Non solo voto di scambio
Nicola Gratteri ha dovuto accelerare la maxi retata o la “fuga di notizie” (migliaia di uomini delle Forze dell’Ordine coinvolti) avrebbero salvato qualcuno. Una notizia nella notizia.
Il contenitore (gli arresti, la quantità e la qualità degli stessi) contiene chissà quant’altro (bisognerà portarli a processo e sarà un maxxxxxxxi processo) ma certamente questo aver dovuto accelerare non è un buon indizio. Comunque quella della retata è una straordinaria notizia. Evviva Nicola Gratteri e tutti i suoi fedeli collaboratori. Evviva Gratteri che conosce la pericolosità dell’indifferenza alle metastasi. Gratteri è ciò che è (cioè un fuori classe) perché, fin da giovane, non si è girato dall’altra parte. A volte racconta che conosce molto bene i criminali calabresi perché lui stesso è calabrese. Fa l’esempio perfino che è andato a scuola nelle stesse scuole di alcuni pupari. Grande patrimonio investigativo e culturale emergerà dalla retata. Forza, che non tutto è perduto.
Certamente il 26 gennaio 2020, tra poco più di un mese, si voterà in altro clima. Non mi permetto di entrare nel merito di tali complessità ma io, oltre che all’Emilia Romagna, terrei d’occhio la Calabria nel momento dello scrutinio perché è anche la massoneria che ieri è stata colpita. La massoneria calabrese che si compiace, proprio a Vibo, di presentare libri e di essere stata, con le sue logge coperte, determinate per l’elezione del Gran Maestro del GOI, Stefano Bisi. Quello che per anni ha sostenuto, viceversa, il candore dei grembiuli e dei guanti ritenuti bianchi degli affiliati. Guanti, invece, così appare, anche rossi di sangue. La retata parte da quella Calabria dove in troppi e per troppi anni sono stati eletti con il “voto di scambio“. Voto di scambio ed altro. Evviva, evviva, evviva tre volte. Ma non lasciamo solo Nicola Gratteri e i suoi.
Ultima ora: nel profondo Piemonte, questa mattina (con grande sorpresa di Giorgia Meloni) è stato arrestato quell’onorevole, patriota in Fratelli d’Italia, gagliardo e tosto, di Roberto Rosso, che deve aver giurato, oltre che alla Repubblica Italiana, anche alla ‘ndrangheta, a dare retta al mandato di cattura. Roberto Rosso ha rizomi che possono portare lontano (fino a Francesco Sempio di Curtiriso ad esempio?). Certamente il politico malandrino di turno potrebbe averlo conosciuto molto molto molto bene. Intendo scrivere, a scanso equivoci, che Roberto Rosso potrebbe aver conosciuto Francesco Sempio. E rimaniamo in fervida attesa per l’eco nel web di questo arresto. Vediamo di non mollare e di cominciare, con l’anno nuovo, a ramazzare ramazzare ramazzare.
Oreste Grani/Leo Rugens che quando ci mette la faccia dicono che sa di cosa si tratta.
E trattandosi di criminali calabresi ci mette non solo la faccia. Ma a noi (e la nostra storia lo conferma) “audace ci piace”. E anche il riso. Tranne quello nero. Nero come il cuore dei criminali. E ora una bella querela a Orestino Granetto ci starebbe bene.