Proviamoci. Ministro dell’Agricoltura: Paolo De Castro
Nessuno ascolterà i nostri suggerimenti. Siamo abituati a questa condizione e da anni. Anche a sentirci dire, dopo, che avevamo ragione.
Oggi parto dal consiglio di un vero addetto ai lavori nel campo agricolo che la vita mi ha fatto conoscere ed apprezzare per motivi altri da quello agroalimentare. La mia fonte dice che se di merito e di autorevolezza, in un campo strategico come l’Agricoltura, si deve ragionare, soprattutto dopo la stagione leghista (Centianio ed altri), un nome di comprovata capacità scientifica, umana e professionale sarebbe quello di Paolo De Castro. Aggiungo io andando oltre la valutazione della mia fonte attendibile: per quello che scrive che trovate a seguire. Martina è una brava persona ma per cambiare il paradigma strategico ci vuole un uomo di visione. E De Casto pare lo sia.
Sono certo che se si partisse con De Castro (che va certamente opportunamente convinto e riarruolato su basi patriottiche e meritocratiche) il segnale nel mondo (non crediate che esagero) sarebbe quello giusto. E ho scritto “nel mondo” perché oggi l’agricoltura è materia planetaria e senza questa visone adeguata non ci sarà mercato per il Made in Italy.
Proviamoci. Oreste Grani/ Leo Rugens
P.S.
L’articolo è del 23 marzo 2019. Come sapete, però, Todo Cambia. E così sia.
Sì, credo che l’agricoltura sia settore strategico, come alcune vicende insegnano. I flussi di denaro UE dovrebbero essere gestiti da figure adeguate. Non è chiaro, ad esempio, se il soggetto inadeguato al quale mi riferisco, quello che è stato miracolato in Europa (ancora mi domando, se la matematica non è un’opinione, con quali voti?), quello in stretta relazione con la Banda Bonnot (e non solo), i post sull’argomento (sulla sua pag fb e non sul sito del M5s della sua -delicatissima- regione) li invii in quanto incaricato in qualche commissione specifica (cioè se ciò faccia parte del lavoro per cui lo paghiamo e per cui ha già ricevuto l’anticipo di 78.000 €) oppure per rispondere ai territori che lo hanno eletto (ma allora perché non lo fa sul sito 5s della sua regione?) o ancora per interesse e passione personale per l’agricoltura. Se si trattasse del terzo caso, mi verrebbe voglia di approfondire.
Forse il M5s dovrebbe valorizzare, nei territori, il rapporto degli eletti in Europa. Creare legami interattivi tra locale e livelli europei.
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