Ho deciso di dare spazio ad Alberto Grotti (ENI) e al suo drammatico vissuto
Caro Leo,
da questa Giustizia e dall’ENI mi sono trovato sempre Condannato:
1) da Mani pulite con Di Pietro e De Pasquale: io come CRAXI (che poi la Sua Moglie lo Ha Fatto REDIMERE con due Senteze Una Europea l’altra in Italia).
Sono stato Condannato nel Processo Penale ENI\SAI pur non sapendo nulla ne di Assicurazioni ne di Ligresti, ne dei faccendieri tipo Molino, ne dei grandi intermediari politici tipo Cusani! Mi son fatto a Rebibbia i miei 4,5 anni di galera in silenzio.
2) poi l’ENI mi accusò di averla tradita e mi fece causa civile (?) ottenendo una Sentenza dal Giudice Manzo (?) per oltre 10 milioni di euro (?) che Non Ho Mai Avuto.
Al mio ricorso in Appello i Giudici (?) confermarono la Sentenza di Primo Grado (?), per cui non sono andato in Cassazione perchè avevo finito i Soldi miei e della pensione per avvocati(?)
3) con Ezio Mauro avevo Vinto una Causa (innescata da me) per diffamazione in 1 e in 2 grado, ma Lui è riuscito a farsela Annullare (?) definitivamente Non Appellabile dalla Cassazione?
Adesso: sono all’Assemblea ENI dal 2003 fino a Oggi ed andrò anche a Quella del Prossimo maggio 2019: chiedendo ai Managers ENI “come Fate ancora a Giocare a Tangentopoli avendo dietro le morti di ENI: di Piga, di Cagliari, di Gardini, di Castellari, etc”…
Speriamo che vengano a galla, pian piano Queste nefandezze e che il Bonafede al quale mi son già appellato Faccia un’altra Giustizia.
un saluto da alberto
FRANCO BERNABE’
Ho deciso di dare spazio ad Alberto Grotti (ENI) e al suo drammatico vissuto. Lo faccio per più motivi miei personali ma anche per lasciare “indizi” in questo momento cruciale per la vita stessa dell’ENI. Alcuni nomi citati sono di persone morte. Alcune si sono certamente suicidate. Altre, addirittura, si dice uccise o “indotte” dagli avvenimenti e dalla solitudine giudiziaria a darsi la morte. Comunque, storie da non rimuovere. Compreso dinamiche di sentenze che, all’epoca, potrebbero non essere state tutte giuste. Altri nomi si riferiscono a personaggi ancora “operativi” a tutti gli effetti. Nella lettera inviatami si citano, tra gli altri, Sergio Cusani – ad esempio – e Franco Bernabè. Nomi ancora pesanti in questa Italia dei misteri. Mi andava di dare spazio a Grotti e, da uomo libero quale mi reputo, l’ho tatto. Ininfluente e marginale, ma libero.
Oreste Grani/Leo Rugens
caro Leo,
ti ringrazio dello spazio che mi hai gentilmente concesso e ne voglio approfittare subito Ti invio una nota sulle Assemblee di ENI del 2017 e 2018 ed un articolo da me fatto mentre 2 anni fa leggevo Lo Stato Parallelo , mai pubblicato .
Grazie da alberto
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Procediamo.
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Guarda meglio perché non trovo traccia dei documenti. Suggerisco di non ringraziare. Sono io che ti sono grato per quanto hai sopportato. La questione della casa poi è straziante. Mandami gli articoli e le note.
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estremamente interessante, conosco l’Ing. Grotti personalmente
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Grazie per l’apprezzamento. La scelta mi è venuta naturale. E poi si capisce lontano un chilometro come è andata, a suo tempo, la storia, umana e personale. Anche la oscena vicenda della casa urla vendetta. Mi immagino le parcelle degli avvocati e dei commercialisti. Comunque, a Marina Velca c’è il mare e il mare e la Libertà sono alleati.
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caro Bernabè ,oltre al “grosso errore” di liquidare gli ENTI di GESTIONE delle PP:SS:, che Tu dici sia stata una “scelta affrettata e non necessaria”.
Nella stessa intervista al Fatto Quotidiano del 18\1\17,che Tu avevi anche il mandato x liquidare l’ENI ,mandato che aveva anche un tal Enrico Mattei. Che fortuna ,complici Ciampi ed Amato , che NON hai MAI liquidato l’ENI,!
il mio BLOG è a disposizione ,
1 sett.
Ho da pochi giorni incominciato a leggere LO STATO PARALLELO,che trovo molto interessante specie al Capitolo :”La Seconda Repubblica petrolifera” dove si parla di come sia stata fatta la trasformazione da Ente Pubblico in S:P:A. Fu l’INGHIPPO GIURIDICO che Amato e Guarino avevano inserito nella “norma”,cioè la”forza del diritto”per la privatizzazione dell ENI, cosa che “li per li i partiti non ne compresero la portata” . Certo ora lo sappiamo,e sappiamo anche come hanno Cambiato Tutto all’ENI, Reviglio,Barucci,Guarino ed Amato,da soli con un semplice Decreto Legge,andarono da Scalfaro. Il quale Scalfaro osservo’:
“vedo che c’e’ un consenso generale in fatto di nomine”e quindi “diede
avallo istituzionale” Ed uno dei Reviglio Boys divenne Amministratore Delegato dell’ENI, giustamente fregandosene qualsiasi procedura
5 g
ENI , SCOMPARSI 1000 MILIARDI di UTILE ? nel Bilancio 1992 ? Noi ex membri della “tanto vituperata”GIUNTA ENI abbiamo appreso dal nuovo ministro Guarino che ENI era in Perdita ? IMPOSSIBILE ! Facchetti e Grotti , intervistati da Repubblica il 24\sett\1992 ,contraddicono il ministro Guarino :ENI era in UTILE nei primi mesi del 1992,e ciò nonostante la ENICHEM “ex Enimont”, che anziche’ dare i “2000 – 3000″miliardi di UTILE dichiarati da Bernabè alla GIUNTA ENI,
ora “BRUCIA”1500 miliardi di PERDITE,nel solo settore chimico di ENI.
Leggendo “LO STATO PARALLELO”la’ dove dice “Amato mette in pista Bernabè” si dice che Il Manager Bernabè ,proveniente dal settore privato,estraneo alla partitocrazia,indica Sernia e Grotti come colore che ne avevano chiesto il licenziamento,???a chi ???quando???
Era talmente intelligente,il dottore Bernabè da prevedere che ,a Pasqua
dell’anno successivo, i vecchi “boiardi” dell’ENI toccò mangiare la colomba in GATTABUIA |
Basterebbe questo a dire che Mani Pulite ha fatto ciò che ha fatto ?
4 g
Sempre dallo STATO PARALLELO, pag 71 ,si evince(?) che” Bernabè aveva ereditato nel 1992 una PERDITA netta di gruppo di quasi mille miliardi di lire” e che poi Bernabè trasformò in UTILI nel 1994 pari
a 3400 miliardi,nel 1995 pari a 4300 miliardi,che salirono a poco meno
di 4500 nel 1996 :”il gruppo ENI era diventato uno dei più profittevoli al mondo.” ed anche la chimica chiuse con utile operativo di 1950 miliardi.Ed anche le vendite di gas metano pari a 52,5 miliardi di metri cubi ,il tutto un RECORD per la SNAM\ENI.
Di RECORD in RECORD,dal CLUB CANOVA all’Università di YALE, di HARVARD, il dr Bernabè fondò una nuova ENI trasformata in “una multinazionale petrolifera”
Purtroppo Bernabè dovette bloccarsi .. per le sanzioni dell’amministrazione Clinton contro Tripoli ? oppure
forse qualcosa di ordine giudiziario a Perugia?
ARTICOLO DI REPUBBLICA SU LAGANA’
Intanto io ero in quel di Rebibbia.
4 g
Passando dai record indubbiamente conseguiti ( che riconobbi nel 2003 a Mincato ed a Colitti) ,il dr Bernabè , assieme al dr Francesco Furci “direttore del personale ENI”, si dettero molto da fare nelle dismissioni,liquidazioni,mandando a casa 15000 \20000 dipendenti dell’ENI e chiudendo BEN 73 AREE di attività : tutta l’ area tessile,
tutta l’area meccanotessile,tutto il settore minerario,il metallurgico,il PIGNONE,..,dal 1992 al 1998 ,TUTTE aree di attività che sono registrate nel curriculum di Bernabè, chiamato dal giornale “il foglio” MISTER PENOMBRA :-,paziente,sorridente,permaloso,affabile,inafferrabile,un solitario.
Noi,dinosauri di Stato,politicanti,mazzettari,..e metteteci tutte le accuse che volete, assistevamo a questo NON SENSO di distruzione della cosa pubblica,che si incrementava fino alla SNAM ,SNAMPROGETTI ,SAIPEM…portandoci ad ogg,i quando dai 120.000 dipendenti del 1992 siamo arrivati alla metà ,più o meno a 70.000 dipendenti del 2016. QUANTE ATTIVITA’ sono state perdute ? BERNABE’ oggi dice (interv, al FATTO Q:del 19\1\2017) FU UN GROSSO ERRORE.
3 g
Oggi ( dopo la morte dell’ingegnere Guglielmo Moscato,già presidente di AGIP e di ENI ),i nostri politici stanno ancora a discutere :se sia meglio PRIVATIZZARE o se NAZIONALIZZARE, se il PD deve essere SCISSO o NO,,i tempi del CONGRESSO troppo lunghi o corti,e così come la Sindaca RAGGI farà lo Stadio o NO e così via…….
MA; ALLORA;”NON AVETE CAPITO CHE IL MONDO E’ CAMBIATO”?
Anche io ho fatto di tutto,lavorato in miniera,lavorato in stabilimenti metallurgici,ho costruito nuovi impianti nella prima e nella seconda fusione ,da minerali o da rottami,etc MA il mio OBIETTIVO era quello di DARE LAVORO ,non quello di DISTRUGGERLO.
E’ per questo motivo che mi trovo in distonia con Bernabè e tutti i suoi.
ENTE pubblico o privato lo ho già discusso con mister penombra,molti anni fa, e NON è ATTUALE. Oggi la GENTE chiede: di non svendere le poche attività rimaste e di costruirne di nuove,con le migliori tecnologie…POSSIBILE NON CAPIRE QUESTO ???
Che siano private o pubbliche ,NON gliene FREGA nulla.
Ci vogliamo IMPEGNARE su questo PROBLEMA, vista la situazione italiana con la MASSIMA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE di sempre.
Quindi ci vogliono più ingegneri e meno blà blà blà
1 h
Torniamo al libro LO STATO PARALLELO,per trovare il problema di fondo : IL PATTO CON LA PROCURA (a pag 73), dove “Bernabè cambiò tattica” e (con Furci,Jaquinto), “avviò indagini interne da OFFRIRE alla procura” di Milano” “Racconta uno(?) dei Manager che se ne occupò”:. “avete tre giorni per tirare fuori tutto o vi faccio licenziare” Allora giugno-luglio 1993 “in breve riuscimmo a RIBALTARE il RAPPORTO con la PROCURA” di Milano “Mandiamo all’estero i nostri (tecnici dell’ ENI) audit,
tanto voi(PROC di Milano) in certi posti non riuscirete ad andare. Così potrete lavprare sulle nostre relazion(di ENI)i”
“E’ COME SE L’INCHIESTA GLIEL’ AVESSIMO FATTA NOI” ??
“Ogni volta che veniva arrestato qualcuno”ENI audit “portava una relazione al P.M:”di Milano ?
“I rapporti dell’ispettorato dell’ENI”furono trovati dagli autori del libro, presentando “istanza al Procuratore Della Repubblica EDMONDO BRUTI LIBERATI”
Sembra davvero incredibile,eppure questo libro è da circa un anno che è stato pubblicato e molti lo hanno applaudito e premiato.
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(Di RECORD in RECORD,dal CLUB CANOVA all’Università di YALE, di HARVARD, il dr Bernabè fondò una nuova ENI trasformata in “una multinazionale petrolifera”)
Anche CLUB CANOVA? Quello legato al Club Diplomatia?
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Sono 3 anni che all’Assemblea ENI del 2017,e del 2018 chiedo a tutto il Vertice ENI di farsi da parte ,come è avvenuto molte volte ( Mazzanti,Egidi,Colombo,..) , sostituiti da Un COMMISSARIO ! Lasciamo ai giudici di Milano di emettere la loro Sentenza nel “Processo in Corso OPL 245” ,dove sono coinvolti un po tutti i nomi che avete individuato ,tra ENI-Shell-Nigeria ! Ad ogni mia domanda ENI non Risponde ! Alla Assemblea del prossimo maggio 2019,farò la stessa domanda che è uguale a quella di Zingales ed a quella di Gatti : riassunta nel Libro ENIGATE . Un Passo Indietro del Vertice ENI , nonostante i Miliardi investiti nel Medio Oriente ?
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Gli articoli d ame pubblicati, mi sono concessi, dall’Ing. GROTTI Alberto
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Buongiorno!
ho letto recentemente che il Dott. Bernabè sarebbe pronto a tornare in Eni….
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Certamente ! Il Bernabè che ho conosciuto io è di sicuro invogliato dagli stipendi presi da ENI,Telecom,dalle Varie Partecipate Statali : per fare ,come dice Paolo Savona , i Cavoli Suoi
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E se questo lo dice Paolo Savona, fra l’altro neo Presidente CONSOB….mi chiedo un Giancarlo Elia Valori cosa possa pensare di Bernabè, eventualmente, ancora ai vertici di ENI….
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Estratto Verbale Assemblea Ordinaria 13 aprile 2017
Pag. 74 e ss
“ALBERTO GROTTI (100 azioni).
Era tanto tempo che non ero qui all’Eni.
Sono stato Vicepresidente dell’Eni quando lo Stato era al 100% in questa
Società.
Facevo parte del Gruppo Eni e ho lavorato all’interno di questo Gruppo per
tutta la mia vita fino a quanto sono andato a finire nelle patrie galere dove
sono rimasto per circa cinque anni.
Quando facevo parte del Gruppo, l’Eni apparteneva interamente allo Stato
italiano e anche se il management operava in piena autonomia, gli indirizzi
strategici erano indicati dallo Stato: ciò significa che oltre ad avere come
obiettivi i bilanci, si era molto sensibili all’occupazione nel quadro di uno
sviluppo economico italiano.
Ancora oggi, come allora (leggiamo da notizie di stampa e sentiamo anche
da trasmissioni televisive), che l’Eni non ha perso il vizio di pagare le
tangenti, attività che caratterizza il Gruppo da ormai oltre un trentennio, con
una piccola differenza: una volta destinatari delle tangenti erano i segretari
amministrativi dei partiti, oggi invece sono altri.
Proporrei all’Assemblea di fare un’azione eclatante, cioè di mettere nello
statuto dell’Eni che l’Eni può pagare le tangenti.
Perché a questa conclusione io sono arrivato lunedì scorso.
Fino a lunedì scorso pensavo di riconfermare Descalzi e la Presidente,
pensavo di riconfermare tutti come ho sempre fatto, invece, vista una
trasmissione televisiva ho pensato di essere in un altro mondo.
Vorrei chiedere al Dott. Descalzi una cortesia: ma possibile che lei, con il
consenso di questo Bisignani, avrebbe bloccato tutto l’investimento per
l’OPL 245?
Tutti i miliardi pagati per la concessione nella Nigeria dovevano essere
bloccati da un tale Bisignani!
Io non ho mai conosciuto il dott. Bisignani, non so neanche se appartenga a
questo ente.
E come avrebbe potuto allora, Amministratore Delegato, bloccare questi
miliardi di investimento?
E poi: è cosciente, dott. Descalzi, che il suo compito è di rispondere della
propria attività davanti a questa Assemblea?
Questa è la cosa fondamentale.
Ci può dire, dott. Descalzi, che cosa rappresentasse in questa circostanza il
dott. Bisignani?
Che titolo aveva?
Come ha fatto lui a essere così presente in questa trattativa?
Lei lo sa: lui faceva parte della P2 di Licio Gelli, tutte le cose più incredibili
di questo mondo, e io non capivo che rapporto avesse con l’Eni.
Pensi che in seguito a quella trasmissione televisiva di pochi giorni fa
(lunedì scorso) ho cambiato la mia opinione da essere un favorevolissimo
membro di aiuto a voi dell’Eni, perché sono sempre stato all’Eni, a una
situazione completamente diversa.
Quindi le chiedo scusa, dott. Descalzi, ma qualora fosse vero che lo stesso
Descalzi avesse avuto anche solo contatti telefonici, ciò sarebbe già di una
gravità inaudita: se ne rende conto?
Lo sa che il dott. Bisignani è stato condannato per “l’aggressione politica e
le intimidazioni a imprenditori come fini dell’accordo stabile e continuativo
stipulato da Bisignani con gli altri imputati…” ?
Chiedo scusa, dott. Descalzi, lei sa che sono stato condannato a cinque anni
di reclusione perché “non potevo non sapere”, mi sono fatto cinque anni di
galera perché “non potevo non sapere”.
Mi è venuto in mente in questo momento un certo Mazzanti che voi non
avete conosciuto; ma io ho conosciuto bene il dott. Mazzanti: era Presidente
dell’Eni.
Il dott. Mazzanti ha avuto la forza di essere sollevato da un certo Cossiga il
quale Cossiga gli ha detto: “Perché non ti fai da parte?” Io dissi a Mazzanti:
“è inutile che tu ti faccia da parte, lui ti deve sfiduciare”; no, l’hanno
cacciato via e Mazzanti non è più ritornato a fare il Presidente.
Questo ve lo dico come esempio.
Quindi vi saluto, vi ringrazio ma vi chiedo una cortesia: non fidatevi, non
abbiate assolutamente contatti con un tale Bisignani.”
Pag. 112 e seguenti
“La Presidente risponde ad alcune domande formulate dagli intervenuti:
PRESIDENTE.
Rispondo ai quesiti formulati sui temi che riguardano i contenziosi legali,
“compliance”, temi di governance e “compensation”, a tutto il resto
risponderà l’Amministratore Delegato.
Inizio con le domande formulate da Tricarico, Grotti, Taylor, Fondazione
Etica per quanto riguarda l’OPL 245.
Chiarisco che tutti i profili di interesse che hanno caratterizzato l’operazione
OPL 245 sono stati già affrontati nelle domande che ci sono state anticipate
ed alle quali abbiamo dato risposta, ai sensi dell’art. 127-ter del D. Lgs. n.
58/1998, contenute nel fascicolo disponibile in questa sala.
A tali risposte Eni rinvia confermando le posizioni già espresse sulla
vicenda.
Però rispondo ad alcune altre domande alle quali non è stato possibile
rispondere prima dell’Assemblea.
Rispetto alle considerazioni svolte su Shell non formuliamo alcun
commento perché queste riguardano la posizione di una società terza ed in
ogni caso le stesse non cambiano le posizioni di Eni.
Per quanto riguarda OPL 245 – nonostante queste cose siano state già
scritte, ci tengo a risottolineare che – il blocco esplorativo OPL 245 dalla
sua prima assegnazione nel 1998 e fino al 2011 è stato oggetto di diverse
dispute giudiziali o arbitrali internazionali alle quali Eni non ha mai preso
parte e che hanno coinvolto il Governo della Nigeria, Shell e la società
nigeriana Malabu.
È del tutto evidente che condizione indispensabile per l’avvio dello
sfruttamento del blocco OPL 245 era la chiusura di tutti i contenziosi.
Pertanto, il Governo nigeriano, tenuto conto che il blocco costituiva un
asset rilevante per il Paese che aveva interesse a renderlo produttivo, è
intervenuto al fine di trovare una possibile soluzione per la riassegnazione
definitiva del blocco stesso e per consentirne lo sviluppo.
Pertanto, grazie all’intervento del Governo è stato possibile riassegnare la
licenza priva di rivendicazioni di terzi; nessun accordo è stato concluso da
Eni con Malabu e nessun pagamento è stato effettuato da Eni a Malabu o a
Dan Etete.
Con riferimento alla domanda sulla “Pendenza di indagine da parte delle
Autorità statunitensi” – come riportato a pagina 186 della Relazione
finanziaria 2016, sezione contenziosi – Eni ha preso contatto con le
competenti Autorità americane, Sec e DoJ, su base esclusivamente
volontaria e depositando tutti gli atti ed i documenti, ivi inclusi gli esiti
delle verifiche indipendenti effettuate e fornendo un aggiornamento
costante.
C’è poi una domanda che riguarda il “Consiglio di Eni”.
Il Consiglio di Eni in quanto organo di gestione ha ritenuto di non entrare
nel merito delle verifiche indipendenti eseguite che, infatti, sono state
commissionate autonomamente dagli organi di controllo e nello specifico
dal Collegio Sindacale, dall’Organismo di Vigilanza 231 subito nel
settembre 2014. Gli esperti indipendenti nominati da tali organi come già
rappresentato hanno avuto pieno accesso a tutta la documentazione relativa
all’operazione OPL 245: le e-mail di tutto il personale coinvolto
nell’operazione stessa, le “due diligence”, le verifiche condotte anche
dall’unità “anti-bribery” ed ogni altra documentazione interna rilevante
nonché tutto quanto a più riprese depositato presso la Procura della
Repubblica di Milano.
Gli esiti di tali verifiche indipendenti portate all’attenzione della Presidente
del Consiglio di Amministrazione non hanno rivelato condotte illecite.
Ribadiamo che Eni non si è avvalsa di alcun intermediario nella operazione
di acquisizione del blocco OPL 245, né Bisignani né altri. Ciò è confermato
anche dal fatto che la transazione è stata conclusa da Eni direttamente col
Governo nigeriano. Peraltro la possibile operazione con Malabu è stata
interrotta anche su indicazione dell’attuale Amministratore Delegato,
Claudio Descalzi.
Infine, si ribadisce che Eni non paga alcuna tangente in accordo col
principio di “Zero Tolerance” previsto dal Codice Etico di Eni.
C’è poi la domanda dell’azionista Franchi che riguarda il Congo.
La domanda è: “Con riferimento alle proprie operazioni nella Repubblica
del Congo può Eni chiarire se e che tipo di relazione commerciale ha avuto
o ha con le società che ha elencato?”
Rispondo dicendo che le società citate forniscono servizi di logistica e/o di
personale che partecipano alle gare di tutti gli operatori in Congo. Presso
Eni Congo oggi esistono contratti attivi con le società Diamond ed
Emeraude. I contratti sono stati assegnati a valle di un regolare processo di
gara e riguardano forniture di servizio aereo per Emeraude e di locazione e
supporto di servizi per Diamond. Mentre non esistono in Congo, a oggi,
legami contrattuali con le società OSM Group e Petro Services.
C’è un’altra domanda sempre sul Congo: “Avete verificato l’esistenza di un
legame tra Gokana e Bantsimba?”
Questa domanda è analoga a quelle che ci sono state anticipate e alle quali
abbiamo già risposto ai sensi dell’articolo 127-ter del D.Lgs 58/1998
contenute nel fascicolo disponibile in questa sala a cui pertanto si rinvia alle
pagine 51 e 52. Alle pagine 51 e 52 c’è esattamente la risposta alla domanda
e quindi anche per una questione di tempo vi invito ad andare a rivedere
quelle pagine.
C’è poi una domanda di Meggiolaro, e la domanda era questa: “Nel bilancio
non ci sono accantonamenti per OPL 245?”.
Anche questa domanda è analoga a quelle che sono state anticipate e alle
quali abbiamo già risposto ma ci tengo – è importante – a ribadire questo:
sulla base degli esiti delle verifiche affidate ad esperti indipendenti secondo
i quali non sono emerse irregolarità nella condotta di Eni, esiti condivisi dal
Collegio Sindacale e dal Revisore legale, non sono stati operati
accantonamenti al Fondo Rischi. La descrizione del procedimento afferente
le vicende OPL 245 è contenuta nella nota numero 38 sezione della
relazione annuale 2016 “Procedimenti in materia di responsabilità
penale-amministrativa di impresa”.
Ci tenevo a sottolineare che questa valutazione è stata condivisa dal
Collegio Sindacale e dal Revisore legale.”
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Repertorio 83192
Rogito 23059
VERBALE DELL’ASSEMBLEA ORDINARIA
DEGLI AZIONISTI DELLA
“Eni S.p.A.”
TENUTASI IL GIORNO 10 MAGGIO 2018
* * * * *
REPUBBLICA ITALIANA
* * * * *
OMISSIS
* * * * * *
La Presidente dichiara aperta la discussione su tutti i punti dell’ordine
del giorno.
Ricorda che ciascun Azionista avrà a disposizione complessivamente
10 (dieci) minuti per effettuare l’intervento.
Prendono la parola:
ALBERTO GROTTI (100 azioni).
Sono Alberto Grotti, ex Vicepresidente dell’Eni quando questa era un Ente
(adesso è una S.p.A.).
Dagli inizi degli anni novanta al 1992 sono stato Vicepresidente dell’Eni.
In quel periodo ho subito delle condanne e un carcere, la cui motivazione
era perché “non potevo non sapere”.
E Cagliari (che giorni fa ho visto, nei vostri resoconti, è stato ricordato dal
figlio), Gardini, Castellari, Piga, tutti quanti hanno subito condanne
ovviamente anche con la morte.
Mentre invece coloro che ci giudicavano si “auto incensavano” e venivano
acclamati come “depositari della verità”.
I risultati e le conseguenze di tali avvenimenti sono tali che le
partecipazioni statali sono state abolite, sono state privatizzate (termine da
ricordare). Queste partecipazioni statali, chiudendole, hanno costituito
l’abbandono di due milioni di posti di lavoro: è una cosa fuori dalla grazia
del Signore!
Se pensate a tutti i comparti industriali – come anche l’Eni – che sono stati
cancellati, vi renderete conto di quanto sia inutile cercare di trovare nuovi
lavori, vorrei chiedere a qualcuno che trovi un lavoro per due milioni di
persone.
In aggiunta a questa depauperazione, c’è “l’esodo degli Italiani”: sapete
quanti Italiani sono andati via lo scorso anno? 190.000 di cui si dice che
circa il 19% è costituito da persone che hanno tra i 19 e i 36 anni (quindi
giovani).
In aggiunta a questo, c’è un altro problema che riguarda le pensioni: sapete
quanti pensionati sono andati all’estero? Sono esattamente 200.000 i quali si
aggiungono all’esodo e ai 2 milioni che avevo detto prima.
Allora è un’amara conclusione verificare la situazione italiana nel Paese;
pensiamo di essere diventati veramente più poveri; ritengo io – dalle notizie
di stampa – che abbiamo almeno dimezzato il nostro reddito e siamo tutti
più poveri rispetto a dieci anni fa; invece i nostri amministratori continuano
a dire che c’è grande sviluppo, che siamo leader: bah, non lo so!
Vorremmo cercare di trovare le condizioni per ricostruire queste posizioni,
tant’è che prima volevo chiedere al dott. Descalzi quanti nuovi posti di
lavoro ci portano tutti gli investimenti che stiamo facendo.
Ha citato 80.000 posti di lavoro compreso l’indotto: non so quanti siano
dell’Eni e quanti siano parte dell’indotto.
Però, veniamo ad altro. Mentre cerchiamo di trovare tutti noi il modo per
rimpolpare la nostra occupazione precarizzata, ci troviamo di fronte ad
articoli su “L’Espresso” che (conoscete anche voi il noto settimanale
“L’Espresso”) nel 2016 diceva: “Mega tangenti Eni – Panama Papers: ecco i
documenti!”
Esclusivo: le carte che rivelano il fiume di soldi versati dal gruppo italiano
ai familiari di un ministro algerino e ai politici nigeriani.
E’ la “mazzetta” più grande del mondo.
Poi sempre su “l’Espresso” del mese di aprile 2018 (dunque quest’anno) si
trovavano le vicende dell’Eni: “Ci sono ombre sull’Eni” che tesoro di gas.
Leggendo i contenuti, veniamo a conoscenza che l’Eni nel pagare un
ingentissimo ammontare al Governo nigeriano per l’acquisizione di aree nel
Paese versava tale somma in società offshore e che tali società erano
indicate dal Governo nigeriano, cioè il Governo nigeriano ha detto all’Eni a
quali società doveva versare questa mega tangente!
Ora ci troviamo davanti a una serie di società offshore facenti capo a
soggetti algerini, nigeriani, congolesi, egiziani e a tanti altri soggetti
appartenenti a Stati africani i quali si “appropriano di ingenti ricchezze”
lasciando in povertà i loro popoli.
Qui sta la domanda principale che viene fatta a noi dell’Eni: “Ma voi pagate
dei dirigenti nel nostro Paese lasciando in povertà milioni di persone?”.
Ora, sapete che siamo attaccati dai nigeriani per il fatto che diamo soldi a
persone e non ai nigeriani stessi.
È questo il motivo per cui io mi sono trovato a disagio, e spero che anche
voi cominciate a pensare a questo disagio.
Se voi privati cittadini, liberi di agire come vi appare più conveniente,
chiedeste di essere pagati per un qualsiasi motivo da una società offshore,
una volta individuati sareste immediatamente e giustamente perseguiti dalla
magistratura.
Lo sapete voi o no?
Invece i nostri amministratori che sono qua lo hanno fatto con una
disinvoltura disarmante, ricordate: disinvoltura disarmante!
Perché?
Può uno Stato chiedere di essere pagato per quanto dovuto su una società di
comodo?
Come possiamo essere insensibili e tollerare ancora che l’Eni venga
infangata da simili affermazioni?
Signore e signori Azionisti dell’Eni, la Società di cui siamo chiamati ad
approvare il bilancio, della Società in cui siamo azionisti, fiore all’occhiello
del nostro Paese, Società che, per le attività in cui è impegnata, dovrebbe
trainare il rilancio del Paese, creare nuovi posti di lavoro e invece siamo
sulla stampa per le tangenti che paghiamo: siamo fuori dalla grazia del
Signore!
Abbiamo un’ex CEO e l’attuale CEO che sono indagati e rinviati a giudizio
per tangenti, non per altre cose.
Come a tutti voi è noto, l’azionista di riferimento è lo Stato italiano, allora
chiediamo ai rappresentanti dello Stato italiano. Voi della Cassa depositi e
prestiti e del Ministero del Bilancio approvate i vostri amministratori che
avete nominato voi?
Orbene, come possono permettere che il più alto dirigente del Gruppo
amministri la nostra Società dopo un rinvio a giudizio per tangenti?
Cosa aspettano il Ministro e l’Amministratore Delegato di Cassa depositi e
prestiti a revocare la fiducia sia al dott. Descalzi sia alla signora
Marcegaglia?
Già nell’Assemblea dello scorso anno avevo sottoposto all’attenzione dei
signori azionisti, di tutti quanti voi, che non si potevano nominare queste
persone in quanto erano indagate; allora erano sotto indagine, adesso sono
sotto processo.
E come si può amministrare un ente come l’Eni essendo sotto processo?
Tutte le cose che ci ha raccontato prima il dott. Descalzi vengono
praticamente cancellate da questo semplice fatto: anch’io mi sono trovato
nella stessa situazione illo tempore, io ho lasciato immediatamente l’Eni pur
avendo ancora la possibilità di stare all’Eni per un anno e mezzo, io nel
1992 ho lasciato la carica dell’Eni quando “Mani Pulite” ha deciso che l’Eni
doveva essere completamente smantellata e lasciata al dott. Bernabei – che
magari qualcuno di voi conosce.
Ci fu un certo Mantovani che conosce bene il dott. Bernabei e ha seguito
tutte le cose.
PRESIDENTE.
Il tempo per il suo intervento è scaduto.
ALBERTO GROTTI (100 azioni).
Chiedo scusa avrei un’altra pagina, 5 minuti. Vorreste che vada via?
PRESIDENTE.
Ci siamo dati una regola.
ALBERTO GROTTI (100 azioni).
Fate voi.
PRESIDENTE.
La sua domanda è chiara, le risponderemo.
ALBERTO GROTTI (100 azioni).
Chiedo scusa: lei da un anno (quindi non da pochi giorni) continua a dire
che ci darà la risposta, ma non ce l’avete data in un anno: va bene, andate
avanti così!
PRESIDENTE.
Gliela do dopo.
Se poi lei non è soddisfatto, ci dispiace, noi le risposte le diamo.
OMISSIS
* * * * *
La Presidente invita, quindi, l’Amministratore Delegato a fornire le
risposte che riguardano la gestione in senso lato; lei poi risponderà sulla
parte governance, aspetti legali e compliance.
Contenziosi legali
OMISSIS
Si domanda: “Perché il CEO rimane in office nonostante sia stato rinviato a
giudizio? Come si può amministrare l’Eni quando si è sotto processo?”,
“Dai Panama Papers: il governo nigeriano ha detto a Eni a chi pagare la
tangente?”, “Che ruolo hanno le società offshore?”
L’azionista Grotti ha detto che io sono indagata ma non è così.
Ci tengo – inoltre – a dire che l’Amministratore Delegato non ha subito
alcuna sentenza di condanna; c’è un rinvio a giudizio che non è certo una
sentenza. Il nostro sistema giudiziario è basato su tre gradi di giudizio e in
più occasioni, anche alla luce delle indagini interne – l’ho detto questa
mattina – che sono state portate avanti per quanto riguarda OPL 245, il
Consiglio di Amministrazione ha riconfermato la sua piena fiducia
nell’Amministratore Delegato.
Comunque per quanto riguarda queste domande, esse sono analoghe a
quelle che ci sono state anticipate e alle quali abbiamo fornito la risposta ai
sensi dell’art. 127-ter del D. Lgs. 58/1998 contenute nel fascicolo
disponibile in questa sala; si vedano in particolare le pagine 16 e 36, nonché
la pagina 108. Penso che questa mattina tutti abbiate ritirato il fascicolo
delle domande che ci sono state poste prima dell’assemblea.
OMISSIS
* * * * * * *
E richiesto io Notaio ho compilato e ricevuto il presente atto e ne ho
dato lettura alla Signora Comparente che da me interpellata lo approva
dichiarandolo conforme alla sua volontà e lo firma con me Notaio nei
quaranta fogli di cui consta, scritto da persona di mia fiducia ed in parte da
me Notaio in centocinquantanove pagine intere ed in venti linee della
presente.
F.to MARCEGAGLIA EMMA F.to PAOLO CASTELLINI –
Notaio
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Eni: Marcegaglia, rinvio a giudizio non e’ sentenza condanna, fiducia in ad
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Roma, 10 mag – “L’ad non ha una sentenza di condanna, il rinvio a giudizio non e’ una sentenza di condanna. In piu’ riunioni il cda ha riconfermato piena fiducia nell’operato dell’amministratore delegato”. Il presidente di Eni, Emma Marcegaglia risponde ad Alberto Grotti, ex vicepresidente Eni coinvolto nelle inchieste di Mani pulite e che ha passato alcuni anni in carcere per Enimont, che nel suo intervento ha sottolineato come i vertici indagati e rinviati a giudizio per presunte tangenti dovrebbero lasciare l’incarico.
Ale
(RADIOCOR) 10-05-18 18:20:07 (0645)ENE 5 NNNN
(tratto da https://mail-attachment.googleusercontent.com/attachment/u/0/?ui=2&ik=ad0b10311d&attid=0.2.0.1&permmsgid=msg-f:1600185000522205567&th=1634ffc7a308c97f&view=att&disp=inline&realattid=f_jh25vw5c0&saddbat=ANGjdJ9MMWQYw18hW7m09g5hxS6Il9lpbnfCvvMDIY9jWsfb_kL0YuJQn1YFs1RuQD2V5w-Ahv8Nl6aI2sVGd07nzuGHsEU3Nsfo39kUC7zOHjOwNXRrpAOJ7RLqKCt6Tqv-ZL2HMX-DkKkpAJ5EwzoJ5uzj2lTgM0xqV5P2iEcWupjGy-fd1CQz14g56gNuQovBB8l3GEFzPIBWad0XGkJZr06deBQZWCztS83xoJEmJVNzr7GAf3fg8CMGJyRcYA-cYY5c2EDPCv4hU1TANZvSVvmcqF22phBToDPrHOUWu_RSk56Bfbzk0smhOozhq4jIuBTBMeKol66MfQhCEqy3eywPN_9HwEtO7xXehxSBYUyLMKV3pWAwF9VBBYt8QJiiCY0MDlqBgYSZqpDiYaH_slqVllXgLBo-0oB_NJP2xv8w_Md38kWat057Msgv-SHZRc9Dw-pDNF4eTjNe_Tj-vVN_Z4VlDACgxIIwLAa4x-Mgvtcn1oxQwPTrkmWE0SMsdekkT_lNbjpKIn4CcOI16RmbcVcrm7RBxKszQWYBrUPAy0_jBxVuAO919le-9L5nk0ADfw59HdxnEY8IYiTFGf3RvKVw9nezGVcKJCKjjcyG3wwizsjF9EwqUsmA5IL-JbmC-5tphNWnmYg6KNIZ06i-vzh8cTOlLzpZpQ)
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Tutto molto interessante….anche riguardo le vecchie aree tessile e meccanotessile ENI….
Grazie Sig. Grotti!
Buona giornata
Matteo
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Caro Leo,
ti allego la Bozza del mio intervento all’ASSEMBLEA di ENI di domani 14\05\2019
Saluti da alberto
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Non trovo nulla in allegato. Grazie.
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Ecco
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Io sono Alberto Grotti, portatore di numero 100 azioni .e già Vice Presidente ENI agli inizi degli anni novanta. Ho subito condanne e carcere perché “non potevo non sapere” mentre coloro che ci giudicavano si auto incensano e venivano e vengono acclamati come depositari della verità.
I risultati e le conseguenze di tali avvenimenti sono sotto gli occhi di tutto il popolo italiano. L’abolizione delle Partecipazioni Statali, (che oggi si sta tentando di ripristinare utilizzando CDP), per dare spazio alle pseudo privatizzazioni, ed in particolare quelle esasperate, hanno cancellato interi comparti industriali incidendo pesantemente sulla occupazione. Sono stati cancellati milioni di posti di lavoro.
Fonti ufficiali ci informano che c’è un esodo di italiani verso l’estero che neanche nei giorni più bui abbiamo riscontrato L’esodo non si riferisce solo ai giovani che già di per se è molto grave ma anche centinaia di migliaia di pensionati lasciano il Paese perché le pensioni erogate non permettono una dignitosa sussistenza per l’elevato costo della vita, la scarsa assistenza medica ( una qualsiasi visita specialistica in un qualsiasi ospedale si attende oltre un anno). Se a quanto detto si aggiunge il crollo della natalità (in realtà, con tutti i giovani che espatriano, il Paese tra poco sarà abitato da vecchi, bambini ed immigrati sic!)
Dobbiamo dare atto che l’attuale Governo sta tentando di porre un argine a questa drammatica situazione. Vedremo i risultati!
L’azienda di cui siamo azionisti e per cui siamo oggi chiamati ad approvare l’attività svolta nell’anno 2018 ed i suoi amministratori non possono essere avulsi a tale contesto mentre, a mio parere si comportano ignorando le più elementari regole del bon ton.
Infatti sia il Dott, Descalzi che il Dott. Scaroni erano già indagati dalla Procura della Repubblica di Milano ma l’esito dell’indagine almeno a me sembrava scontato infatti nel mese di dicembre 2018 ambedue venivano rinviati a giudizio. Io domando a tutti voi: si può far finta di nulla? Come si può amministrare un Gruppo delle dimensioni dell’ENI con la necessaria tranquillità dovendosi difendere da accuse così gravi?
Cosa fa il Governo per mettere fine a tale inconsueta situazione?
Forse la tranquillità e disinvoltura deriva dal fatto che il dott. Descalzi, nel processo in corso a Milano è assistito dalla prof.ssa Paola Severino già ministro della giustizia nel Governo Monti, attuale Vice presidente della università LUISS dove presidente è la Dott.ssa Marcegaglia e dove è docente di diritto privato il nostro primo Ministro Giuseppe Conte?
Devo confessare il nostro dott. Descalzi è ben corazzato e sicuramente il Suo avvocato lo fa dormire tranquillo!
Tutto ciò non è una colpa anzi, dopo le mie vicissitudini capisco molto bene che per avere giustizia (quella vera!) in un Paese culla del diritto, bisogna essere ben assistiti.
In questa circostanza vorrei solo rammentare che Descalzi è imputato di corruzione internazionale, mentre Eni risponde della violazione della legge 231 del 2001 sulla responsabilità delle società per i reati commessi da loro dipendenti. Tra le altre persone rinviate a giudizio, figurano anche l’ex ad di Eni, Paolo Scaroni, e Luigi Bisignani, a tutti noto per i sui pregressi e considerato uno tra i mediatori della presunta tangente.
Sicuramente si è colpevoli solo a sentenza passata ingiudicata e quindi tutti gli imputati fino al completamento dell’iter giudiziario si devono considerare innocenti a tutti gli effetti.
Però, sempre per completezza di informazione due degli imputati nel processo Eni-Nigeria tali Gianluca Di Nardo ed Obi Emeka hanno patteggiato una condanna a quattro anni di reclusione.
La sentenza, pronunciata dal gup di Milano Giusy Barbara, riguarda una prima parte del procedimento per una sospetta tangente da un miliardo e 92 milioni di dollari che sarebbe stata versata da Eni a politici della Nigeria, e tra le ipotesi anche a ex manager del colosso energetico, per l’acquisizione del giacimento Opl-245 sul delta del Niger. Nella ricostruzione dei pm i mediatori, nel 2011, avrebbero ricevuto tangenti distribuite poi a diverse persone, sia nigeriane che italiane. Agli stessi personaggi le autorità italiane hanno sequestrato oltre 100 milioni di euro frutto delle Tangenti.
Anche in tal caso nel processo penale, le responsabilità sono soggettive e quindi anche se due imputati dello stesso reato hanno ritenuto dover patteggiare ciò non significa che gli altri imputati siano colpevoli dei reati ad essi ascritti. Mi permetto inoltre di chiedere a lor signori se hanno provveduto a creare un fondo rischi di adeguate dimensioni nel caso in cui l’ENI venisse condannata.
Ciò che invece io contesto e che porto all’attenzione dei signori azionisti è il fatto che abbiamo al vertice Dirigenti accusati di gravi reati che qualora condannati coinvolgerebbero anche le strutture da loro amministrate. Come può un Governo così attento a tali problematiche ignorare il danno che ne potrebbe derivare?
Scusate……… dimenticavo…………….: forse c’è qualche rapporto tra la ricostruzione precedentemente considerata e la tranquillità dei vertici ENI !!!!
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Durante l’assemblea dell’Eni S.p.a. ho avuto una discussione con la dott.ssa Marcegaglia commentando la mia carcerazione illogica come potete leggere:
Io sono stato incarcerato ingiustamente da Mani Pulite per il processo eni-sai. Sono stato interrogato da Di Pietro e De Pasquale e nel processo seguito col presidente dei giudici di Milano dottor Carfi, sono stato condannato in primo grado a quattro anni e sei mesi. La stessa cosa in appello, 4 anni e sei mesi, poi in cassazione redatto dal presidente Tranfo. Ho scontato la pena e quando sono uscito ho cercato tutti gli avvocati per poter fare la revisione del mio processo, ma tutti hanno negato e non mi hanno mai assistito. Chi mi aiuta nel processo di revisione?
Il giudice dell’appello si chiamava Caccamo e quì trovate tutti i riscontri sulle pagine internet e sul giudizio che è stato contestato dalla famiglia Craxi, la quale ha chiesto e ha avuto riscontro dalla corte europea dei diritti dell’uomo:
A tal proposito faccio presente che il Sig, Betttino Craxi, coimputato con il sottoscritto in quel processo, ha ottenuto una pronuncia favorevole della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo (SENTENZA del 05 dicembre 2002) la quale ha condannato lo stato italiano segnalando che le condanne inflitte si sono basate sub dichiarazioni rese prima del processo dai coimputati che si sono rifiutati di testimoniare (signori Cusani, Molino e Ligresti) e da una persona deceduta in seguito (signor Cagliari): “il ricorrente o i suoi avvocati non hanno avuto alcuna possibilità d’interrogare questi testimoni, e non hanno potuto, di conseguenza, contestare le dichiarazioni che hanno costituito la base legale della condanna dell’interessato. “.
Il processo è stato in sostanza iniquo in quanto non è stato consentito ai difensori degli imputati di interrogare i testimoni.
Segnalo che, in seguito, la Corte Costituzionale italiana ha sancito “l’illegittimità costituzionale dell’art. 630 del codice di procedura penale, nella parte in cui non prevede un diverso caso di revisione della sentenza o del decreto penale di condanna al fine di conseguire la riapertura del processo, quando ciò sia necessario, ai sensi dell’art. 46, paragrafo 1, della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, per conformarsi ad una sentenza definitiva della Corte europea dei diritti dell’uomo” (Cfr. Corte Costituzionale, sentenza n. 113 del 2011).
Alla luce di tutto ciò (ed anche in considerazione delle altre fattispecie di cui all’art. 630 c.p.p.) ritengo vi siano le basi per esperire l’azione di revisione del processo che mi ha visto ingiustamente condannato sia sotto il profilo penale che sotto il profilo civile con una condanna risarcitoria in Vostro favore.
Faccio presente che, in caso di revisione, cadranno anche tutte le conseguenze civilistiche ed avrò gli elementi per esperire, a mia volta, una causa di risarcimento del danno ne Vostri confronti per tutte le azioni (anche quelle riferiti ai miei beni immobiliari) che sono state intentate contro di me in questi anni.
andando avanti come di consueto, morirò prima del giudizio definitivo
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ad Oggi non ho avuto nessuna risposta dall’ENI alla mia lettera ,del maggio u.s.!
Nel frattempo mi sono collegato con la società LEX TOWN per avere un ausilio nella CAUSA che dovrò avviare contro ENI ?:
Ho inviato alla LEX TOWN tutti i miei documenti – riferibili ad ENI\SAI – ed aspetto le Loro determinazioni .
Il loro indirizzo mail è : ” info@lextown.it ”
Un saluto a Oreste Grani , detto Leo Rugens
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f
Caro Leo,,
finalmente ,dopo aver rivisto tutto il mio Processo ( ENI \ SAI) : con tutti i miei allegati processuali e tutte le risultanze anche giornalistiche del caso, e gli interrogatori dei P.M Di Pietro e poi De Pasquale che sta ora sentenziando ENI e Descalzi,
la Lex Town ha deciso -sua sponte- di inviare all’ENI una lettera di sollecito relativa al Processo dell’ENI contro SAI , allora gestita da Ligresti , uno legato al PSI che io non conoscevo ,
TI allego tale LETTERA ,
col mio saluto a te ed ai tuoi lettori Alberto Grotti
.
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Mi fa molto molto molto piacere (soprattutto in queste ore) ma non trovo in allegato la lettera che citi. Se puoi provvedi perché avrei piacere di pubblicarla.
Un caro saluto a te che sei, ritengo, di fronte al mare.
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Caro Leo,
dopo un anno che ho depositato la mia Querela (alla Procura di Civitavecchia) contro Franco Bernabè sul suo libro : A CONTI FATTI ,vale forse la pena di evidenziarla.
La trovate scritta nei suoi dettagli e firmata sulle pagine di .https://albertogrotti.wordpress.com/
Ringrazio tutti gli amici
Alberto Grotti
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