Ci siamo fidati di troppe persone inadeguate, affermano gli alfieri di Luigi Di Maio!

Le prime parole opportune che sento pronunciare da anni: “Ci siamo fidati di troppe persone inadeguate“.

Questo è ormai quello che alcuni devono ammettere, da dentro il M5S. E lo rendono pubblico. Cercando però, ancora una volta, pubblicità “positiva” a titolo personale. L’opposto di quello che doveva essere lo spirito dei “portavoce”.

Hanno trattato, per anni, la cosa pubblica come cosa propria e ora piangono sul latte che hanno versato.

Se non rischiassi di essere frainteso, viste le abitudini sessuali di alcuni degli autori del piagnisteo, direi che gli stessi “piangono e fottono”. Direi che dietro ad una semplice ammissione di colpa (di cui non è consigliabile però accontentarsi) si apre un intero mondo prima che tutto finisca dissipato. E dimenticato nelle responsabilità. Per prima cosa evitiamo che gli artefici della dissipazione, similpentiti, se la cavino. Perché, quelli che ammettono l’errore di valutazione sono gli alfieri di Luigi Di Maio.

Anche se fossero sinceramente pentiti, consiglio, come prima prova tangibile del loro stato d’animo, di fargli passare la mano. E di farlo urgentemente. Bisognerebbe avere l’autorevolezza di farglielo fare con fermezza. Ma chi è ormai autorevole nel MoVimento? Direte che mancano un paio di settimane (giuste-giuste) a quando dalle urne, uscirà un tristissimo 5/6 per cento e che quindi ormai basta aspettare. Vi state sbagliando! La fine del sogno, anche dal punto di vista numerico (il risultato era prevedibile da mesi), innescherà (con gravi responsabilità quindi) altri effetti domino e da un guaio passeremo ad un altro. E questo altro potrebbe riguardare perfino la non rianimazione della stessa democrazia che nel frattempo, durante la parentesi soporifero-pompierante a cinque stelle, è entrata in fase pre-catatonica.

Dal cui torpore sarà difficile scuotersi.

L’anno entrante che si chiuderà con le elezioni USA (quelle che contano veramente) verrà ricordato come quello in cui, liberi di farlo, alcuni riusciranno a far girare pagina e ad innescare, anche in Italia, una situazione tanto torbida che, per chi assisterà agli avvenimenti degli anni futuri, sarà difficile ricordare bene nelle sue dinamiche quotidiane.

A indicazione di ciò che considero torbido (conoscendo, per vissuto, il mio Paese, dal Caso De Lorenzo a venire ad oggi) metto ad esempio la vicenda della “fuga inaspettata” dell’ex agente CIA (ma si può cessare di essere della CIA o del KGB, secondo voi?) signora Sabrina de Sousa che poi sceglie, per raccontare in modo allusivo (certo non facendo chiarezza), i retroscena non solo del caso Abu Omar, alla testata Adnkronos che tutto si può considerare meno una redazione di ingenuotti. Da quando fu fondata. Il racconto è intrigante ma soprattutto lancia segnali per addetti ai lavori. E questo è il clima promesso da Tofalo, Crimi e Marton quando, in pompa magna, sono entrati, ormai 7 anni addietro, al COPASIR? Questo è il cambiamento? Questo è il risultato della maldestra appropriazione (chiudemmo gli occhi sperando) del disegno, che li precede di anni, dell’Intelligence partecipata/diffusa/ubiqua? Siete stati lo strumento della conservazione a che nulla cambiasse proprio nei “servizi” al fine che nulla evolvesse nella Repubblica. Dentro e fuori. Devo solo scoprire (con prove certe) se siete dei traditori/sabotatori consapevoli o solo degli utili cretini/idioti. Il risultato è tragico a cominciare da quello che, legando il M5S alla Link Campus, avete determinato in politica estera. Cioè tutto.

Comunque teniamo le orecchie ben aperte sui racconti (per ora nebulosi) della signora Sabrina. Su quelli della signora Annamaria Fontana ormai sappiamo quasi tutto. Spero che vi piaccia quel “quasi”.

Oreste Grani/Leo Rugens