Anche nella RSM il primo partito è quello degli astensionisti. Secondo la vecchia/nuova DC

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Chi sa di me (ancor più chi ha la fortuna/sfortuna di conoscermi personalmente) ora capirà a cosa mirassi quando richiamavo, unico tra i blogger con la “passione” per questioni legate alla sicurezza nazionale/internazionale, l’attenzione su come avrebbero votato quelle poche decine di migliaia di cittadini della RSM che dovevano recarsi alle urne, ieri 8 dicembre 2019, per rinnovare il Parlamento del Titano. Ebbene, mentre mi riservo di interpretare l’esito (mi devo fare aiutare da valenti specialisti locali), un dato lo colgo, anche da solo, nella mia semplicità e ininfluenza: in quel minuscolo Stato (ma importantissimo, ripeto, amici cari!) l’apatia è in netta crescita e il primo partito della più antica Repubblica del Mondo, è quello dell’astensione.

L’affluenza, già calata di 4,18 punti percentuali nel 2016, rispetto alle elezioni del 2012, scende ancora. Più o meno della stessa percentuale (3,92%): dei 34.511 aventi diritto al voto, dentro e fuori i confini della Repubblica, si sono espressi in 19.234, cioè solo il 55%. Tenete conto di questi numeri irrisori rispetto al potere implicito concentrato nelle mani di chi potrebbe andare a governare e alla gravità dell’ora, anche da quelle parti, dove lo Stato, si dice, sia ormai senza soldi.

Primo partito (con il 45% !!!) quindi, anche nella RSM, è quello di quelli che non ne possono più di assistere al comportamento di alcuni professionisti della manipolazione dei consensi, pronti a fare tutto e il contrario di tutto. Perché, anche all’ombra del Titano, hanno il problema di ritrovare una identità e una idea di comunità che convinca il popolo sovrano. Invece pare che, anche da quelle parti, abbiano non solo i loro “Antonio Lollo” (vedi) ma la necessità di saper respingere la continua lusinga di chi, avendo soldi in abbondanza, anche di origine illecita, vuole proporli a chi, soldi, non ne ha più.

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Difficile situazione quindi che, in altra sede, chiameremmo l’Alternativa del Diavolo. Sperando che all’orizzonte spunti un “Munro”, per chi sa chi sia. O cosa si intenda, quando si evoca “Adam Munro“, dovendo entrare in questi campi minati.

E da ieri, scrutinati i voti, di mine se ne ipotizzano non poche, anche quelle interrate subdolamente in quel territorio di montagna. Speriamo quindi che spunti un “Munro” per il bene dei sammarinesi e, a cerchi concentrici, per la vicina Romagna e la nostra Italia. Perché, sentite a me, tutto si tiene, a partire dalla vetta del Titano e da come hanno “pensato” quei 34.511 a cui in pochissimi, in Italia, hanno ritenuto opportuno “pensare”. In tempo utile.

Oreste Grani/Leo Rugens