Anarchia nel M5S? Rinviati gli Stati Generali

Scomodare l’Anarchia (alcuni media così si esprimono) per la fine miserrima a cui assistiamo del M5S, mi sembra eccessivo. Non vi dico aver ipotizzato di definire “Stati Generali” una riunione di personcine spaesate che si ritrovano dentro la loro piscinetta per bambini.

Stati Generali di chi? Per cosa? E come? Per il nulla che si ritiene ancora organizzabile rimarrebbero solo il dove (da affittare con i soldi della Repubblica) e il quando. Per il “dove” si potrebbe suggerire la intoccabile sacra “Sala Tatarella” (vero Angelo Tofalo e Francesco D’Uva?), ma per il “quando” ritengo che ci sia qualche problema. Non a caso si sposta tutto a metà aprile. Il collante opportunistico (promesse carrieristiche, speranze di eccezioni per secondi/terzi mandati, stili di conduzione personalistico e gravemente manipolativo toccamenti compresi) non tiene più e i valori rinnegati sono solo boomerang che tornano a velocità micidiale. Arma cazzuta il boomerang e di difficilissimo uso!

L’anarchia (dal greco antico: ἀναρχία, ἀν, assenza + ἀρχή, governo o principio) è la tipologia d’organizzazione sociale agognata dall’anarchismo, basata sull’ideale libertario di un ordine fondato sull’autonomia e la libertà degli individui, contrapposto a ogni forma di potere costituito, compreso quello statale. Mi sembra che nulla possa consentire di evocare l’anarchia per questi mascalzoncelli.

Nella sua accezione contemporanea, essa nasce terminologicamente con gli scritti del filosofo politico, economista e sociologo francese Pierre-Joseph Proudhon nella prima metà del XIX secolo, affondando idealmente in concetti propri del pensiero di autori quali l’umanista e politico Tommaso Moro (Utopia), gli illuministi (Condillac, il Marchese de Sade, in parte Rousseau – quello vero – e Diderot) e lo scrittore e filosofo William Godwin. Contributori allo sviluppo del pensiero anarchico, quasi contemporanei a Proudhon, furono l’inventore, musicista e scrittore statunitense Josiah Warren, il rivoluzionario e filosofo Michail Bakunin, lo scrittore Lev Tolstoj e limitatamente ad alcuni sviluppi sopravvenuti nel secolo successivo anche il filosofo individualista tedesco Max Stirner e il pedagogista spagnolo Francisco Ferrer y Guardia. Giganti e non cicisbei da corte.

Le interpretazioni che gli storici, i politici e gli stessi anarchici danno dell’anarchia sono varie e ramificate. Nessuna però riconducibile allo schifo a cui assistiamo di checchette ormai isteriche che fanno a gara a chi per primo deve espellere qualcuno da qualcosa. Nel corso della storia con anarchia non si individua un’univoca forma politica da raggiungere e soprattutto non si concordano necessariamente i mezzi politici da utilizzare, spaziando dalla non violenza al pacifismo e all’insurrezionalismo rivoluzionario. Tutto lo spettro anarchico ha tuttavia come nucleo ideologico centrale un elemento comune: la necessità dell’annullamento dello Stato o in ogni caso delle più incombenti forme di potere costituito. Qui forse ci siamo in quanto di senso dello Stato e amore per la Repubblica e i cittadini “zero carbonella”. Questi si sono buttati a capofitto a succhiare mammelle statali e questo è l’unico legame con la Patria. Tutti gli anarchici sono viceversa, avendo torto o ragione, concordi nel considerare l’abolizione del potere condizione necessaria e obiettivo finale dell’evoluzione sociale. L’annullamento del potere dello Stato non implica l’annullamento dell’organizzazione sociale, bensì l’evoluzione verso una società non gerarchica in cui spesso viene sostenuta anche l’abolizione della proprietà privata. E ce lo vedete lo stato maggiore dimaista su questi terreni audaci?

Andiamo avanti.

Con Stati Generali, si indica un organo di rappresentanza dei tre ceti sociali esistenti nello Stato francese prima della Rivoluzione Francese del 1789. L’assemblea, di origine feudale, disponeva della funzione di limitare il potere monarchico. Vuol dire che questa fase organizzativa politica, metaforicamente riportata all’oggi, dovrebbe mettere la mordacchia a Luigi Di Maio che si è nel frattempo fatto reuccio di quello che un tempo doveva essere il primo esempio di democrazia diretta telematica. Ma riapriamo, in un atto crudele e “nostalgico”, rimuovendo Basaglia ed il impegno civile, i manicomi e addobbiamoli di elettro choc!!!!!

Giornalisti – cortesemente – provate ad individuare altri termini per descrivere la dissipazione della speranza (ormai attuata con modalità vincenti) e l’appropriazione sfacciata e indebita di ciò (il denaro pubblico) che non era mai stato loro e che, a maggior ragione, non lo può essere ora che gli amichetti di Di Maio hanno mostrato la loro vera natura di piccoli approfittatori carrieristi.

Quando la politica annaspa, diceva Alberto Statera, si fa largo la società incivile. E si radica, aggiungiamo noi per omaggiare l’amico che ci ha lasciato troppo giovane, l’affarismo impunito che stava affondando l’Italia quando, coraggiosi, 11 milioni di cittadini hanno anelato, votando il M5S, di invertire la rotta, divenendo invece utili idioti al servizio della grande criminalità organizzata. Ed io tra loro che, vecchio e stanco, pur vedendoli inadeguati, ho sperato. Criminalità organizzata che grazie alla guida a polso fermo (è una affermazione ironica) di Nicola Morra in questi anni non è stata neanche scalfita nelle sedi politiche preposte ma esclusivamente contrastata da alcune procure e da singoli membri della Commissione Antimafia. E a voi sembra poca responsabilità, razza di cretini, far accadere tutto questo in appena 24 mesi? Record del Pianeta.

Cosa ultima ma non ultima: i conti in quel che avanza del M5S vanno fatti partendo dai seguaci di Angelo Balducci e dai facilitatori di Luca Lanzalone. E faccio, per ora, solo due esempi. Lascio da parte altri esempi di personaggi riconducibili ad ambienti dei Servizi. Io, nella mia semplicità e ininfluenza, mi sono scelto, per ora, Lanzalone. Che qualcuno si prenda gli amichetti di Balducci. Ai servizi pensiamo a tempo debito. Liscia non gliela possiamo far passare. Al massimo Ferrarelle.

Oreste Grani/Leo Rugens