La Banca Popolare di Bari ed Elio Lannutti
Ma cosa facevano in questi anni le donne e gli uomini che oggi governano (si fa per dire) la complessità del nostro sgarrupato Paese? Non sapevano, ad esempio, che la Banca Popolare di Bari era con un piede nella fossa da tempo? Ma come lo sapeva Orestino Granetto, nella sua marginalità e ininfluenza, e non era noto a questi cazzoni organizzati? E poi dicono che sono scurrile. Ma come la vuoi appellare gentarella che scopre, solo ora, stupida, che il killer/faina Vincenzo De Bustis Figherola era rintanato in quel pollaio a fare strage di risparmi e delle speranze di ingenui risparmiatori?
Ad un cretino (sarebbe, come ho cominciato a scrivere di Luca Lanzalone e dell’insulto che gli è stato appioppato in questo luogo telematico, uno senza minerali sufficienti che gli girano nelle vene e con il cervello, pertanto, non opportunamente alimentato) che ritiene cosa seria e storicamente attendibile la disinformazione attuata nei primi del Novecento con la pubblicazione del testo I Savi di Sion, gli volete affidare il compito di investigare i grovigli bituminosi che hanno prima avvolto e poi soffocato anche la Banca Popolare di Bari? Che il figlio lavori per l’istituto incriminato è un dettaglio di nessun conto se non una attenuante. Elio Lannutti è semplicemente un ignorante indegno di qualunque incarico pubblico. A prescindere dalla fase contingente. Uno che ha ritenuto degno di credibilità un falso su cui tutti gli storici seri concordano essere stata la polpetta avvelenata confezionata nei confronti dell’intero popolo ebraico, polpetta da cui derivano molti dolori incommensurabili (compreso il tentativo di sterminio durante il nazismo noto al mondo intero come Olocausto), è un mentecatto e sono pronto a sostenerlo, io da imputato, in qualunque Tribunale della Repubblica.
Se poi ad uno così mal strutturato culturalmente gli volete affidare di fare luce sui mondi dove per eccellenza si fanno carte false (le banche) avrete i vostri pessimi motivi.
Comunque Lannutti (che spero mi quereli) è un tipico esempio di “gomblottista”, nemico giurato degli ebrei e dei personaggi alla Soros (il banchiere non è certo un francescano immune da piccole o grandi avidità) che, dopo aver vagato nella costellazione dipietrista (dove è passato, non ve lo dimenticate, quasi di tutto), è approdato al M5S ritengo quando a cominciato a capire come soffiava il vento. Ha messo a punto la normativa per la class action. Gli propongo di organizzarne una contro Luigi Di Maio per l’azione dissipatrice degli oltre 11 milioni di voti affidatigli. Come vi dico da tempo, anche il fondatore Grillo ormai sa che il M5S tende a zero e che se si dovesse votare si sancirebbe la fine dell’esperienza politica implicita. Lo sa Grillo, lo sa Di Maio, lo sa Davide Casaleggio. L’unica speranza e non far sciogliere il Parlamento e difendere il gettito costituito dai deputati e senatori idrovore del denaro pubblico. Finché versano l’obolo. Lannutti, comunque, viene bruciato in un falò delle vanità che ha cominciato solo da poche ore a consumare ciocchi. E cretini. I furbi si organizzano per le Olimpiadi. Ma se lo sapeva questo marginale e ininfluente blogger che i Protocolli di Sion si studiano (alle elementari dei master di intelligence) come caso di gravissima disinformazione elaborato da un servizio segreto (vedi nostri post I FALSISSIMI PROTOCOLLI DI SION. PROVATE A NON PISCIARE FUORI DAL VASO. ALMENO ELETTRONICAMENTE! – A COSA SERVE LEGGERE – O MENO – LEO RUGENS? – ANTISEMITISMO ETERNO – “NESSUN EBREO MORTO NEL WTC IL 9.11”) mi dite perché questo cretino si busca comunque il denaro pubblico e ha rischiato (non a caso appoggiato da quei nazionalsocialisti dei leghisti) di divenire la punta di diamante dell’investigazione sul groviglio bituminoso della Banca Popolare di Bari e su Vincenzo De Bustis Ficarola? L’unico innocente è certamente il figlio di Lannutti che deve beccarsi anche un padre come il suo.
Oreste Grani/Leo Rugens
LA BUFALA DEI “PROTOCOLLI DI SION” SPOSATA DAGLI “ASINI VOLANTI” ORGANIZZATI IN HAMAS FANNO COPPIA CON IL PROTOCOLLO DI WANNSEE
Quindi Hamas, per molti Stati, è “a posto”. Rimane il “particolare” (ma che volete che sia!) che ci siamo permessi di evidenziare il giorno 19 maggio 2014 che nello Statuto di Hamas, all’art. 32, i (24) “Protocolli di Sion sono considerati un testo attendibile. Anzi, storico. E nonostante Hamas legittimi la propria realtà giuridica basandosi su quanto è scritto nella più grande “bufala” confezionata negli ultimi cento anni, classi dirigenti, intellettuali di mezzo mondo, considerano Hamas una cosa seria ed attendibile! I “Protocolli ” artatamente costruiti da un intellettuale russo, Matvei Golovinski, agente della polizia segreta (Okhrana) al servizio degli zar (proviamo a ricordarlo!), hanno dato la stura a tutto l’antisemitismo del novecento (forni crematori compresi), e hanno legittimato, per alcuni anni, che degli “sconvoltoni tedeschi” ( che fine hanno fatto le spedizioni inviate in giro per il Mondo alla ricerca dei passaggi segreti per rintracciare Atlantide?) si organizzassero nelle SS per ubbidire, ciecamente, ad uno psicopatico.
Gente che ha massacrato milioni di esseri pensanti, per blaterare “di fuoco, di ghiaccio, di Santo Graal e di élite guerriere”. L’Umanità è stata esposta al rischio di un annientamento per queste teste di cazzo, ignoranti “magici” e, infantilmente, perversi.
“Teteschi di Cermania”, sarebbe utile ricordare e, per questo, non fidarsi di un’Europa maledettamente germanocentrica. Oggi Hamas (continuo a ripeterlo fino a quando qualcuno non mi smentisce portandomi prove convincenti del contrario) ha, nel suo Statuto fondativo, all’art.32, un richiamo culturale alla bufala artatamente costruita dal già citato Golovinski e su cui è basata tutta la teoria del complotto giudaico/massonico. Quando si parla di Hamas proviamo a non dimenticare queste quisquiglie, queste pinzillacchere. Scusate la semplificazione ma, se Hamas crede nei “Protocolli” e nel complotto giudaico massonico, perché non dovrebbe essere formata da persone altrettanto pericolose di quanto lo siano stati i teteschi croce-uncinati?
Questa storia dei “falsi protocolli” è come se, in una “costituzione repubblicana”, ci fosse scritto che veramente gli asini volano e che quindi è opportuno/doveroso uscire con l’ombrello se non si vuole essere inzaccherati dal letame asinino.
Possibile che nessuno (oltre questo marginale e inattendibile blog) chieda conto o chiarimenti alla nostra diplomazia (potrei essermi inventato tutto) di questa affermazione orrorifica e anti storica che Hamas propugna e di questo art.32? Questa storia dei “falsi protocolli” è cosa ancora più grave di qualunque semplice (si fa per dire) negazionismo filo-nazista. Può il recentemente insediatosi Ministro Paolo Gentiloni (persona per bene, oltretutto – culturalmente e per frequentazioni – certamente non di simpatie filo naziste o semplicemente antisemite!) appurare se esiste questo art.32 e qualora nelle carte ci fosse traccia di tanta idiozia tenere la notizia nel dovuto conto? L’unica serietà che si può riconoscere ad Hamas è, quindi, quella relativa alla determinazione crudele, perseguita seriamente e con la massima coerenza, di far soffrire il proprio popolo spingendolo, sempre e comunque, verso il conflitto permanente con Israele. Che ha, a sua volta, ad onore del vero, gravissime responsabilità in questa carneficina. Ma non certamente quelle che gli asini volanti di Hamas le vogliono attribuire, danno valore alla “bufala” dei “Protocolli”.
Basandosi su cazzate tipo quella confezionata dalla Okhrana, i nazisti, il 20 gennaio del 1942 (tra venti giorni ricorre l’anniversario e noi, ogni giorno, da oggi, troveremo il modo di ricordare il testo che troverete riprodotto di seguito), promulgarono il Protocollo di Wannsee che, in suo passo, così recita:
“Adesso, nell’ambito della Soluzione finale, gli ebrei dovrebbero essere utilizzati in impieghi lavorativi ad Est, nei modi più opportuni e con una direzione adeguata. In grandi squadre di lavoro, con separazione dei sessi, gli ebrei in grado di lavorare verranno portati in quei territori per la costruzione di strade, e non vi è dubbio che una gran parte verrà per decremento naturale. Quanto all’eventuale residuo che alla fine dovesse ancora rimanere, bisognerà provvedere in maniera adeguata, dal momento che esso, costituendo una selezione naturale. Quanto all’eventuale residuo che alla fine dovesse ancora rimanere, bisognerà provvedere in maniera adeguata, dal momento che esso, costituendo una selezione naturale, è da considerare, in caso di rilascio, come la cellula germinale di una rinascita ebraica.“
E noi dovremmo fidarci di Hamas? E noi dovremmo fidarci dei “teteschi di Cermania”? Fatelo voi, se vi aggrada. Noi, certamente, continuiamo a stare all’erta sia nei confronti degli gli asini volanti di Hamas e degli eredi (freschi-freschi secondo la cultura razziale dei nazisti) della Gestapo e della Stasi.
Oreste Grani/Leo Rugens
PERCHÈ LEO RUGENS DIFFIDA DI HAMAS E DI MASSIMO D’ALEMA?
Perché diffido di Massimo D’Alema? Ho già scritto alcuni post per spiegare la mia diffidenza verso l’uomo. Sento, però, di non aver detto tutto. Uno dei motivi più reconditi dei miei timori è difficile da esplicitare. Ci proverò, con il timore che potrebbero capirmi in pochi. D’Alema è pubblicamente un sostenitore di Hamas e, quindi, implicitamente delle scelte politiche, militari, terroristiche di quei signori. Fino a qui è quanto tutto il mondo conosce. Ma, dal momento che, in pochi, conoscono bene la storia dei (falsi) Protocolli di Sion, prima sorbitevi il racconto e, poi vi dirò che cosa c’entrano Hamas e la stima che D’Alema ha per questa organizzazione di terroristi ladri di verità, con i miei timori, e il mio disprezzo per il promotore di Italianieuropei.
Prendiamo atto, sia pur inutilmente stupefatti, che una pubblicazione (I “falsi” Protocolli di Sion), frutto della più pura disinformazione messa in opera da un servizio segreto, abbia continuato ad avere mostruose conseguenze (il tentativo dei nazisti di sterminare gli ebrei, è una di queste) per oltre un secolo, anche dopo che ne è stata dimostrata l’assoluta falsità. Nei primi anni del XX secolo in Russia, l’Okhrana (polizia politica zarista) volle screditare, soprattutto dopo l’assassinio dello zar Alessandro II, i riformatori liberali che sembravano guadagnare terreno e simpatie tra le minoranze oppresse, in particolare tra gli ebrei.
A Parigi un intellettuale russo, Matvei Golovinski, agente zarista, venne incaricato della non facile missione denigratoria. Golovinski scrisse per il Figarò una serie di articoli per diffamare gli ebrei. Tenete conto che la vicenda si svolge in pieno caso “Dreyfuss”. Successivamente, ispirandosi agli scritti ferocemente antisemiti del francese Maurice Joly, Golovinski redasse la prima edizione dei “Protocolli”, immediatamente tradotti in russo. Cominciò così a circolare l’idea della cospirazione ebraica internazionale. In sostanza i 24 Protocolli venivano presentati come un antico piano operativo concepito dagli anziani di Sion, ritrovato per caso e indirizzato alle nuove generazioni ebraiche perché si impadronissero delle tecniche e delle strategie necessarie per ottenere il controllo della finanza internazionale e l’instaurazione di un nuovo ordine mondiale basato sul controllo delle masse. Nel corso degli anni, si stabilì chiaramente la falsità dei Protocolli grazie ad un’inchiesta esaustiva del Times, già nel 1921 e una sentenza della Corte Cantonale di Berna, nel 1934. Ciononostante si continuerà, per anni, a credere nella loro autenticità e ancora oggi, i nemici degli ebrei, operano, anche nella rete, per far credere che Golovinski non sia mai “esistito” come autore della “misura attiva”. Veniamo ad oggi. Una delle organizzazioni politiche più attive al mondo nello spargere questo veleno contro gli ebrei, vi immaginate quale sia? Bravi, avete vinto un euro! Non solo Hamas, ancora oggi, provvede a stampare e a diffondere, in Medio Oriente, i “falsi Protocolli” ma, aprite bene orecchie ed occhi, li cita, nel proprio Statuto (art.32), come “prova” sufficiente a legittimare la volontà di sterminare, ancora oggi, gli Israeliani.
Massimo D’Alema, invece di dire ai dirigenti di Hamas … “ma che cazzo dite, come vi permettete di scrivere delle falsità di questa portata foriere di dolore e di sangue senza fine”, li tratta come interlocutori privilegiati per arrivare ad una necessaria Pace ragionata nel Mediterraneo. Ecco il motivo recondito del mio “sospetto”: chiunque non sappia rompere con questi ladri di verità, è un uomo pronto a tutto, pur di appagare la propria ambizione e vanità. E’ tanto vero quello che affermo che per Massimo D’Alema la minaccia alla convivenza civile, in Italia e nel Mediterraneo, viene da Giuseppe Grillo e dai cittadini italiani che, democraticamente, si sono organizzati nel M5S. Una bella differenza, con i “falsari” di Hamas! O forse, il geniale (mi dite, invece, quando ha centrato una previsione geo politica?) statista ritiene più pericoloso Beppe Grillo dei terroristi di Hamas perché lo prende sul serio quando suggerisce la vivisezione per Dudù? O perché dissente con il portavoce del M5S quando sulle piazze, ricorda (giustamente), ai “teteschi di Cermania” che, senza il patriottismo dei Russi, oggi dovrebbero ancora adorare il sole svasticato? Io ritengo che “baffino” se la faccia sotto solo al pensiero di dover, prima o poi (temo per lui, quanto prima) spiegare, nella prevista “Norimberga” in rete, come è andata veramente quella storia dei Colaninno e delle plusvalenze generatesi intorno alle telecomunicazioni. Che è cosa diversa della messa in scena denominata Telecom-Serbia. Le telecomunicazioni, non dobbiamo dimenticarlo, appartengono ad uno dei settori più delicati di una eventuale “Strategia di Sicurezza Nazionale”. Grande danno, grandissima pena. Grillo fa paura per questo. Ma a differenza di quel poveraccio di Marcello Dell’Utri che nessuno vuole più, il Baffino nazionale deve stare tranquillo perché, Hamas lo accoglierà a braccia aperte. Fuori uno! Così vedremo chi è il “nazista” e chi è “giusto di Israele”; chi è amico della Pace nel Mediterraneo e chi nel Mediterraneo, ci voleva solo navigare con la vecchia Icarus.
Mancano 150 ore all’apertura dei seggi: l’asse Berlusconi/D’Alema, difficilmente, si salverà! Il tempo delle spartizioni, tra ladri, all’ombra della Torre di Pisa, è scaduto.
Oreste Grani