A quali valori patriottici è ispirato il lavoro formativo di Alfredo Mantici?

Ma se il medico Alfredo Mantici (da non confondere con Guglielmo Guglielmi, anche lui medico, ma che faceva di mestiere il terrorista delle UCC, ovvero le Unità Combattenti Comuniste), arriva a dire che non va tutto male nei “servizi” (anzi), sentite a me, dobbiamo cominciarci a preoccupare.

Se, a freddo, irritato da questa affermazione, mi pongo il problema di quello che pensi in realtà Mantici, un motivo ci deve pur essere.

E il motivo è presto detto.

Mantici, dopo essere stato dirigente nei servizi segreti “civili” (all’epoca Sisde) è divenuto, alcuni anni addietro, il sostanziale sdoganatore di Valerio Morucci (quello) decidendo di fargli fare, assumendolo in una realtà culturale che il Mantici dirigeva, un passo importante nella riabilitazione e nel reinserimento nella società civile quando, a norma di legge, il criminale, che era stato certamente nel gruppo di fuoco che aveva annientato la scorta di Aldo Moro, ne aveva maturato il diritto.

Mantici, pertanto, a nome di tutti voi, si è fatto giudice di sostanza ed ha consentito a Morucci di vivere un paradosso: il militante di Potere Operaio, poi infiltrato nelle BR per conto del vertice di Autonomia, struttura complessa guidata dai suoi vecchi compagni di militanza Franco Piperno (“Saetta” sempre in contatto, fino alla morte, con “Osvaldo“, cioè Gian Giacomo Feltrinelli), Antonio Negri (l’intellettuale ancora attivo in mezzo mondo), Lanfranco Pace (l’ambiguo giocatore di poker seduto allo stesso tavolo mentre faceva il terrorista full time anche con Claudio Signorile, a sua volta ministro socialista, oggi tranquillo giornalista), Oreste Scalzone (l’idealista di Terni), Paolo Mieli (il pezzo da novanta della informazione italiana, figlio del Capitano Meryll, ossia Renato Mieli), il Morucci che aveva scientemente passato molti anni a tramare, uccidere e far uccidere umili servitori dello Stato, ha avuto, a cose fatte e fase storica digerita, il diritto/privilegio di sputare sentenze su cosa e come si dovesse ragionare, questa volta nell’interesse della Repubblica, o di ciò che ne era avanzato dopo gli anni di piombo. E questo grazie a Mario Mori e Alfredo Mantici. Mori sta come sta (lui e il frequentatore di Annamaria Fontana, Giuseppe De Donno) e Mantici spiega al mondo come si deve ragionare.

Gli anni di cui parliamo sono anni insanguinati di cui Morucci era stato protagonista non minore.

Grovigli bituminosi superati, per impasto repellente e fumi mortiferi, solo da quanto si è sviluppato intorno alla P2 e ad altre logge similari. Per alcuni studiosi, realtà (le bande armate e i massoni), in osmosi fraterna. Certamente tenuti uniti da fili sottili rappresentati da alcuni investigatori (affiliati alla massoneria gelliana) incaricati dallo Stato di dare la caccia ai suoi nemici.

Scrivo questo perché la vita mi ha portato a conoscere, di persona, in tempi e modalità diverse, tutti i “terroristi” che ho citato: mi sono risparmiato solo Feltrinelli.

Mantici non so se abbia la stessa esperienza di campo che mi permetto, viceversa, di dichiarare. Certo che ora lo ritroviamo, all’ombra del Titano, a spiegare, ad allievi che pagano per partecipare a master sull’Intelligence e sicurezza dello Stato, cosa sia opportuno o meno fare.

Ma un po’ di pudore a godersi la pensione non è previsto? Ora perfino nella delicatissima (direi nodale e al tempo fragile) RSM sentono la mancanza di uno specialista tollerante come Mantici?  Comincia infatti il 20 marzo p.v. un corso che si articolerà, per mesi, come potete dedurre dal programma, mettendo in rapporto diretto il Mantici con allievi interessati alle vicende, attuali e future, della  paradigmatica antica Repubblica. Se uno non sa cosa sia intercorso tra un Mantici e un Morucci dopo che il Paese è stato messo definitivamente out da ogni significativo scenario di politica internazionale, è ovvio che consideri cosa minore la loro pregressa frequentazione ed eccessivo il mio fastidio.

Nei prossimi giorni se ho dita e cervello (coraggio, come sapete, ne ho da vendere a Porta Portese) vediamo di capire queste simpatie e queste rimozioni di gravissime responsabilità. Perché, sentite a me, Morucci ha più responsabilità di quelle appurate e sanzionate.

E se Morucci non ha pagato come doveva pagare, forse Mantici, assolvendolo e garantendo per lui, non dovrebbe insegnare niente a nessuno.

Nella mia marginalità e ininfluenza proverò a darvi qualche elemento in più per farvi una vostra opinione, se già non la aveste, su quegli anni, su cosa non doveva accadere e su chi andava trattato con ben altra durezza. Perché, vediamo d non dimenticarlo, il terrorismo nostrano ci ha messo fuori gioco nel Mediterraneo. Soprattutto uccidendo Moro. E se Morucci ha partecipato all’uccisione di Aldo Moro, vorrei sapere perché il suo protettore dovrebbe essere garanzia di utili processi di formazione. Utili a chi?

Oreste Grani/Leo Rugens