Ho scritto che reiterare è degli esseri diabolici. Chi si sente di più di Satanasso?
Il 9 febbraio 2018 (secondo i canoni notarili della blockchain “prima” del trionfo del 4 marzo 2018) ho lasciato scritto, pre-vedente, che Luigi Di Maio non si meritava quello che stava per succedere. Non solo non se lo meritava Di Maio che, nella sua vita precedente, non sapeva neanche dell’esistenza del conterraneo Vincenzo Scotti e che mestiere avesse fatto, ma non se lo meritavano quasi (qualche stronzo che fa stronzate c’è sempre) tutti quegli 11 milioni che avevano firmato non un contratto con un teppista della politica (vedete che il posteggiatore abusivo Salvini non mi faceva paura prima e non mi fa paura adesso?) ma la “cambiale in bianco” a che i “cittadini portavoce” (che creative definizioni usavate quando la mongolfiera veniva sospinta facilmente verso l’alto dalle correnti ascensionali determinatesi dalla nuotata metaforica di Beppe Grillo e dalle piazze stracolme di inferociti cittadini che ritmavano “tutti a casa”, “onestà-onestà”, “Rodota-Rodotà”) onorassero la delega ad attuare, solo ed esclusivamente, il Grande Cambiamento anelato. Stiamo parlando, viceversa, della più grande operazione di trasformismo conservatore mai attuata dal 17 febbraio 1992: che nulla cambi.
Cercare dove fosse, ben protetta, la cabina di regia di questa operazione gattopardesca, è il fine del ciclo dei post che, doverosamente (e senza nulla temere), cominciamo oggi a scrivere. Dico subito, a scanso equivoci, che non considero il capitano Elisabetta Trenta artefice di nulla che assomigli vagamente al ruolo di oscuro regista. Preferisco giocare a carte scoperte: sto cercando banalmente chi ha presentato chi a chi, e quando. E quanto so, in prima persona, di questa catena di Sant’Antonio (non da Padova che era persona seria senza le cui capacità il Poverello d’Assisi, tale sarebbe rimasto), mi fa scartare la Trenta. A prescindere da altre considerazioni.
Comunque, procediamo da ciò che è noto a ciò che, ad oggi, è ignoto e vediamo chi rimarrà in piedi sul ring, tenendo conto che tranne Emma Marcegaglia, non amo battermi con le donne.
Gli articoli evidenziano un eventuale ruolo della Ministra della Difesa. Non ci siamo proprio e certamente non nel ruolo di regista.
Mi inoltro nella selva oscura.
Lo faccio, tra l’altro, confortato dallo spirito, colto e raffinato, intimamente contenuto nelle parole che un amico (è in realtà ben altro, oltre ad essere un competente, consolidato nel tempo, analista di intelligence culturale come pochi) mi ha voluto far pervenire, ritenendomi provato dagli avvenimenti. Che invece mi rafforzano, unitamente alle parole donatemi in gesto elegante e pertinente e, in quanto tale, graditissimo. Che condivido con i miei lettori.
“… un famoso passo del discorso di Enrico V di Shakespeare, il discorso tenuto prima della battaglia di Azincourt:
«Noi pochi. Noi felici, pochi. Noi manipolo di fratelli: poiché chi oggi verserà il suo sangue con me sarà mio fratello, e per quanto umile la sua condizione, sarà da questo giorno elevata, e tanti gentiluomini ora a letto in patria si sentiranno maledetti per non essersi trovati oggi qui, e menomati nella loro virilità sentendo parlare chi ha combattuto con noi in questo giorno!».
Credo sia ora giunto il momento della “pugna”…
Grazie.
Torniamo (ma quando l’abbiamo trascurata?) alla Link Campus University, a Vincenzo Scotti e a chi, nel M5S, ha ritenuto che la Nuova Repubblica, avesse bisogno di tali arnesi “da scasso”.
Due fonti aperte per darvi un’ulteriore regolata su chi ci ha messo la faccia e la propria reputazione (grandissimo stronzo – e non mi riferisco a Matteo Salvini, che, paradossalmente, è il meno colpevole di tutti nel senso che lui, giustamente, fa Salvini – pensi di passartela liscia su questa vicenda della Link Campus University, i processi formativi qualificanti e chi deve qualcosa a qualcuno?
Oreste Grani/Leo Rugens
MA PROPRIO A LINK CAMPUS, DA VINCENZO SCOTTI, DOVEVATE PORTARE LUIGI DI MAIO?
Da prima che Luigi Di Maio fosse eletto al Parlamento, in questo blog, marginale e ininfluente, sostenevamo che la politica estera di una Paese è tutto. Eravamo quindi, da tifosi a cinque stelle, in attesa che il candidato premier uscisse sul tema. Finalmente lo ha fatto, anche dicendo cose ben dette, segnale di una attenzione alla geopolitica che di per se è rassicurante. Di segno opposto (cioè con connotazioni inquietanti) è “dove” lo abbia fatto. Link Campus non è la cornice che ci saremmo aspettati. Certamente non è da dove era opportuno dare segnali al mondo diplomatico e a quello, ancora più attento ai percorsi labirintici mentali, che è quello dell’Intelligence. Sottolineatura affettuosa che, a maggior ragione, inviamo agli ambienti che si ritengono attenti a chi si è candidato a mettere in moto quelle trasformazioni culturale che le notte buie della Repubblica, con i suoi troppi misteri irrisolti, si meriterebbero, per fare un po’ di luce. E questo lo dico perché il dove e il con chi anticipa, in un mondo tanto sofisticato, le finalità.
Link Campus oggi è ridotto ad essere sostanzialmente Vincenzo Scotti, come ultima figura della Prima Repubblica ad avere ricordi personali sugli accadimenti di quegli anni. Gli altri, Andreotti e Cossiga, sono deceduti. I ricordi che abbiamo noi di Vincenzo Scotti non avrebbero dovuto consigliare quella allocazione per trattare un argomento di quella delicatezza. Ripeto: l’argomento degli argomenti, soprattutto nel Mediterraneo. Politica estera e intelligence infatti da queste parti (ma in realtà nel mondo intero) sono una cosa sola. E allora – se così fosse – cosa c’entra Link Campus con la politica estera futura della nostra già tanto offesa Repubblica. Dove è la discontinuità, fosse anche la continuità, ostacolo/stimolo dicotomico al centro di qualunque percorso formativo capace di dare sostanza e indicazioni strategiche a chi ambisce alla carriera diplomatica o a servire lo Stato nel settore della sicurezza e dell’Intelligence? Un vero passo falso che spero abbia solo origine in quella casualità che troppo spesso contraddistingue l’operato di chi aveva raccolto la fiducia di oltre 8.750.000 italiani. Per far emergere il mio pensiero non di natura genericamente “archivistica” (a volte si pensa solo a quanto contenuto nei dossier) dove avrei giocato a mani basse se non con la destra dietro la schiena (in realtà sono un mancino guardia destra) faccio riferimento a quanto il recente trasferimento di sede di Link Campus suggerisce. Sono dettagli, sfumature ma che, al cultore dei processi investigativi, raccontano molto, se non troppo. Comunque raccontano legami, approcci, assenza di sistemi di valori patriottici che appaiono lontani da quelli che sarebbe necessario attivare per arrivare a formare personale all’altezza della missione complessa quale quella di tornare a dare una sovranità perduta proprio durante gli anni della Prima Repubblica quando, ucciso Moro, ci hanno messo la mordacchia. Ma se non mi sbaglio, IN QUEGLI ANNI, VINCENZINO SCOTTI, IL COLTO NAPOLETANO, anche al governo del Paese, C’ERA E NON MI SEMBRA CHE A LUI SI POSSANO ASCRIVERE INIZIATIVE DI NATURA STRATEGICA TALI DA ESSERE RICORDATE.
Al massimo, ci ricordiamo l’uso inopportuno del personale del SISDE, comandato e umiliato a fare da “comitato elettorale atipico” per il calabrese Agazio Loiero, sodale di Scotti. Dettaglio, direte voi, e in più, vecchio e tardo come sono, mi posso essere anche confuso e Scotti non è quello Scotti lì ma quello che produceva riso. Così come potrebbe essere che non sia lo Scotti che fece da apripista alle cordate delle sale Bingo, luoghi di sdoganamento delle macchinette mangiasoldi e di riciclo, sale spesso gestite da società con sede in Malta. Potrebbe non essere lo Scotti che, prestandosi a fare da effetto alone e garanzia (Presidente Onorario, vecchio trucco da vecchi sola come mi raccontava il maestro di tutti i sola Lucio Musizza che usava per i suoi raggiri la copertura distraente di Ruggero Orlando ormai a fine carriera) nella vicenda della costruzione di una nave fantasma, facilitò lo sparire di decine di milioni di euro dalle parti del comune di Civitavecchia dove oggi il sindaco è pentastellato. Basterebbe a volte usare un po’ di intelligenza e di facile intelligence e scoprire con il doveroso anticipo che ci si fa garantire, per dire anche cose serie, da personaggi che sono solo seri, da decenni, per farsi i cazzi propri.
Ancora una volta il danno alle banche (vedi articoli http://www.lanazione.it/arezzo/cronaca/yacht-etruria-selfie-ricco-di-vip-sullo-sfondo-del-maxi-cantiere-1.2298465 – http://www.lanazione.it/arezzo/cronaca/banca-etruria-yacht-etruria-la-storia-delle-mega-nave-incagliata-in-porto-come-il-credito-da-30-milioni-di-bpel-1.689442 – http://www.repubblica.it/cronaca/2016/07/29/news/privilege_yard-145000225/) fece indirettamente danno all’Erario, medaglietta che non credo sia gradita nel MoVimento che fu di Grillo e Casaleggio. Può essere che io mi sbagli e che confonda Gerry Scotti con Vincenzo Scotti. Nel caso io non mi sbagliassi è ora di smetterla di sbagliarsi, ogni volta usando a turno il culo di quegli italiani che pieni di entusiasmo, nel febbraio del 2013, andarono a votare M5S. Una cosa è sbagliarsi su uno scontrino, o su come un prefetto a fatto carriera, o su una candidatura (ci mancherebbe pure!) e una cosa è non sapere chi sia Vincenzo Scotti. Forse è ora di dargli un taglio a tanto pressapochismo.
Oreste Grani/Leo Rugens
Ora più che mai ho bisogno di aiuto:
Per le piccole cifre abbiamo deciso di prendere soldi da chiunque con le ormai semplici modalità del versamento sul circuito PayPal usando il nostro indirizzo e-mail: leorugens2013@gmail.com
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E’ Molto Significativo Grillo da Radio Maria…
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Eh si’
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Eh! Quando il Successo da alla Testa!
Sarebbe sufficiente, che si ascoltassero anche le persone un pò più Anzianotte, che magari qualcosa in più potrebbero Insegnare, data la Esperienza acquisita Sul Campo. Nessuno nasce “Imparato”, specie nella Città dei Mille Compromessi e Trame sotterranee, da oltre 2000 Anni…
Comunque le Bastonate servono ad Imparare.
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Non sempre. A volte le bastonate fanno stramazzare. Così potrebbe accadere. La nostra povera italietta non si meritava tutto questo schifo.
Segui con attenzione parola per parola.
Grazie O.G. in persona
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Il Porto di Civitavecchia, mi riporta sempre al Passato ed a mie vicende personali. Giusto per alterare il fegato.
Comunque: Pugnamo. La monotonia fa ingrassare.
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CIVITAVECCHIA?????
“A guidare la committenza dalla Privilege Fleet Management è invece Vincenzo Scotti con i consiglieri Gianni Rivera e Giancarlo Elia Valori.”
“PRIVILEGE YARD SpA
La società Privilege Yard SPA è fondata nel 2007 con un capitale sociale di 75 milioni di Euro; a fornire i capitali è la Ultrapolis 3000 Investment LTD di Singapore (tramite la Privilege Fleet Management CO SPA) rappresentata dall’ex-segretario dell’ONU Javier Perez de Cuellar, con soci eccellenti quali il sultano del Brunei e Robert Miller, azionista di Louis Vuitton e CNN.
L’amministratore delegato della stessa è Mario La Via che ha costruito la propria fortuna tra l’Arabia Saudita e gli Stati Uniti, ritornato in patria dopo 32 anni, per questo ambizioso progetto, ha incassato la fiducia delle più grandi banche italiane: Unicredit, Intesa-San Paolo, Monte Paschi Siena, Banca Popolare di Milano e Banca dell’Etruria.
La Ultrapolis per circa dieci anni tentò di realizzare un parco giochi tematico di nome Agarta, prima in Malesia, poi a Campagnano ed infine a Roma, ma dopo le prime affermazioni, la società spari nel nulla poichè l’idea reale sembrò essere il cambiamento della destinazione d’uso dell’area da edificare assegnata.
Fu Giancarlo Elia Valori, allora Presidente di Sviluppo Lazio, a convincere la Società armatrice a preferire i cantieri del porto di Civitavecchia a quelli della Grecia; grazie all’ intervento dell’ allora Presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, fu coinvolta anche la finanziaria regionale FILAS quale segno di appoggio delle istituzioni regionali all’iniziativa, sancendo la nascita ufficiale del “distretto industriale della nautica”.
Il 20 aprile 2007, giorno della posa della prima pietra, ad inaugurare il cantiere erano in molti compreso il Segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone; i lavori però furono subito interrotti per l’improvviso ripensamento della FILAS che rischiò di far naufragare l’iniziativa. In extremis il decisivo intervento dell’allora Presidente dell’Autorità Portuale, Fabio Ciani, permise l’anno seguente l’inizio dei lavori di costruzione.
La P430: 127 metri di yacht, 9 ponti, 12 suite, 23 nodi di velocità, 60 uomini d’equipaggio, un sommergibile, 8 Rolls Royce, 12 tender, 2 elicotteri, un idrovolante ed un cargo boat si delineò come prima commessa della Privilege che iniziò a predisporre l’area di cantiere.
La Privilege Yard SpA, per questo ambizioso progetto, ha incassato la fiducia delle più grandi banche italiane, di manager ed istituzioni; basti pensare che all’interno del CDA Privilege Yard si sono avvicendati, Mauro Masi, Serafino Gatti, Giorgio Assumma, Tommaso Di Tanno, Alessandro Perrone.
A guidare la committenza dalla Privilege Fleet Management è invece Vincenzo Scotti con i consiglieri Gianni Rivera e Giancarlo Elia Valori.
Incassata la prima tranche di finanziamento, i tempi di lavorazione si sono allungati, sia in fase di progettazione che di costruzione, evidenziando un ritardo rispetto al cronoprogramma dei lavori pattuito con le Banche. La fiducia degli azionisti a quel punto, con Privilege inizialmente pronta a varare l’imbarcazione nella primavera 2012, poi agli inizi del 2013 e successivamente alla fine dello stesso 2013, periodo in cui si è sancito il definitivo fermo di cantiere, è venuta meno con il risultato di ritardare la corresponsione della seconda trance di finanziamento fintanto che i lavori in cantiere non avessero azzerato il divario tra lo stato di fatto e il cronoprogramma; come se non bastasse all’inizio del 2013 Perrone, Masi e Gatti cedono le loro quote e lasciano la società, successivamente viene nominato Presidente del CdA Giovanni Verdicchio.
Il 7 gennaio 2014 la Società annuncia l’imminente riapertura per il 27 gennaio 2014 a seguito dell’erogazione di una nuova tranche di finanziamento del pool di Banche italiane – Unicredit-Capitalia, Intesa-San Paolo, Monte dei Paschi di Siena e Banca Popolare di Milano – e della britannica Barclays Bank plc pari a 90 milioni di Euro e ripristinare il flusso di liquidità.
Dichiarazione dei vertici Privilege:
“le difficoltà del 2013 e la richiesta di modifiche da parte dell’armatore hanno allungato i tempi di consegna della P430, ma ora si entra nella fase finale. Se non ci saranno ostacoli o rallentamenti, al momento non prevedibili, la prima nave della flotta Privilege sarà finita in pochi mesi”.
Mario La Via ha più volte dichiarato la solidità del progetto senza tralasciare che le imbarcazioni in questione:
“si collocano nella fascia altissima del mercato e non sono in concorrenza diretta con gli altri costruttori italiani di yacht”.
Ciò che ha sempre ribadito la Privilege:
“non bisogna cercare un futuro proprietario perché le imbarcazioni prodotte dalla Privilege in realtà sono assegnate più che vendute, perché la politica commerciale del nostro cliente prevede assegnazioni preferenziali ed assegnazioni correnti a secondo del tempo che i vari utilizzatori richiedono per lo sfruttamento della nave”.
Detto questo è comprensibile che in tempi di crisi qualcosa si rallenti, tuttavia ci apprestiamo ad entrare nel settimo anno di cantiere. Quindi, oltre ad una pronta e concreta soluzione di qualsivoglia natura della vertenza in corso, rivolgiamo alle istituzioni tutte ed alla Privilege Yard SPA una serie di domande, certi di ricevere le risposte.
a) Perché tanto segreto intorno alla figura dell’armatore, esiste o non esiste?
b) Se lo yacht è già venduto, perché sono le banche a dover finanziare l’avanzamento dei lavori?
c) Cosa accadrebbe se le commesse in sospeso non venissero pagate affatto? Un tragico effetto domino su tutte le aziende coinvolte?
d) Sono passati circa sette anni da quando fu posata la prima pietra di un così alto valore spirituale. È così facile costruire un impero di chimere usando, loro malgrado, importanti quotidiani (Sole 24 Ore, Panorama, Messaggero e il Tempo) o addirittura il TG1, come strumenti di comunicazione che servono a dare credibilità?
Passano le settimane, i mesi ed ora un anno ed il cantiere ancora deve riaprire, le ditte per lo più chiedono che vengano regolarizzati pagamenti delle fatture arretrate senza dover sottostare a nessuna transazione al ribasso, nel contempo da fine 2013 e da inizio 2014 la totalità dei dipendenti stanno usufruendo degli ammortizzatori sociali quali Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria, in Deroga e Straordinaria.
Ciononostante taluni sono stati licenziati e stanno per accedere alle liste di mobilità. Ma di ammortizzatori sociali non si vive.
Di contro la Società ad oggi non ha ancora presentato un piano industriale credibile mettendo a rischio di chiusura e fallimento le imprese coinvolte ed il loro patrimonio professionale maturato.
La FIOM-CGIL già dall’aprile 2013 scorso sta portando avanti una vertenza nei confronti di Privilege Yard anche attraverso la convocazione di tavoli presso il Ministero dello Sviluppo Economico, Comune ed Autorità Portuale di Civitavecchia.
Con così tanti quesiti irrisolti in ballo, sembra difficoltoso delineare un quadro certo delle sorti del cantiere prima e del tanto proclamato volano di sviluppo poi.”
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BANCA ETRURIA E LA NAVE DI CIVITAVECCHIA
CIVITAVECCHIA – C’è una nave a Civitavecchia. Una nave che non naviga, che non navigherà mai. Perché non è nata per navigare.
Così come il mega cantiere stile Camp Derby, in cui l’ormai orrendo relitto fa mostra di sé, non è nato per lavorare.
L’affaire Privilege Yard: un presunto investimento miliardario che avrebbe dovuto proiettare l’economia portuale e cittadina verso lidi d’oltreoceano.
Già, perchè nel tempo i nomi propinati dalla stampa hanno coinvolto la più alta nomenclatura internazionale: dai probabilmente ignari Brad Pitt e Angelina Jolie, ai forse meno ignari Cardinal Bertone, Vincenzo Scotti, Giancarlo Elia Valori…….. tutti a fare da altisonante cassa di risonanza alle gesta del “giga yacht specialist”, il settantaquattrenne Mario La Via, e dell’ottantenne generale della guardia di finanza in pensione Giovanni Verdicchio (presidente, stile generale a riposo di Totò).
Un castello di ferraglia che incombe sulla città e sul porto, si erge oggi a testimonianza della “bufala”!
Mentre il balletto di nomi pare scivolare verso soggetti che, più che “yacht specialist”, appaiono avere specializzazioni di altra natura: Banca Etruria, per esempio. Banca Etruria, Banca Etruria, Banca Etruria, ogni giorno di più Banca Etruria!
E Arezzo, e l’odore di massoneria, e la Boschi, e il suo babbo…. e gli altri babbi…..e una mega area portuale ancora occupata!
E poi ci sono i lavoratori. Quelli diretti, quelli delle imprese che hanno creduto al progetto, quelli che sono stati beffati, non pagati, abbandonati… quelli che per settimane sono rimasti in cima a quel relitto, urlando, chiedendo solidarietà, pretendendo i loro diritti.
E invece il silenzio.
Mesi, mesi e mesi di silenzio, come se quel gigante che Civitavecchia si porterà sul groppone per i prossimi secoli non esistesse, come se quei lavoratori, quelle donne, quegli uomini, quelle famiglie, non esistessero.
Come se quell’ipoteca sull’economia del porto, della città, dell’intero territorio, non esistesse! Tutto questo ha un nome: omertà.
Anche la battaglia sindacale, che pure ha conosciuto momenti di altissimo impegno e tensione, pare ora naufragata (termine appropriato!), nascosta dietro qualche formale atto di routine.
E le istituzioni. Un’amministrazione comunale sballottata tra un Partito Democratico, prima, che gioiosamente ha tenuto a battesimo il progetto, ed un Cinquestelle, dopo, insulso, privo di reazione, inutile e balbettante. Un’Autorità Portuale burocratica, indifferente, opportunista.
Una Regione Lazio altrettanto burocratica, assente, defilata, disinteressata, a tratti infastidita.
Poi un fatto terribile, si uccide un uomo, un pensionato che accusa Banca Etruria e Civitavecchia sale alla ribalta nazionale.
Ma come fatto di cronaca, non come fatto politico. Perché continuano ad essere pochi e timidi gli organi di informazione interessati al collegamento tra Banca Etruria e l’affaire Privilege, preferendo gettare un velo di commiserevole provincialismo ben lontano dalla realtà dei fatti.
Una realtà su cui è auspicabile che le inchieste, che sembrano ormai avviate, facciano luce completa: per questo non ci si può che affidare alla sapiente competenza degli organismi deputati.
Ma il vuoto politico che circonda la Privilege è invece altra cosa: l’azione deve imporsi sul silenzio, sull’indifferenza, sulla solidarietà di circostanza, deve scuotere le istituzioni.
Il Sindaco Cozzolino ed il Presidente della Regione Zingaretti escano dal limbo e mettano in campo tutti gli strumenti istituzionali di cui dispongono: pretendano chiarezza dall’Autorità Portuale per prima; affianchino concretamente i lavoratori nei procedimenti concorsuali della Privilege; valutino infine, nel caso le inchieste approdino a risvolti di natura giudiziaria, la costituzione di parte civile di Comune e Regione per il danno arrecato al territorio, contro chiunque abbia delle responsabilità accertate. E chiedano un risarcimento.
Non è un consiglio, è una sfida: perchè l’omertà non appartiene a Civitavecchia.
Lucia Bartolini
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Ma poi si è capito come è andata a finire?
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10 GENNAIO 2019
Ieri la requisitoria di oltre tre ore dei pubblici ministeri Mirko Piloni ed Allegra Migliorini in udienza preliminare, davanti al giudice Francesco Filocamo. Sono 13 le persone con reati contestati a vario titolo, a partire dalla bancarotta fraudolenta
CIVITAVECCHIA – Tutti rinviati a giudizio. È questa la richiesta arrivata ieri mattina al termine della requisitoria dei pubblici ministeri Mirko Piloni ed Allegra Migliorini nei confronti delle tredici persone indagate nell’inchiesta sul fallimento della Privilege Yard.
Mentre infatti il cantiere nella zona nord del porto, dove fa ancora bella mostra di sè lo scheletro del P430, il magayacht mai completato, è pronto a voltare pagina con l’acquisto dello scafo e del cantiere da parte della Royalton maltese, va avanti al Palazzo di Giustizia l’udienza preliminare sulla delicata vicenda. In ballo milioni di euro, un’area da 11 ettari alla Mattonara ed un megayacht che non è mai stato completato, con intrecci bancari ed un fallimento giunto dopo anni di dubbi ed incertezze.
Dall’ex amministratore delegato Mario La Via all’ex direttore amministrativo Antonio Battista, passando per il perito della banca ed il progettista Angelo Di Paolo: sono diversi i soggetti indagati dalla Procura che devono rispondere di una serie di reati relativi al fallimento del cantiere, a partire chiaramente dalla bancarotta fraudolenta.
E così ieri, davanti al giudice Francesco Filocamo, i pubblici ministeri Piloni e Migliorini – che hanno ‘‘ereditato’’ l’inchiesta dal sostituto procuratore Lorenzo Del Giudice, trasferito poi al ministero a Roma – al termine delle loro requisitorie hanno chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli indagati, andando a ricostruire la tesi accusatoria e ripercorrendo quanto accaduto attorno a quel cantiere, andando a chiarire le diverse responsabilità, convinti che il dibattimento possa servire proprio ad approfondire la questione.
Dopo la discussione dell’unica parte civile ammessa, l’associazione Caponnetto, ‘udienza è stata rinviata al 18 gennaio per le discussioni degli avvocati degli indagati.
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“27 FEBBRAIO 2019
Civitavecchia – Tutti alla sbarra gli indagati della Privilege Yard
CIVITAVECCHIA – Andranno tutte a processo le tredici persone indagate per bancarotta fraudolenta riguardo il fallimento della Privilege. Lo ha stabilito il Giudice, dottor Francesco Filocamo, al termine dell’udienza preliminare svoltasi al Tribunale di Civitavecchia, accogliendo la richiesta della pubblica accusa, rappresentata dai pubblici ministeri Mirko Piloni ed Allegra Migliorini. Allo stesso tempo, il Giudice ha quindi respinto le richieste dei difensori degli indagati, che avevano richiesto il proscioglimento per i loro assistiti.
La prima udienza è stata fissata per il prossimo 4 dicembre e si presume che il processo avrà una notevole risonanza mediatica e non solo a livello locale, anche perché la vicenda Privilege si incrocia anche con quella relativa a Banca Etruria, uno degli istituti di credito che si è maggiormente esposto nella fase di start up del cantiere.
Come si ricorderà, verso la fine dello scorso decennio era partita l’operazione, con l’acquisizione dell’area alla Mattonara dove era iniziata la costruzione di un megayacht il cui presunto acquirente è rimasto sempre segreto. Il cantiere ha operato a fasi alterne per alcuni anni, poi sono iniziati i problemi, che hanno portato alla sua chiusura, allo stop dei lavori per la ultimazione dello scafo e alla messa in mobilità di decine di lavoratori metalmeccanici, col conseguente e definitivo fallimento.
Peraltro, la vicenda non si gioca poi solo sull’aspetto penale, ma anche su quello civile, con la maxi richiesta di risarcimento danni avanzata a carico degli ex amministratori, del vecchio collegio sindacale e alla società di certificazione e revisione del bilancio, ai quali è stata complessivamente richiesta una cifra vicina ai 100 milioni di euro.”
Tutti, tutti….sissisisi….proprio TUTTI
Se uno è “NESSUNO” finisce così….
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Domanda:
Ma un Semplice miliardario, tipo un fantomatico Sultano del Brunei, va a commissionare un Mega Yacht ad una neo società costituita da un Ex Calciatore, Un Leinonsachisonoioricchione, ed un Politico DC fallito?
Quando potrebbe contare in Italia su Azimut Benetti, Cantieri Baglietto, Cantieri di Pisa, per non parlare di ditte specializzate in MegaNavi da Crociera tipo Fincantieri?
No! Commissiona una nave da 130 m a se stesso che non sarebbe in grado di farne una nemmeno di carta.
Poi, un Giudice viene trasferito al Ministero e si porterà il tutto all’ asta a cifre irrisorie, vendendo un area (l’ unica che vale), a prezzo irrisorio, magari a società Maltesi?
Roba già vista dal sottoscritto, in senso di vittima, e causata da soggetti tuttora al Governo.
Bande di truffatori che rubano 100 milioni, con la benedizione del Cardinale!
Ora capisco perche’ il Religiosissimo JR James (presentato da Annamaria Fontana), voleva mi trasferissi a Civitavecchia, dove Lui Aveva gli Appoggi, a partire da Fabio Ciani…Presidente Autorità Portuale.
PS: di Fabio Ciani, ho conosciuto un avvocato con quel nome, dello studio Tonucci and Partners di Milano, presentatomi da tale Scarfoglio Ferrara, Romano…Fervente potenziale finanziatore, tramite titoli trash (valore zero, utilizzabili da banche accondiscendenti), di altri truffatori della Suisse gas comandata da Gianluca Borelli…
Paese che Vai, sempre i soliti truffatori ritrovi; nomi altisonanti camuffati e protetti dalla puzza di incenso & Monasteri.
Poi non manca mai qualche Colonnello della GdF in servizio AISE, stanziale in Paesi petroliferi, giusto per “Indorare la pillola, Amara Pillola…
Mandrie di Lestofanti e Papponi! Capisci ora perché l’ italia NON cresce?
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INCREDIBILE
I Pupari veri Agenti Doppi Tripli Multipli non pagano mai….
Finirà così anche per BANCA NUOVA? Per SISTEMA UGOLINI? Per MONTE DEI PASCHI?
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