Telespazio e tale Gaetano Scotto
Post impegnativo. Se non avete niente di meglio da fare provate comunque a leggerlo.
Potrebbe tornarvi utile soprattutto quando metto in nesso rizomico la criminalità organizzata e l’extra mondo di Leonardo, ex Finmeccanica.E soprattutto quando ric hiamo l’attenzione sullac eventuale triangolazione con il COPASI e quindi i mitici “servizi”. Poco igenici.
Quando si evoca l’IRI mi viene nostalgia ma mi si drizzano anche i peli. Mi si drizzano i peli perché, nella galassia IRI, si sono aggirati anche strani personaggi, politici e non, e non sempre nell’interesse superiore della Nazione.
Tutto questo è avvenuto nelle Partecipazioni Statali e in particolare (a questo indizio oggi è dedicato il post) nella più avanzata (certamente così era) azienda del Gruppo Stet, cioè Telespazio.
Per capire su cosa mi si sofferma la mente è doveroso (se si ha interesse all’argomento) leggere prima tre paginette e mezza (pag. 936-939) della Bibbia denominata “Il Caso Genchi“.
“… si trattava della più avanzata azienda del gruppo Iri-Stet: Telespazio.”
Ora che avete letto alcuni dettagli relativi ad uno dei tanti grovigli bituminosi della Repubblica, direte che ne sapete poco o niente di più. E avreste ragione. Certamente, comunque, avrete appreso che di alcune questioni misteriose (e drammatiche) si sarebbe dovuto interessare il COPASIR. E così torno su uno dei miei mantra: ma chi ci mandate in organismi tanto delicati? E con che criteri di selezione vengono scelte le donne e gli uomini del Parlamento da caricare di tali responsabilità? Cosa si cela dietro a queste scelte? Di chi è la regia? Rileggete i nomi e capirete la mia preoccupazione. Non può essere che solo casualmente al vertice di quell’organismo si insedino anche tipacci. Tipacci scelti tra i rappresentanti dei vari schieramenti politici. Tipacci o nullità assolute. Troppa casualità in un ristrettissimo (sono dieci membri) luogo giuridico denominato Comitato di controllo sull’attività dei servizi segreti. Dovrebbe essere il massimo di capacità interpretative, di assoluta lealtà alla Costituzione e agli interessi superiori della Nazione. E invece, in questi anni, ci si è trovato di tutto. Tipacci spesso scoperti tali a posteriori e a cose fatte. Oppure semplicemente piazzati in quanto “d’ambiente”. O proprio perché dei mascalzoni.
Vediamo di capirci quindi che quando un mattarellone come Leo Rugens, un vero campione di marginalità e ininfluenza, prova a richiamare l’attenzione su cosa sia sicurezza nazionale e su chi debba avere l’onore di servire la collettività assumendo ruolo in questi centri nodali, non spara cazzate a vanvera.
Troppe volte ci si deve accorgere (anche grazie alla cronaca giudiziaria e sempre a posteriori quindi) che la partitocrazia (e altri poteri lobbistico-massonici) piazza ai vertici di quegli organismi delicatissimi, oltre ovviamente qualche tecnico (altrimenti si scioglierebbe tutto), i propri fedelissimi. Rileggete e riflettete perché non è mia intenzione recedere da questo tema delicatissimo.
Oreste Grani/Leo Rugens
Telespazio, una joint venture tra Leonardo (67%) e Thales (33%), è uno dei leader europei e tra i principali operatori al mondo nel campo delle soluzioni e dei servizi satellitari. La società ha la sua direzione generale a Roma e può contare su circa 2.500 dipendenti, e un capitale sociale di 50 milioni di euro, disponendo di una rete internazionale di centri spaziali e teleporti.
La società fornisce servizi a istituzioni, aziende e cittadini gestendo la progettazione e lo sviluppo di sistemi spaziali, servizi di lancio e controllo in orbita dei satelliti, servizi diosservazione della Terra, comunicazioni integrate, navigazione e sistema di localizzazione satellitare, giungendo fino alla gestione di interi programmi scientifici, anche attraverso una rete di sussidiarie presente in Europa, Argentina e Brasile.
Telespazio opera attraverso tre Linee di Business: Satellite Communications; Satellite Systems e Operations e Geo Information.
Nella cornice del generale riassetto organizzativo del gruppo Finmeccanica (oggi Leonardo), il 22 febbraio 2013 l’ex numero uno di Thales Alenia Space Italia fu chiamato a succedere a Carlo Gualdaroni. Prima che Alenia Spazio assumesse l’attuale denominazione di Thales Alenia Space Italia, ing. Pasquali fu il responsabile della “Divisione Telecomunicazioni”, che si occupava dei sistemi satellitari di telecomunicazione per la Difesa, la Sicurezza, gli impieghi commerciali e per lo sviluppo della “banda larga”. Fra le applicazioni della tecnologia satellitare in campo civile (potenzialmente “dual purpose”, se prodotte e commissionate in altri programmi), a partire dal 2014 si registrano:
- monitoraggio ambientale-meteorologico-climatico e gestione delle emergenze, mediante sensori flessibili ad alta precisione nei piccoli spazi: controllo dell’attuazione dei PAC (Politica Agricola Comune dell’Unione Europea) e agricoltura di precisione, supporto alle protezioni civili mondiali in scenari di disastro o calamità, previsioni e analisi (per il servizio dell’Aeronuatica Militare, in collaborazione col Dicastero delle Politiche Agricole);
- gestione dei satelliti, e gestione dei dati osservati: big data e raccolta di informazioni visive sullo stato del pianeta, tramite reti di mini-satelliti basati su alta risoluzione e frequenza delle immagini.
L’attività, nata negli anni ’60 in ambito militare, si sarebbe progressivamente estesa ad applicazioni nei settori civili, sviluppando un flusso di “miliardi di gigabyte”, ulteriormente integrabile con i big data raccolti da sorgenti informative di terra.
- riduzione del digital divide nei Paesi sottosviluppati, mediante banda larga satellitare.
Telespazio aderisce a Eurospace, l’associazione europea dei principali produttori del settore aerospazio, con i quali partecipa ai maggiori programmi dell’Unione europea: “Copernicus”, e Galileo; EGNOS e il Space Situational Awareness, Government Satellite Communication (GOVSATCOM, per le comunicazioni sicure dei servizi istituzionali). Fino al 2020 lo stanziamento di bilancio per il settore spaziale proposto dalla Commissione Europea, e autorizzato dal Parlamento, ammonta a 12,5 miliardi euro. Per le nuove attività collegate alla difesa, Eurospace in base alle proprie stime chiede alla Commissione di incrementare la cifra a 20 miliardi per il programma pluriennale per il periodo 2020-2027.
Telespazio gestisce il Centro spaziale del Fucino, il più grande teleporto al mondo per usi civili – e tramite Eurospace e partenariati con le agenzie spaziali europee, partecipa a programmi spaziali come: Galileo, di cui dal Fucinoha avuto il compito di gestire le attività di missione, mentre il centro di controllo della costellazione satellitare è gestito da Spaceopal GmbH (con sede a Monaco, partenariato di DLR Gesellschaft für Raumfahrtanwendungen (GFR) mBH e Telespazio), a Oberpfaffenhofen, vicino a Monaco di Baviera unitamente al centro di Fucino.
Nell’ambito del programma europeo Copernicus, Telespazio partecipa alla componente italiana COSMO-SkyMed come del responsabile della realizzazione e fornitura del Segmento di Terra civile e militare, oltre che della infrastruttura di controllo della costellazione). Ha realizzato il terzo satellite Sicral e relativo lanciatore, nell’ambito di una cooperazione con Avio e Thales Alenia Space <<sia nelle telecomunicazioni con Athena-Fidus [satellite militare] lanciato lo scorso anno, sia nell’osservazione della Terracon con i programmi Cosmo-SkyMed, Pleiades e Helios 2>>. Come primo contraente del Ministero della Difesa turco, ha realizzato Göktürk, satellite di osservazione della Terra, dotato di un sensore ottico ad alta risoluzione con parziale off-set della produzione in Turchia. Thales Alenia Space è stata il primo produttore di satelliti ad aver costruito un satellite di osservazione ottica ad alta risoluzione per un cliente estero, oltre che ad aver fornito un centro AIT all’estero.
Telespazio fu costituita il 18 ottobre 1961 per le comunicazioni tramite satelliti artificiali, grazie all’iniziativa lungimirante della Italcable e della Rai, che permisero all’Italia di non restare esclusa dalla più importante innovazione di settore che andava diffondendosi in Europa. In questo modo, Telespazio fu una delle aziende fondatrici dell’associazione europea Eurospace, formatasi nello stesso anno.
In parallelo a questi dati storici, si può prendere brevemente in considerazione il contesto degli avvenimenti di oltreoceano. Nel 1962, Kennedy firmò la legge istitutiva della SATCOM, società statunitense a gestione pubblica, che collaborava a stretto contatto con le principali aziende private del settore.
Già alla fine degli anni anni ’50, il settore delle telecomunicazioni degli Stati Uniti era orientato all’esplorazione dello spazio, e fu questo Paese a effettuare con successo anche i primi lanci di satelliti per le telecomunicazioni.
Il satellite Telstar fu lanciato il 10 luglio 1962, e dopo due giorni effettuò la prima trasmissione di segnale radiotelevisivo fra le due sponde dell’oceano. In Italia il primo satellite per le telecomunicazioni, Sirio, sarà inviato nello spazio soltanto il 29 agosto 1977.
Un memorandum di Leroy C. Tillotson, ingegnere della AT&T e Bell Telephone Laboratories, nell’agosto 1959 specificava i requisiti progettuali del futuro satellite Telstar, mentre un altro documento della BTL delineava i tratti di un satellite che avrebbe utilizzato un tubo ad onda progressiva per generare microonde di elevata potenza in grado di trasmettere a grandi distanze base per lo sviluppo di un sistema di comunicazioni satellitari statunitense.
Nel 1962 si susseguirono tre leggi del Congresso statunitense che intendeva giocare un ruolo attivo nello sviluppo delle comunicazioni satellitari: Kerr bill (S. 2650, entrata in vigore l’11 gennaio 1962), the administration bill (S. 2814, 27 gennaio 1962), e il Kefauver bill (S. 2890, 26 febbraio 1962).
Il Kefauver bill era una norma contro i maggiori monopoli esistenti nei settori dell’economia statunitense, e per il settore delle telecomunicazioni vietava alla AT&T di progredire autonomamente ed estendere il proprio monopolio dalle comunicazioni terrestri a quelle satellitari. Il 31 agosto 1962 Kennedy firmò il Communications Satellite Act che istituiva la Communications Satellite Corporation (Comsat), società a gestione federale di cui il potere pubblico nominò il primo Consiglio di Amministrazione. La società sarebbe stata controllata in eguale misura dalle principali aziende statunitensi già operanti nel settore delle telecomunicazioni terrestri e marittime, e da alcuni investitori privati, allo scopo di servire l’amministrazione federale mediante lo sviluppo di una rete commerciale e internazionale di comunicazioni satellitari. Il perimetro attuale di attività è simile fra le due aziende.
Con la legge presidenziale del ’62, la NASA diveniva proprietaria dei brevetti depositati da AT&T prima del 1961 in materia di tecnologia satellitare, titolare dei successivi, come dei negoziati con le amministrazione estere, dell’esecuzione dei test e della loro pubblicazione.
Il 10 luglio 1962, AT&T lanciò con successo Telstar, il primo satellite a media altitudine funzionante, ma il Congresso non intese sviluppare questa tecnologia per non creare un nuovo monopolio delle comunicazioni satellitari. Early Bird è il nome del primo satellite lanciato con successo nello spazio da COMSAT, nel marzo 1965.

Costruzione della prima grande antenna nella piana del Fucino dopo la fase sperimentale nel 1966.

Antenne paraboliche di Telespazio nel Fucino.
Una successiva concessione in esclusiva alla Telespazio dei servizi di telecomunicazioni a mezzo di satelliti artificiali da parte del Ministero, firmata il 12 febbraio 1965, consentì a Telespazio di firmare il 17 febbraio 1965 l’accordo con Intelsat per lo sviluppo commerciale delle comunicazioni via satellite. Il 6 aprile 1965 venne lanciato il primo satellite commerciale per telecomunicazioni, denominato “Early Bird” (poi Intelsat I) con il quale incominciava il 28 giugno 1965 il servizio commerciale di telefonia e televisione tra la stazione di Andover (ME) negli Stati Uniti e le stazioni di Goonhilly (Regno Unito), Pleumeur-Bodou (Francia), Raisting (Germania) e Fucino (Italia). Poiché il satellite ancora non consentiva l’accesso multiplo da parte di più stazioni terrestri, le stazioni di Goonhilly, Pleumeur-Bodou e Raisting in Europa operavano nei giorni feriali, una settimana per ciascuno, e la stazione del Fucino, dotata di una piccola antenna parabolica da 9,14 metri di diametro, lavorava nei fine settimana. La stazione del Fucino era montata su tre furgoni, quindi trasportabile per l’eventuale necessità di cambiare la dislocazione per evitare interferenze dai ponti radio. La zona prescelta in effetti risultò ottima per la naturale protezione dalle interferenze, essendo la conca del Fucino interamente circondata da montagne, tanto che oggi la stazione del Fucino è tra le più grandi stazioni al mondo per telecomunicazioni e servizi spaziali, con le sue 170 antenne.
La prima stazione sperimentale del Fucino, progettata con apparati quasi esclusivamente della industria italiana, ebbe l’opportunità di una esperienza operativa che le consentì di affermarsi sul mercato mondiale di questa nuova tecnologia.
I furgoni della stazione trasportabile sono oggi ospitati in un piccolo museo del Fucino, accanto a una parte del relitto della nave “Elettra” di Guglielmo Marconi.
Il 17 agosto 1967 entrava in servizio sull’area atlantica la prima grande antenna con diametro di circa 30 metri alla stazione del Fucino. L’altra antenna del primo periodo sperimentale, con una parabola di diametro aumentato, veniva offerta all’Intelsat per i primi servizi di telemetria e telecomando sui satelliti dell’organizzazione. Il relativo contratto veniva firmato il 2 aprile 1968. Molti altri contratti sarebbero seguiti negli anni successivi, anche per altri enti nazionali e internazionali (ESA, ASI, Eutelsat, Inmarsat, ecc.).
Nel 1974, con la firma di un memorandum d’intesa con la NASA, entrò nel settore dei servizi di osservazione della Terra per la ricezione dei dati dai satelliti Landsat e, nel 1975, venne attivato un impianto dedicato presso la stazione del Fucino. Contemporaneamente vennero firmati contratti con il CNR per la gestione del programma del satellite italiano sperimentale SIRIO per misure di propagazione sulle alte frequenze, cui seguirà, nel 1980, un altro contratto con il CNR per gli studi preliminari sul satellite italiano preoperativo Italsat. Molti altri contratti vennero firmati con vari organismi nazionali e internazionali, in particolare per l’Agenzia Spaziale Europea, fino alla partecipazione alla fase di definizione del programma europeo di navigazione satellitare Galileo. Dopo la costituzione di Intelsat, vennero create altre due organizzazioni internazionali per le telecomunicazioni via satellite: l’Eutelsat, il 30 giugno 1977, per la gestione dei satelliti europei di telecomunicazioni e l’Inmarsat, il 16 luglio 1979, per la gestione dei satelliti di telecomunicazioni marittime e aeronautiche. In ambedue queste organizzazioni la Telespazio ha partecipato fin dall’inizio in qualità di firmatario italiano per gli accordi operativi e con la gestione di impianti dedicati. Nel 1977 vennero realizzate altre due stazioni in Italia, a Gera Lario (CO) nel 1977 e a Scanzano (PA) nel 1987. Nel 1985 veniva completata la realizzazione di una stazione per operazioni di geodesia spaziale presso Matera, su incarico del CNR (successivamente Agenzia Spaziale Italiana) che ne affidò anche la gestione.
Nel 1991 venne lanciata la prima unità di volo Italsat, satellite italiano destinato a integrarsi nella rete telefonica nazionale e a Telespazio venne affidato il controllo in orbita del satellite e la gestione delle stazioni di traffico per Telecom Italia. Sempre nel 1991 entrò in servizio la prima rete chiusa con piccole antenne per un singolo grande utente: il progetto Argo per comunicazioni d’emergenza con antenne fisse e trasportabili per il Dipartimento della Protezione Civile, concepito e progettato da Telespazio e alla quale sarebbero seguite molte altre reti chiuse per utenti pubblici e privati e gestite da un centro di controllo remoto presso la stazione del Fucino. Nel 2001 tutte le attività legate ai servizi di osservazione della Terra venivano trasferite dalla stazione del Fucino alla stazione di Matera.
Dopo la sua costituzione per opera della Italcable e della Rai il 18 ottobre 1961, nel maggio 1963 anche STET entrò a far parte degli azionisti; nel 1964 la Italcable entrava a far parte del gruppo STET, che quindi diventava azionista di maggioranza. Tale assetto restò invariato fino al settembre 1994, quando si concluse l’iter del Piano di riassetto delle telecomunicazioni in virtù del quale le società Italcable e Telespazio confluirono in Telecom Italia, unico concessionario per i servizi di telecomunicazioni in Italia. Nel gennaio 1995 si costituì la Nuova Telespazio SpA per spin-off della Divisione Spazio di Telecom Italia, con capitale sociale suddiviso tra Telecom Italia e STET. Ma, a seguito della fusione tra STET e Telecom Italia dell’aprile 1997, nell’ottobre dello stesso anno la Nuova Telespazio riprendeva la vecchia denominazione sociale Telespazio SpA, con capitale sociale interamente di Telecom Italia. Alla fine del 2002 la Telespazio è passata dal gruppo Telecom Italia al gruppo Finmeccanica.