Amara, Berlusconi, Bigotti, Calafiore …Venafro, Zingaretti non è un elenco del telefono ma poco ci manca
Solo i bravi ragazzi del M5S (Con l’eccezione di qualche stronzo mascalzone e qualche ragazzotto/a eccessivamente sprovveduto) possono meravigliarsi di quanto si mormora di Nicola Zingaretti e della banda Amara, Berlusconi, Bigotti, Calafiore, via via fino alla V di Venafro, rigorosamente, in ordine alfabetico.
Io, ad esempio, se penso al fatto che Zingaretti si teneva, come assessore al Bilancio, in Provincia, uno come Antonio Rosati, posso solo che credere a quanto, finalmente, si mormora, anche di lui. E quanto sto evocando sarebbe facilmente riscontrabile (Rosati era in combutta, alcuni anni addietro, tanto per fare un nome, con l’esimio Pio Piccini, oggi pluricondannato e, mi sembra, in quanto infraquinquennale, in stato di detenzione) se uno potesse torchiare Zingaretti, come si faceva un tempo, con l’ultimo dei ladri polli quando, povero lui, aveva la sfortuna di finire in caserma. Ma che volete ci sono le garanzie costituzionali e a tali ci si deve attenere. Scusate la caduta di stile ma a volte penso che invece di essere forti sproporzionatamente con alcuni (e penso a quanto, con dolore e conseguente disonore per l’Arma, è accaduto, in troppi casi, negli ultimi anni a cominciare dai Casi Cucchi e Serena Mollicone) quattro sani sganassoni metaforici andrebbero assestati a questi gaglioffi (c’è una sentenza che non considera reato grave dare del gaglioffo ad un gaglioffo) che appaiono, ad una attenta ricognizione, esclusivamente professionisti dediti al saccheggio della cosa pubblica. E da decenni.
Per non parlare di Maurizio Venafro che, prima o poi, si vedrà di che razza di vergine sul pisello si tratta. Ma direi anche, già che nel M5S finalmente ci si fanno delle legittime domande, di chiedersi se esistano dei rapporti di un qualche tipo tra il Venafro di cui sopra, la Regione Lazio e la sontuosa e autorevolissima nuova sede della Link Campus University.
Sede sontuosa avuta, evidentemente “per grazia ricevuta”, dopo le pessime credenziali che l’università “intelligente” si portava dietro da via Nomentana da cui aveva dovuto traslocare, ormai ridotta (come apparentemente era) senza un becco di un quattrino. Ma come si sa gli uomini della prima/seconda/terza Repubblica come Vincenzo Scotti, ne sanno una più del diavolo e fino a che il diavolo non se li prende riescono sempre a trovare chi per un’anima di seconda mano è pronto a dare denaro.
Zingaretti non ha mai fatto nulla nella vita se non il funzionario del Partito Comunista Italiano. Mi dispiace che si prepari a finire come finirà se penso a quanto, sia pure in una parentesi breve, riuscì a fare all’ombra di una grande uomo di Stato quale l’israeliano Shimon Peres. Zingaretti è ormai, a mio modesto e ininfluente giudizio, nelle mani ferme di Paolo Ielo e della sua squadra di colleghi magistrati. Ritengo (ma chi sono io per farmi un’opinione così sicura?) che, se ha qualcosa sulla coscienza, non uscirà indenne da questa avventura. E per effetto domino trascinerà a ritroso il suo nuovissimo PD che, viceversa, avanzava nei sondaggi. Come per altre cose mie personali dico che è meglio sul lastrico che nella lista dei furbetti, così sottoscrivo che preferisco che la mia squadra (il M5S) scenda nei sondaggi e nei risultati elettorali, piuttosto che farmela con gentaccia di questa risma. Meglio soli che male accompagnati, dicevano i miei vecchi. Soli come si doveva rimanere dopo la strepitosa vittoria del 4 marzo 2018. Non ci saremmo trovati nella spiacevole (e ingiusta) situazione di dover mantenere, oggi in nel Parlamento repubblicano, patti di lealtà con la Lega e con il suo leader Matteo Salvini.
Era meglio rimanere fermi dietro le proprie onorate insegne, come, i bravi ragazzi del M5S, di giorno in giorno, sempre più dovranno prenderne atto. Ma questo, come è evidente, è un altro discorso.
Intanto il fratello (si fa per dire) dell’irreprensibile Commissario Montalbano, ci dica come stanno le cose. Oltre che alla magistratura, cortesemente, anche a noi. Che cortesi con lui non saremo certamente.
Oreste Grani/Leo Rugens
P.S. Se Antonio Rosati avesse il piacere di smentirmi saprei come, opportunamente, documentare la mia affermazione.
P.S. al P.S.
Grani è sempre più stanco, vecchio, marginale e ininfluente ma, paradossalmente forte come non mai della sua onestissima pensione, sostenuto dai pochi amici fedeli e da una coraggiosissima moglie. Eviterei per tanto di trattarlo con eccessiva superficialità e di offenderlo con vari gradi di indifferenza o supponenza.
La “Diaspora” del Pool Mani Pulite, ha fortunatamente Prodotto e Distribuito in Tutta Italia, Procuratori Seri. Uno è rimasto a Milano alla DDA, un Altro al Consiglio Superiore della Magistratura, di Candia Lomellina (conosce Bene il “Sig” F. Sempio, è stato il Primo ad Arrestarlo), mentre Paolo Ielo e’ Uno che può Raddrizzare Roma. Altri al livello sono Woodcock a Napoli e Gratteri in Calabria.
A questi accendo un cero tutti i giorni, auspicando che Dio li mantenga di Sana e robusta Costituzione, affinchè Completino l’ ottimo lavoro di Pulizia Istituzionale.
So anche che i loro Allievi, saranno scelti con cura originando Proseliti.
Purtroppo anche i Delinquenti di Mani Pulite, si sono diasporizzati, finendo addirittura in Parlamento. Ma gli Anticorpi auspicati da Montanelli, Antiberlusconici sono entrati in Attività.
Comunque Dio Vede e Provvede.
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Strano posto davvero questa Link Campus!! In un master inesistente diretto da Gennaro Migliore (ex sottosegretario alla Giustizia) troviamo tra i docenti una rinviata a giudizio con processo in corso, legata ad un noto amministrativista romano rinviato a giudizio per la vergognosa vicenda di Metro C ed indagato perché, come hanno riportato alcuni quotidiani nazionali, avrebbe comprato le sentenze del Consiglio di Stato “a pacchetti di 10”.
N.B.: la scritta “data di inizio: da definire” nella pagina web della Link riguardante il master in realtà inesistente è li dal 2017. Quindi Migliore certe frequentazioni le coltiva da quando ERA SOTTOSEGRETARIO ALLA GIUSTIZIA (il rinvio a giudizio della docente risale alla fine del 2016).
Sono, invece, membri dell’OSSERVATORIO BLOCKCHAIN della Link i due fratelli TORTORELLA (la cui Consulcesi fino a ieri si occupava di cause legali per medici), cioè gli invitati al matrimonio di un certo senatore 5s a me molto antipatico. E non solo!!
C’è anche un GIANLUIGI PACINI BATTAGLIA, del quale dalla rete si apprende che, oltre ad aver sposato una Miss Italia (nonostante la calvizie), si è “formato in Svizzera”. Le sue attività inizialmente riguardano il settore bancario e poi si allargano a quello immobiliare (a Londra) e, infine, informatico (con consulenza per la Presidenza del Consiglio nel 2005).
Visto il cognome ed il luogo di formazione, viene spontaneo domandarsi: ma è un ” figlio d’arte”?
Ad una riflessione più attenta, invece, torna alla mente quell’altra “entità” educativa legata al tema dell’acqua (anche quella, però, erogatrice di un unico corso) con sede a Lugano e comitato scientifico comprendente il vecchio Vincenzone Scotti ed altri soggetti, tra i quali il nemico dell’antipatico senatore novello sposo.
Ho già dato conto di questa struttura “educativa” (non su questo blog), spero che LeoRugens ricordi.
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Sì, è proprio il figlio e, oltre ad essere membro dell’Osservatorio Blockchain della Link è anche “founder” (ma il sito è in italiano perché, evidentemente, è ad una clientela italiana che si rivolge) di CORE ASSET MANAGEMENT con sede a Lugano.
Vale la pena darci un’occhiata. Io, intanto, vado a cena.
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A proposito della WATER ACADEMY di LUGANO. Nel Comitato Scientifico di questa strana struttura educativa (che in un “simposio” ha ospitato Umberto Saccone) c’è anche un rettore di un ateneo romano indagato per concussione che ha firmato insieme alla cariatide Scotti e Leonardo un importante accordo.
Inoltre c’è anche GIANCARLO OLGIATI, collezionista d’arte con legami TELECOM e BENETTON.
Non è chiaro se sia parente del ROCCO OLGIATI (entrambi avvocati) della vicenda CARIGE (Berneschi).
In ogni caso, gli OLGIATI hanno avuto un ruolo rilevante nella storia recente del Canton Ticino.
Il padre di Giancarlo, Libero, è stato sindaco di Lugano ed importante esponente del Partito Liberale Radicale, fondato a fine Ottocento nel segno dell’anticlericalismo (con una forte inclinazione massonica) e spostatosi nel tempo da una sinistra tipo PRI a posizioni conservatrici.
Il Partito Liberale Radicale è il riferimento politico culturale sia di Rocco che di Giancarlo. Il primo ha svolto ruoli all’interno dell’amministrazione pubblica (ma anche del Casino’).
Anche la Massoneria ticinese sembra che si sia spostata dall’originaria impostazione della storica Loggia “Il Dovere” di Lugano verso un approccio più “affaristico” (secondo alcuni in seguito all’afflusso di affiliati italiani – e ti pareva!!).
Rocco ha e solitamente ammesso di essere un “fratello”; su Giancarlo non ci sono notizie in tal senso.
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