Sen. Giarrusso non si pieghi a pagare il pizzo!
Cosa altro dobbiamo considerare se non il “pagamento del pizzo” la richiesta ultimativa di denaro, pena l’espulsione e la gogna mediatica, visto i comportamenti tenuti e l’arroganza con cui alcuni parlamentari, in particolare i siciliani Vito Crimi e Giancarlo Cancelleri, hanno ritenuto di trattare questioni delicatissime come la sicurezza dello Stato o l’uso del nepotismo e del clientelismo familiare in rapporto all’opportunità che gli era stata data in sorte di servire la Repubblica?
Ho scritto “pagamento del pizzo” e sono pronto a pagare le conseguenze di questa affermazione nell’eventualità che questa gentarella avesse l’ardire di querelarmi.
Ho conosciuto il sen. Mario Giarrusso, sin dal 21 luglio 2017, a poche ore dalla conclusione dell’intervento di Alberto Massari in occasione dell’incontro pubblico Intelligence Collettiva. I servizi segreti nel mondo. Da quel casuale incontro ho avuto modo di frequentare il parlamentare con assiduità. Penso di essere arrivato alla mia età (e navigando per i mari che ho affrontato) certo di sapere riconoscere un uomo onesto da un mascalzone che si è buttato in politica perché non aveva nulla da fare. L’avvocato Giarrusso non solo aveva una professione in cui era, pur giovane, affermato, ma da decenni sapeva con chi farsela e da chi guardarsi in un Paese travagliato come il nostro. Ora deve arrivare un personaggetto come Vito Crimi che ha piazzato (e protetto) l’amante a ricasco del denaro pubblico a sancire che Giarrusso non è degno? Perché lui è palermitano e Giarrusso catanese? Perché lui è pronto a chiudere gli occhi (come ha fatto per cinque anni al COPASIR) e Giarrusso, viceversa, freme per quello che non si riesce a fare, con la dovuta fermezza, alla Commissione Antimafia? Perché il matematico mancato (ora pensa di sapere di aritmetica facendo le sottrazioni e le addizioni con il denaro dello Stato e stabilendo chi serva o meno la Repubblica e chi operi in coraggioso contrasto alle mafie), in fuga da Palermo per vincere al Tribunale di Brescia un concorsetto, cosa può rimproverare a Giarrusso se non di essersi, visto come veniva trattato il denaro pubblico da parte dell’oligarchia pentastellata, rifiutato di continuare a pagare il “pizzo”? Se Vito Crimi non ritiene gravissimo aver dismesso il patrimonio etico-morale rappresentato da 11 milioni di voti, sono fatti suoi e del medico che lo cura.
Il Crimi Vito, lo ripeto, in questi anni, un obiettivo lo ha raggiunto piazzando l’amante e proteggendola. Altro non è dato di sapere. Al massimo, si è offerto come pontiere tra il generone romano e la P.A., accettando di frequentare i circoli controllati da Giovanni Malagò e Gianni Letta. Lui sì che andava platelamente cacciato solo per questo tradimento del mandato parlamentare. Il M5S non è nato per leccare le orecchie a ai Malagò, Battistoni, Caltagirone, Letta e, pertanto, Silvio Berlusconi. Tutti signori che a Crimi sono sembrati normali. Ma non lo sono. Crimi, in accordo con Cancelleri dovrebbe entrare nel merito della probità di Mario Giarrusso? E della onestà morale di Cancelleri testimoniata dalla foto mai smentita che oggi ripubblico? Siete ridicoli oltre che tendenti a zero. Eppure un matematico mancato dovrebbe sapere cosa scrivo: tendenti a zero o, come dice Paragone, siete il nulla organizzato. Per ora.
Senatore Giarrusso, ovviamente sei libero di fare ciò che vuoi perché io so quanto ami il MoVimento e quanto hai creduto nella sua gente, ma non ritengo che una persona della tua specchiata onestà si debba piegare a pagare la tan-gente al gruppo diri-gente. Che fa pure rima. Ma non fa ridere. Anzi.
Oreste Grani/Leo Rugens