on September 11, and others gathered outside the Israel Museum in Jerusalem yesterday to remember the nearly 3,000 who died in the attacks a year ago.The family of Alona Avraham, 30, who was on the ill-fated United Airlines flight 175 traveling from Boston to Los Angeles, came from Ashdod with large photographs of her pinned to their clothing with the inscription “Alona, we remember you.” The photograph is especially important to them, because her remains were never recovered.
Also in attendance were the families of Daniel Lewin, 31, who was on board American Airlines Flight 11 from Boston to Los Angeles, which crashed into the north tower, Shai Levinhar, 29, who worked for a subsidiary of the Cantor Fitzgerald brokerage in the north tower, and Hagai Shefi, 34, who was on the 106th floor of the north tower when American Airlines Flight 11 hit. The fifth Israeli killed, London-born Leon Lebor, 51, was working at his job as a janitor in the twin towers when they were attacked.
Katsav and Olmert praised US President George W. Bush for his strong stand against terrorism.
“The close relationship between the United States and Israel is based on common values, understanding, and deep friendship,” said Katsav. “In these difficult days of the State of Israel, I want to express our solidarity with the American people. We stand behind you.”Olmert said no one sympathizes as strongly for what Americans have suffered as Israelis.
This is not only because Israel has endured so many terrorist attacks, but because Israel and the US share the same values and a determination to defeat terrorism, he said.Kurtzer expressed gratitude of for the love and support that Israel have shown for the US.
He said that one of the best ways to defeat terrorism is to continue to live a normal life, “to prove to terrorists that we will not be cowed into submission.” “A united, civilized world proves that terrorism cannot win,” he said.
LA BUFALA DEI “PROTOCOLLI DI SION” SPOSATA DAGLI “ASINI VOLANTI” ORGANIZZATI IN HAMAS FANNO COPPIA CON IL PROTOCOLLO DI WANNSEE
Quindi Hamas, per molti Stati, è “a posto”. Rimane il “particolare” (ma che volete che sia!) che ci siamo permessi di evidenziare il giorno 19 maggio 2014 che nello Statuto di Hamas, all’art. 32, i (24) “Protocolli di Sion sono considerati un testo attendibile. Anzi, storico. E nonostante Hamas legittimi la propria realtà giuridica basandosi su quanto è scritto nella più grande “bufala” confezionata negli ultimi cento anni, classi dirigenti, intellettuali di mezzo mondo, considerano Hamas una cosa seria ed attendibile! I “Protocolli ” artatamente costruiti da un intellettuale russo, Matvei Golovinski, agente della polizia segreta (Okhrana) al servizio degli zar (proviamo a ricordarlo!), hanno dato la stura a tutto l’antisemitismo del novecento (forni crematori compresi), e hanno legittimato, per alcuni anni, che degli “sconvoltoni tedeschi” ( che fine hanno fatto le spedizioni inviate in giro per il Mondo alla ricerca dei passaggi segreti per rintracciare Atlantide?) si organizzassero nelle SS per ubbidire, ciecamente, ad uno psicopatico.
Gente che ha massacrato milioni di esseri pensanti, per blaterare “di fuoco, di ghiaccio, di Santo Graal e di élite guerriere”. L’Umanità è stata esposta al rischio di un annientamento per queste teste di cazzo, ignoranti “magici” e, infantilmente, perversi.
“Teteschi di Cermania”, sarebbe utile ricordare e, per questo, non fidarsi di un’Europa maledettamente germanocentrica. Oggi Hamas (continuo a ripeterlo fino a quando qualcuno non mi smentisce portandomi prove convincenti del contrario) ha, nel suo Statuto fondativo, all’art.32, un richiamo culturale alla bufala artatamente costruita dal già citato Golovinski e su cui è basata tutta la teoria del complotto giudaico/massonico. Quando si parla di Hamas proviamo a non dimenticare queste quisquiglie, queste pinzillacchere. Scusate la semplificazione ma, se Hamas crede nei “Protocolli” e nel complotto giudaico massonico, perché non dovrebbe essere formata da persone altrettanto pericolose di quanto lo siano stati i teteschi croce-uncinati?
Questa storia dei “falsi protocolli” è come se, in una “costituzione repubblicana”, ci fosse scritto che veramente gli asini volano e che quindi è opportuno/doveroso uscire con l’ombrello se non si vuole essere inzaccherati dal letame asinino.
Possibile che nessuno (oltre questo marginale e inattendibile blog) chieda conto o chiarimenti alla nostra diplomazia (potrei essermi inventato tutto) di questa affermazione orrorifica e anti storica che Hamas propugna e di questo art.32? Questa storia dei “falsi protocolli” è cosa ancora più grave di qualunque semplice (si fa per dire) negazionismo filo-nazista. Può il recentemente insediatosi Ministro Paolo Gentiloni (persona per bene, oltretutto – culturalmente e per frequentazioni – certamente non di simpatie filo naziste o semplicemente antisemite!) appurare se esiste questo art.32 e qualora nelle carte ci fosse traccia di tanta idiozia tenere la notizia nel dovuto conto? L’unica serietà che si può riconoscere ad Hamas è, quindi, quella relativa alla determinazione crudele, perseguita seriamente e con la massima coerenza, di far soffrire il proprio popolo spingendolo, sempre e comunque, verso il conflitto permanente con Israele. Che ha, a sua volta, ad onore del vero, gravissime responsabilità in questa carneficina. Ma non certamente quelle che gli asini volanti di Hamas le vogliono attribuire, danno valore alla “bufala” dei “Protocolli”.
Basandosi su cazzate tipo quella confezionata dalla Okhrana, i nazisti, il 20 gennaio del 1942 (tra venti giorni ricorre l’anniversario e noi, ogni giorno, da oggi, troveremo il modo di ricordare il testo che troverete riprodotto di seguito), promulgarono il Protocollo di Wannsee che, in suo passo, così recita:
“Adesso, nell’ambito della Soluzione finale, gli ebrei dovrebbero essere utilizzati in impieghi lavorativi ad Est, nei modi più opportuni e con una direzione adeguata. In grandi squadre di lavoro, con separazione dei sessi, gli ebrei in grado di lavorare verranno portati in quei territori per la costruzione di strade, e non vi è dubbio che una gran parte verrà per decremento naturale. Quanto all’eventuale residuo che alla fine dovesse ancora rimanere, bisognerà provvedere in maniera adeguata, dal momento che esso, costituendo una selezione naturale. Quanto all’eventuale residuo che alla fine dovesse ancora rimanere, bisognerà provvedere in maniera adeguata, dal momento che esso, costituendo una selezione naturale, è da considerare, in caso di rilascio, come la cellula germinale di una rinascita ebraica.“
E noi dovremmo fidarci di Hamas? E noi dovremmo fidarci dei “teteschi di Cermania”? Fatelo voi, se vi aggrada. Noi, certamente, continuiamo a stare all’erta sia nei confronti degli gli asini volanti di Hamas e degli eredi (freschi-freschi secondo la cultura razziale dei nazisti) della Gestapo e della Stasi.
Oreste Grani/Leo Rugens
PERCHÈ LEO RUGENS DIFFIDA DI HAMAS E DI MASSIMO D’ALEMA?
Perché diffido di Massimo D’Alema? Ho già scritto alcuni post per spiegare la mia diffidenza verso l’uomo. Sento, però, di non aver detto tutto. Uno dei motivi più reconditi dei miei timori è difficile da esplicitare. Ci proverò, con il timore che potrebbero capirmi in pochi. D’Alema è pubblicamente un sostenitore di Hamas e, quindi, implicitamente delle scelte politiche, militari, terroristiche di quei signori. Fino a qui è quanto tutto il mondo conosce. Ma, dal momento che, in pochi, conoscono bene la storia dei (falsi) Protocolli di Sion, prima sorbitevi il racconto e, poi vi dirò che cosa c’entrano Hamas e la stima che D’Alema ha per questa organizzazione di terroristi ladri di verità, con i miei timori, e il mio disprezzo per il promotore di Italianieuropei.
Prendiamo atto, sia pur inutilmente stupefatti, che una pubblicazione (I “falsi” Protocolli di Sion), frutto della più pura disinformazione messa in opera da un servizio segreto, abbia continuato ad avere mostruose conseguenze (il tentativo dei nazisti di sterminare gli ebrei, è una di queste) per oltre un secolo, anche dopo che ne è stata dimostrata l’assoluta falsità. Nei primi anni del XX secolo in Russia, l’Okhrana (polizia politica zarista) volle screditare, soprattutto dopo l’assassinio dello zar Alessandro II, i riformatori liberali che sembravano guadagnare terreno e simpatie tra le minoranze oppresse, in particolare tra gli ebrei.
A Parigi un intellettuale russo, Matvei Golovinski, agente zarista, venne incaricato della non facile missione denigratoria. Golovinski scrisse per il Figarò una serie di articoli per diffamare gli ebrei. Tenete conto che la vicenda si svolge in pieno caso “Dreyfuss”. Successivamente, ispirandosi agli scritti ferocemente antisemiti del francese Maurice Joly, Golovinski redasse la prima edizione dei “Protocolli”, immediatamente tradotti in russo. Cominciò così a circolare l’idea della cospirazione ebraica internazionale. In sostanza i 24 Protocolli venivano presentati come un antico piano operativo concepito dagli anziani di Sion, ritrovato per caso e indirizzato alle nuove generazioni ebraiche perché si impadronissero delle tecniche e delle strategie necessarie per ottenere il controllo della finanza internazionale e l’instaurazione di un nuovo ordine mondiale basato sul controllo delle masse. Nel corso degli anni, si stabilì chiaramente la falsità dei Protocolli grazie ad un’inchiesta esaustiva del Times, già nel 1921 e una sentenza della Corte Cantonale di Berna, nel 1934. Ciononostante si continuerà, per anni, a credere nella loro autenticità e ancora oggi, i nemici degli ebrei, operano, anche nella rete, per far credere che Golovinski non sia mai “esistito” come autore della “misura attiva”. Veniamo ad oggi. Una delle organizzazioni politiche più attive al mondo nello spargere questo veleno contro gli ebrei, vi immaginate quale sia? Bravi, avete vinto un euro! Non solo Hamas, ancora oggi, provvede a stampare e a diffondere, in Medio Oriente, i “falsi Protocolli” ma, aprite bene orecchie ed occhi, li cita, nel proprio Statuto (art.32), come “prova” sufficiente a legittimare la volontà di sterminare, ancora oggi, gli Israeliani.
Massimo D’Alema, invece di dire ai dirigenti di Hamas … “ma che cazzo dite, come vi permettete di scrivere delle falsità di questa portata foriere di dolore e di sangue senza fine”, li tratta come interlocutori privilegiati per arrivare ad una necessaria Pace ragionata nel Mediterraneo. Ecco il motivo recondito del mio “sospetto”: chiunque non sappia rompere con questi ladri di verità, è un uomo pronto a tutto, pur di appagare la propria ambizione e vanità. E’ tanto vero quello che affermo che per Massimo D’Alema la minaccia alla convivenza civile, in Italia e nel Mediterraneo, viene da Giuseppe Grillo e dai cittadini italiani che, democraticamente, si sono organizzati nel M5S. Una bella differenza, con i “falsari” di Hamas! O forse, il geniale (mi dite, invece, quando ha centrato una previsione geo politica?) statista ritiene più pericoloso Beppe Grillo dei terroristi di Hamas perché lo prende sul serio quando suggerisce la vivisezione per Dudù? O perché dissente con il portavoce del M5S quando sulle piazze, ricorda (giustamente), ai “teteschi di Cermania” che, senza il patriottismo dei Russi, oggi dovrebbero ancora adorare il sole svasticato? Io ritengo che “baffino” se la faccia sotto solo al pensiero di dover, prima o poi (temo per lui, quanto prima) spiegare, nella prevista “Norimberga” in rete, come è andata veramente quella storia dei Colaninno e delle plusvalenze generatesi intorno alle telecomunicazioni. Che è cosa diversa della messa in scena denominata Telecom-Serbia. Le telecomunicazioni, non dobbiamo dimenticarlo, appartengono ad uno dei settori più delicati di una eventuale “Strategia di Sicurezza Nazionale”. Grande danno, grandissima pena. Grillo fa paura per questo. Ma a differenza di quel poveraccio di Marcello Dell’Utri che nessuno vuole più, il Baffino nazionale deve stare tranquillo perché, Hamas lo accoglierà a braccia aperte. Fuori uno! Così vedremo chi è il “nazista” e chi è “giusto di Israele”; chi è amico della Pace nel Mediterraneo e chi nel Mediterraneo, ci voleva solo navigare con la vecchia Icarus.
Mancano 150 ore all’apertura dei seggi: l’asse Berlusconi/D’Alema, difficilmente, si salverà! Il tempo delle spartizioni, tra ladri, all’ombra della Torre di Pisa, è scaduto.
Oreste Grani