Ma chi è questo Mustafa Sanalla (NOC) e cosa ce ne viene dal fare affari con lui?

Signori ancora il vertice dell’ENI, l’indice della vostra buona sorte è data da come vi è stato facile accattarvi questi quattro ragazzotti pentastellati che, capendo poco o nulla di complessità e di bande di grassatori le une contro le altre armate, quando hanno fatto irruzione nei Palazzi del Potere, non vi hanno saputo opporre nessuna resistenza. Vi è stato facilissimo (i soldi sono un fattore non determinate quando si parla di far girare la capa in questi ambienti) dare continuità alla vostra storia di oligarchi corrotto e corruttori, corpi estranei (se non avversi) all’interesse superiore della Nazione.

Mi dite ad esempio come si traduce quanto leggiamo (è il vostro ufficio stampa che scrive) in vantaggi reali per l’Italia? Intendo, ad esempio, per il riscaldamento di enti pubblici quali ministeri caserme, ospedali, asili, scuole e per le famiglie disagiate sul territorio nazionale? Ci scrivete, con numeri semplici semplici, quanto paghiamo in meno nelle bollette ENI grazie a questi accordi? Vi garantisco, amici lettori, che messi i dati con un po’ di pazienza (e dedizione alla collettivi) nel Super Calcolatore HPC-4 in Provincia di Pavia (di cui Descalzi si fa vanto anche se è vostro e non suo), questi vantaggi potrebbero essere resi evidenti. Che so, ad esempio, 3/4 euro l’anno per ciascuno di voi dopo che dobbiamo ipotizzare Mustafa Sanalla (il presidente di NOC) si è preso il suo premio di produzione e il suo stipendiuccio. Sempre in attesa di scoprire un giorno lontano (o vicino?) che anche i nostri eroi hanno riempito la schicetta già, a quanto si sa, congrua. Interessante sarebbe essere edotti di questi vantaggi per tutti voi proprio nel Paese dei corrotti e degli scandali legati al petrolio come nessun altro al mondo. O vi devo fare l’elenco degli individuati, degli arrestati, dei condannati nei decenni? Ma anche dei “graziati” per intercessione della Madonna di Pompei. Intorno al petrolio (ora si vogliono spostare sui rifiuti) ogni goccia di olio è stata pagata con una goccia di sangue. E viceversa.

Direi di aumentare la vigilanza intorno ai “businisse” di Stato che si fanno con i vari Mustafa Sanalla per non scoprire, sempre dopo, che siano libici, congolesi, algerini, nigeriani, egiziani che qualcuno ci guadagna e non sono gli italiani. Tranne alcuni, a loro volta amici dei baciati dalla fortuna libici, congolesi, algerini, nigeriani, egiziani.
Oreste Grani/Leo Rugens


Il capo del Consiglio di Presidenza del Governo libico di unità nazionale, Fayez al-Sarraj, ha incontrato oggi a Tripoli l’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi, per discutere della situazione generale della Libia, con un focus particolare sul tema della sicurezza, e delle attività di Eni nel paese. All’incontro era presente il presidente della National Oil Corporation (NOC) Mustafa Sanalla.
Saranno introdotte per la prima volta nel paese le fonti di produzione energetica da energie rinnovabili, solare ed eolico
Tripoli (Libia), 31 luglio 2019 – Il capo del Consiglio di Presidenza del Governo libico di unità nazionale, Fayez al-Sarraj, ha incontrato oggi a Tripoli l’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi, per discutere della situazione generale della Libia, con un focus particolare sull’introduzione della produzione di energia da fonti rinnovabili, e delle attività di Eni nel paese. All’incontro era presente il presidente della National Oil Corporation (NOC) Mustafa Sanalla.
Claudio Descalzi ha confermato a Sarraj il pieno commitment della società per quanto riguarda le attività operative e progettuali nel paese e ha rinnovato l’impegno di Eni nel campo sociale, con particolare riferimento alle iniziative intraprese nel settore della generazione di energia elettrica. Eni, facendo seguito al Memorandum of Understanding firmato l’anno scorso con GECOL e NOC, ha dato un grande contributo al settore power, fornendo parti di ricambio e assistenza tecnica che hanno permesso il ripristino nell’area di Tripoli di una potenza erogata pari 425 MW.
Inoltre, Eni continuerà a mantenere il suo impegno a supporto della popolazione libica su questo tema molto delicato mettendo a disposizione il suo know-how e le sue competenze nello sviluppo di progetti in campo eolico e solare. Con l’introduzione delle fonti di energie rinnovabili, per la prima volta nel paese, si fornirà una risposta alla richiesta di maggiore energia elettrica per la popolazione, senza aumentare il consumo locale di idrocarburi. Lo sviluppo di energie rinnovabili nei Paesi in cui Eni opera rappresenta un elemento fondamentale nel processo di transizione energetica verso uno scenario low-carbon.La società è attualmente il principale fornitore di gas al mercato locale, interamente destinato ad alimentare le centrali elettriche del paese per una capacità di generazione elettrica di oltre 3 GW.
Claudio Descalzi in precedenza aveva già incontrato in un bilaterale il presidente della NOC con il quale ha fatto il punto della situazione sullo stato dei progetti in corso e futuri di Eni in Libia.Per quanto riguarda Bahr Essalam (BES), la fase 2 è stata completata con successo portando la produzione totale del campo a 1.100 milioni di piedi cubi di gas al giorno (MMSCFD). La fase 2 del progetto completa lo sviluppo del più grande giacimento a gas in produzione nell’offshore libico.
È stato anche discusso il completamento del progetto Wafa Inlet Gas Compression (WIGC), che sta fornendo un contributo significativo per sostenere il settore energetico libico, grazie all’aumento dell’offerta di gas destinata al mercato interno. Il completamento del progetto WIGC è un risultato significativo e rappresenta un’importante traguardo confermando che attività progettuali possono essere eseguite con successo anche nell’onshore del paese, in un contesto sfidante. Tutto ciò è stato possibile soprattutto grazie all’impegno e al supporto di NOC e grazie al grande sforzo compiuto dai dipendenti MOG e da tutti gli appaltatori coinvolti nell’esecuzione del progetto.Il giacimento di Wafa ha iniziato la produzione nel 2004 ed è un giacimento storico per la Libia. La sua produzione ha rappresentato circa il 38% della produzione complessiva di gas di MOG nel 2018.
Eni è principale produttore internazionale di idrocarburi in Libia, dove attualmente produce 280.000 barili di petrolio equivalente al giorno equity.
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Personalmente, ho sempre ritenuto, in passato (da oltre 10 anni), e ancor di più Oggi, che la cosiddetta “Energia da Fonti Rinnovabili”, SIA un FURTO LEGALIZZATO.
Infatti un imprenditore capace di fare i conti, la deve considerare, nella remunerazione degli investimenti, “senza contributi Pubblici” che paghiamo tutti in bolletta energetica, con la accortezza di produrre un Business Plan realistico, cioè senza sovvenzioni artificiose, si accorgerebbe, che tali attività sono TUTTE praticamente in perdita, per lo STATO ITALIANO, in particolare se la Fonte Rinnovabile, la si deve reperire sul Mercato…Ad eccezione di alcune attività industriali, che nel loro processo primario, producono come scarto di produzione le cosiddette fonti rinnovabili. Potendole riciclare in energia, riducendo la propria bolletta energetica, FORSE!
Quindi tutti gli investimenti da fonte rinnovabile SONO IN PERDITA. La unica fonte che merita investimenti e ricerca, è quella SOLARE e quella da FUSIONE FREDDA e quella Magnetica.
Pertanto, leggendo la Ideona di Descalzi, di trasportare le energie rinnovabili, in Libia, non penso male, come diceva il Divino Giulio, ma Malissimo.
Facendo due ipotesi, visto che con le varie tangenti e creste sulla benzina importata dichiarandola Petrolio, gli sta marcando male; il Genio del CdA, ha ipotizzato la Furbata delle fonti rinnovabili…Praticamente, come Buttare Soldi all’ estero…Nel portafoglio di qualcuno, però, non certo nelle casse degli azionisti.
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NB: ma i Rifiuti, in Libia sono “Fonti Rinnovabili”? Povera Libia!
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Petrolio, energia …
Il cardinale Maradiaga fa dichiarazioni forti in merito, lanciando accuse ben precise.
“Perché il Sinodo dell’Amazzonia darebbe fastidio a qualcuno?”
“Non userei il condizionale. Dà fastidio. Papa Francesco desidera che la sua enciclica ecologica Laudato Sii, dedicata alla cura del creato, sia conosciuta nella Chiesa. Lo sa che in parte della Chiesa statunitense non sanno neanche cosa sia?”
“Cioè?”
“Fanno finta che non esista. Perché una parte della Chiesa essere più interessata ai grandi donatori, alle politiche delle compagnie del petrolio e del carbone. (…)”
Oltre a queste parole molto esplicite, il resto dell’articolo, dove si denuncia una vera e propria strategia di disinformazione/distrazione, su Repubblica di oggi, 22 ottobre.
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