Elisabetta Trenta dice la sua sul coronavirus e lo fa nel migliore dei modi
Ci sono specialisti della disinformazione che come abbiamo affermato nei post BELPIETRO: UN’ALTRA PERSONA (TRENTA) A CUI CHIEDERE SCUSA! – CON MAURIZIO BELPIETRO È – PER ORA – UNA QUESTIONE DI ARALDICA – MAURIZIO BELPIETRO UN MOVENTE LO HA SEMPRE pur essendo “sputtanati” da una lunga sequenza di “rovesci” giudiziari, quando serve (sarebbe sempre interessante approfondire a chi e perché proprio in quel momento) prestano (si fa per dire) l’opera e fanno quanto è nelle loro possibilità (ci sono anche in questo campo potenze di fuoco e potenze di fuoco) per alterare, nei contenuti, le informazioni che artatamente spesso vengono fatte pre-circolare da complici, e lo sanno fare manomettendo la sostanza delle notizie con tecniche espositive facendo ricorso all’impaginatura, titolatura, intercambiabilità degli annunci. I fabbricatori di vere e proprie false notizie operano certo più facilmente quando la viltà (o il calcolo miope) degli altri protagonisti dell’informazione, non reagendo a tale volgarità (spesso offensive del buon senso comune), consente la costruzione e la diffusione della misura attiva. La politica (spesso mandante in accordo con chi deve fare affari senza il fastidio di chi non ci sta) ci sguazza sperando sempre di trarre vantaggio da queste pugnalazioni.
Certamente questo tipo di silenzio/assenso si è sostanziato durante la vicenda della denigrazione della ministra della Difesa Elisabetta Trenta ad opera della squadra di “incursori” facenti capo alle testate (Panorama e La Verità) nelle disponibilità di Belpietro.
In queste ore, passata la buriana diffamatoria (tanto quello che dovevano fare lo hanno fatto), grazie a Formiche, possiamo leggere un ragionamento compiuto della Trenta su materia tanto delicata come il Coronavirus e la necessità, stimolati anche da una tale minacciosa e complessa ipotesi, di dotarsi, come Paese, di una Strategia di sicurezza nazionale che contempli, in tali frangenti, modalità d’approccio senza farsi condizionare da approcci emergenziali. Vi lascio il suggerimento e lo abbino ad una forma di atipico ringraziamento/omaggio alla testata che altre volte, per le scelte fatte, mi ha lasciato perplesso ma non certamente oggi con il passo leale che ha compiuto. Leale nei confronti della Repubblica e di Elisabetta Trenta, persona per bene e competente. Ben tornata signor ministro.
Oreste Grani/Leo Rugens
Al cittadino comune le parole della ministra Trenta appaiono di clamoroso buon senso. Clamoroso in quanto “merce rara” nonostante l’estrema accessibilità.
Non è un caso che sia una donna a delineare il possibile sistema integrato di sicurezza nazionale utilizzando esempi concreti ed un linguaggio comprensibile a tutti.
E, d’altra parte, non è un caso che gli elementi migliori del Conte1 fossero donne, così come non è affatto un caso che, anche in quanto donne (e non soltanto in un settore certo non “femminista” come la Difesa) siano state fatte fuori (utilizzo una sgradevole locuzione tipica di contesti ancora dominati da presunti maschi alfa).
Che il coronavirus venga spudoratamente usato per alimentare retoriche in fondo ancora “muscolari” e di corto respiro lo raccontano i ripetuti (e costosissimi) viaggi in Cina di viceministri imbolsiti per “portare a casa” i connazionali, buoni per ottenere i titoli di quegli stessi quotidiani che relegano nelle pagine interne le notizie su Graviano & Berlusconi o sulla sentenza sulla strage di Bologna.
Né si può dire che si intraveda un approccio lungimirante sulla questione dei primi infettati in Africa, cioè un continente che non solo è molto più vicino della Cina, ma che ha strutture sanitarie ancora molto deboli e che genera flussi migratori ben più consistenti di quattro turisti cinesi (tra l’altro pare che solo adesso ci si sia accorti che un consistente flusso turistico arriva con i pullman del tour europeo che fa tappa a Venezia).
La saggia ministra Trenta, non a caso, parla di un progetto e di esercitazioni che coinvolgono la Marina, mentre si preferisce utilizzare, con finalità tanto propagandistiche quanto rozze, l’Areonautica ed i suoi costosissimi aerei Pare che l’alto costo sia dovuto al fatto che ce n’era solo uno, il più dispendioso,
attrezzato o attrezzabile alla bisogna ed un quotidiano ha riportato l’affermazione di Far-ne-si-na “per la salute non badiamo a spese” (tanto i soldi non sono suoi!).
Uno si domanda se l’autorevole (ahahah) ministro degli Esteri abbia accennato alla questione sanitaria nei suoi incontri certamente risolutivi del groviglio libico (ahahah). O, visto che il primo infettato africano è un egiziano, lo abbia fatto nel relazionarsi, con la fermezza e l’autorevolezza che il mondo intero gli riconosce, con gli assassini ancora impuniti di Giulio Regeni.
A questo proposito, segnalo come gli strepiti di questi giorni del rettore Ubertini di Bologna non siano altro che una cortina fumogena per coprire i numerosi esposti che lo riguardano, dai quali pare stia cercando di difendersi anche con intrusioni nelle pagine fb di privati cittadini.
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Nel seminario sull’intelligence tenutosi presso quella George Washington University dove il noto Garaci Enrico, microbiologo, è di casa, Mike Pompeo, contornato da diversi suoi predecessori, ha parlato della presenza, all’interno dell’Agenzia, di un senior biological weapons analyst in grado di fronteggiare la sfida delle pandemie contemporanee.
https://formiche.net/2017/10/cia-svelata-mike-pompeo/
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Tre condizioni
https://formiche.net/2020/02/nato-mediterraneo-atlantic-council-volpi/
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