Riso, cocaina, voti e rock and roll

La Giorgia Meloni ha fretta di presentare il conto, come dice lei stessa, subito dopo il voto nelle regionali. La signora della Destra Italiana, deve essere preoccupata di mettere all’incasso qualcosa. Viceversa, essendo una donna esperta e affiancata da persone ancora più navigate di lei sa che il lento ma inesorabile procedere di alcune inchieste giudiziarie potrebbero trovare sempre di più coinvolti quegli uomini dei voti che, mentre si dedicano a raccogliere consensi, potrebbero aver organizzato non pochi scambi di voti a fronte di comportamenti illeciti. Anche a vantaggio del suo partito. Un esempio per tutti è questo Roberto Rosso che ho la sensazione, nei media, in pochi, vogliano mettere al centro di approfondimenti. Ritengo perché la sensibilità di alcuni redattori esperti potrebbe aver suggerito che stiamo parlando di roba che scotta. E questo in un Paese dove il riso scotta sempre di più e dove, anche in questi giorni, in una zona portuale (questa volta è il turno di La Spezia) sono stati intercettati 333 chili di cocaina purissima. E come ho cominciato a raccontare/ricordare, i quintali/le tonnellate di cocaina hanno bisogno di architetture finanziarie, di logistica ma anche di grande esperienza nell’import-export. E gli arresti di La Spezia potrebbero, come tanti altri, portare lontano. O vicino ai nostri preveggenti ragionamenti.

Oreste Grani/Leo Rugens