Giorgetti è un amico nostro. Ma come si esprimono questi intercettati?

 

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Il 11 ottobre 2012 già scrivevo che le intercettazioni sono sante. C’è chi ovviamente le teme e chi, come me, le auspica. Certo bisogna saper leggere sia i brogliacci che i testi integrali che derivano da una fedele trascrizione. Certo, nessuno deve alterare il sonoro con modalità sleali. Ma questo è altro discorso. Interessante, ma altro. Per ora rimango del mio convincimento che niente come l’ascolto delle persone (non solo quando pensano di non essere ascoltate) sia necessario ad una completa e soddisfacente investigazione. Ci vogliono poi tante banche dati e tantissimo amore per la giustizia giusta. Oggi le tecnologie non hanno quasi limiti e poter accedere a queste semplici banche dati e l’ovvio di ogni investigazione. Cosa si debba, ad esempio, banalmente, sapere di un numero ve lo ricordo prendendo un esempio da uno dei tanti documenti che ormai desecretati danno possibilità di capire come e quando si vuole o non si vuole trovare qualcuno o qualcosa. Ed è un documento non solo datato ma, diciamolo, pure obsoleto come metodologia per la raccolta delle informazioni.

Comunque, sentire alcuni che parlano affermare che Giorgetti è un amico loro (e loro, per la legge, non sono troppo per la quale), è cosa non da poco. Sia per capire il grado di millanteria a cui sono avvezzi gli intercettati (e per tanto la loro propensione alla menzogna), sia per capire chi sia in realtà questo Giorgetti. Tanto per fare un nome. Se poi si potesse, in un ricomposizione ideale mettere insieme i brani di conversazioni in cui le decine di sospettati citano il nome di quello dell’altro (o alludono), la mappa dei potenti disponibili, spesso anche rei, si completerebbe. Avete idea da quando Tom Ponzi e Walter Beneforti agivano utilizzando le prime tecnologie, quanta casistica esiste e quanta scuola si potrebbe fare con questi materiali?

Perché, diciamo come stanno le cose, molto del materiale non è utilizzabile ma moltissimo è fondamentale per acchiappare i criminali e formare i futuri analisti.  

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Prendo un testo “datato” (indagini relative al sequestro e omicidio Aldo Moro e a degli immateriali personaggi) e ricavo un esempio, facile-facile, di come si possono incrociare dati.

“Quanto agli immobili indicati negli atti del SISDE sopra richiamati appare necessario delegare alla Polizia Giudiziaria – ai sensi dell’articolo 5 della legge istitutiva della Commissione – gli accertamenti di seguito indicati:

3A esatto accertamento della consistenza dei medesimi;

3B acquisizione delle relative planimetrie (anche delle aree condominiali e delle pertinenze) e dei titoli di proprietà delle singole unità immobiliari; ogni ulteriore elemento utile a conoscerne le caratteristiche attuali e all’epoca dei fatti; tra cui:

3C classificazione di ogni evidenza documentale pertinente i contratti di somministrazione di elettricità, acqua e gas;

3D autorizzazioni relative a lavori edilizi;

3E canoni erariali radiotelevisivi e radioamatoriali;

3F eventuali evidenze relative ad interventi dei vigili del fuoco;

3G contratti di locazione;

3H cartelle relative ai rifiuti solidi urbani;

3I composizione sociale e nominativo di amministratori, sindaci, dipendenti di eventuali imprese e/o società ivi domiciliate;

3L generalità delle persone fisiche ivi residenti o domiciliate e relativi stati di famiglia storici; per le imprese la certificazione storica di vigenza;

3M modalità dell’amministrazione dei beni condominiali e le generalità degli amministratori all’epoca del sequestro Moro;

3N ogni ulteriore dato e informazione desumibile dagli archivi e dalle banche dati delle Agenzia delle entrate;

3O ogni evidenza desumibile dagli archivi Sip-Telecom.

Vorrà valutare Codesta Commissione le determinazioni opportune per assicurare un’azione di coordinamento operativo degli accertamenti sopra indicati.

Con riserva di seguito Gianfranco Donadio, magistrato consulente

A questi dati oggi se ne possono aggiungere altri che sono frutto di macchine che hanno capacità di analizzare perfino il vostro “sentimento” rispetto alle più diverse problematiche.

Il vostro sentire e quello di tutto il vostro bacino di amicizie, relazioni professionali. Perfino quello di persone a cui state antipatico. Queste macchine para intelligenti (in realtà non lo sono per niente ma questo è un altro discorso) il sentimento posso estenderlo ad un intero isolato/quartiere/città. Esistono inoltre algoritmi (robot) che mentre scrivo sanno dove sto andando a parare. Lo sappiamo io e “loro”. E per ora bastiamo.

Oreste Grani/Leo Rugens

P.S.

Avete un idea di come sia delicato il tema del fenomeno evolutivo “Blockchain” in presenza di problematiche quali quelle a cui mi sono permesso di fare cenno?

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Sta per cambiare quasi tutto (se non tutto) il comparto del “forense” (sempre per fare un esempio) ma anche ogni “indizio” implicito in quel esempio investigativo sopra indicato e per il solo fatto che alcuni si candidano a farla da padroni in materia tanto delicata direi di drizzare le orecchie prima che le vostre stesse esistenze diventino (più di quanto già lo siano) patrimonio di alcuni e non di altri. E quando dico patrimonio, intendo anche euro, dollari o bitcoin che siano. Siete soldi per alcuni che vi pesano continuamente per i più diversi motivi. Vorrei che la materia Blockchain non divenisse materia esclusiva di pochi. Anche per questo seguo, con la doverosa attenzione il come alcuni trattano o snobbano il tema. A cominciare da martedì 14 maggio p. v. a Villa Celimontana, dove ci si riuniscono per iniziativa dell’avvocatessa Laura Cappello, Presidente e AD della Blockchain Core.

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