Brenton Tarrant è il solito utile idiota della solita internazionale nazista?

Un amico e lettore e altro di Leo ci invia una analisi del documento che l’autore della strage di musulmani in Nuova Zelanda ha redatto. Volentieri pubblichiamo e ringraziamo.

La redazione


I fatti sull’attentato contro i musulmani in Nuova Zelanda sono oramai noti, ma occorre fare una riflessione sull’attentatore e sulla sua rete virtuale e reale. Chi è Brenton Tarrant?

Giovane bianco, 28 anni, che si è radicalizzato e odia i musulmani, la sua missione finale è svegliare gli occidentali perché ripuliscano l’Occidente dalla presenza dei musulmani, definiti invasori nel suo manifesto, che stanno minando l’esistenza della razza bianca. Il motivo essenziale di questo odio è la tutela dei bianchi cristiani in pieno calo demografico che rischiano di essere spazzati in 50 anni dai molto più fertili e prolifici islamici, presenti sul Vecchio Continente.

Si deve ricordare che Tarrant è orfano di padre, proveniente da un famiglia priva di grandi mezzi economici, privo di istruzione elevata, di mestiere era un personal trainer, in strutture private. La sua storia farebbe di lui una persona “malleabile” da diversi punti di vista.

A preoccupare di più non dovrebbe essere la radicalizzazione del giovane australiano, ma la rete di contatti che si nasconderebbe dietro Brenton Tarrant; rete che potrebbe far pensare che questo non sarà l’ultimo di questa serie di attentati. Sembra, infatti, che dietro a Tarrant ci sia una rete reale e virtuale: a farci fare questa ipotesi è proprio la gestione della comunicazione sulle stragi neozelandesi,  e ancora il modo in cui l’attentatore ha deciso di riprendere i suoi omicidi: sembra un “attentato  ISIS” dove gli assassini sono dei cristiani che usano “moduli del Califfato”. 

Brenton Tarrant, o chi per lui, ha aperto una serie di account social su diverse piattaforme, alcune settimane prima della strage e ha cominciato a divulgare materiale per farlo entrare “de jure” nella sfera dei neonazisti; un filo rosso invisibile che collega: Francia, Germania, Italia, Portogallo, Spagna, “grande Serbia”, Svezia, e oltre Atlantico, gli Stati Uniti. 

Un fatto è curioso, molti dei paesi legati dal filo rosso sono tutti paesi storici legati al fenomeno della diaspora  “templare”, paesi cioè che ospitarono, in un modo o nell’altro, i Cavalieri del Tempio fuggitivi, popola scomunica. 

Nel suo manifesto, The Great Replacement – Towards a New Society, Tarrant cita una rete con cui è in contatto, di cui però non fa parte (sembra quasi un “novizio”), denominata “Reborn Knight Templars”, e cita un suo esponente: Anders Breivik, il pluriomicida norvegese, definitosi appunto cavaliere del rinato Ordine del Tempio. Breivik avrebbe benedetto la sua azione, attraverso la rete templare “dietro le sbarre” dorate, in cui vive, viste le condizioni in cui vive. Tarrant lascia intendere che della rete europea e non solo fanno parte uomini delle forze dell’ordine e alle forze armate di alcuni stati. 

È attraverso questa rete che Tarrant potrebbe essersi mosso per diversi anni nel Vecchio Continente e in Asia; egli stesso afferma di “aver fatto i soldi” con buoni investimenti in cryptocurrency, ma si resta un po’ perplessi; comunque ha girato l’Europa  e non solo  affittando auto e muovendosi in lungo e in largo.

Le incongruenze del suo percorso di radicalizzazione descritto nel suo manifesto sono numerose e potrebbero far pensare che il documento non sia “farina del suo sacco”.

Inoltre, le “sole” 74 pagine del documento di Tarrant sembrano essere il riassunto del documento di Breivik: 2083  – A European Declaration of Indipendence, di 1518 pagine.

Sia Breivik che Tarrant si riferiscono alla teoria “cospirazionista” Le grand remplacement, di Albert Camus  ed il contraltare del “Piano Kalergi”. 

Breivik in”copertina” mette la croce templare, Tarrant mette il Sole nero, simbolo esoterico nazista; entrambi avrebbero quindi reagito alla “cospirazione” che prevede l’eliminazione della popolazione europea.